Norwegian wood. Tokyo blues in Reading Challenges

Nov 28, 2013 Sara Sbaraglia rated it liked it · review of another edition

Shelves: 1950-1999, giappone

Dicono che questo sia un libro che o si ama o si odia. E ovviamente mi ritrovo a fare la rivoluzionaria. Davvero per quel che mi riguarda siamo ben lontani da questi grandi sentimenti. Per me è solo un libro mediocre, nel senso letterale del termine, ossia che sta esattamente a metà tra due limiti. Ci sono delle cose che "mmh" e delle cose che "bah".

Stavo per fare una lista dei pro e dei contro, poi ho capito che oltre a essere una cosa laboriosa è anche fondamentalmente inutile, quindi mi fermo ...more

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Jul 04, 2015 Bene in love with books rated it liked it · review of another edition

Shelves: books-i-own

"Ho sempre avuto fame di affetto, io. E mi sarebbe bastato riceverne a piene mani anche solo una volta. Abbastanza da dire: grazie, sono piena, più di così non ce la faccio. Sarebbe bastato una volta, una sola unica volta."

"Sono molto più paziente con gli altri di quanto lo sia con me stessa, e mi è molto più facile tirar fuori i lati positivi nelle cose degli altri che non nelle mie.
Sono un tipo così.
È un po’ come essere quella superficie ruvida su una scatola di fiammiferi.
Il che mi sta beniss ...more

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Jul 08, 2012 Mari rated it really liked it · review of another edition

Si dice che il primo amore non si scorda mai. Norwegian Wood è stato il mio primo Murakami, e anche se non sarà l'ultimo non lo scorderò mai. Una storia profonda e drammatica ma raccontata con una delicatezza disarmante. Watanabe, Naoko e Midori, personaggi imperfetti che affrontano le difficoltà dell'adolescenza, ognuno con il proprio bagaglio di esperienze e di dolore. E cosa dire di Reiko? Considerarla un personaggio secondario sarebbe un peccato perchè io l'ho adorata....Ho voglia di rilegge ...more

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Oct 22, 2013 Shampoo Per Menti Marce rated it it was amazing · review of another edition

Mentre scrivo sto ascoltando "Norwegian Wood". È la canzone del libro. Non c'è dubbio. È strana come associazione ma ha un suo senso. Chissà se ogni libro non abbia la sua musica? Accordi, note, melodie che si mescolano con il libro. È molto suggestiva come idea e ogni volta che ascolterò norwegian wood penserò a Watanabe, a Naoko, a Midori, a Reiko, a Nagasawa e anche Hatsumi. Li ho amati tutti questi personaggi. Murakami li dipinge come farebbe un pittore. Mi è sembrato di vederli tutti. I lor ...more

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Apr 13, 2016 Sorairo rated it liked it · review of another edition

Libro che non so proprio classificare, come per tutti gli autori un po particolari.
Mi ha colpito la notizia che Tokyo Blues non fosse il titolo originale ma un'aggiunta della sua prima pubblicazione di Feltrinelli e che poi si sia optato per ripubblicarlo affiancando il titolo originale, dedicato alla canzone dei Beatles.
La musica è molto importante in questo romanzo che rompe la tradizione dei romanzi classici giapponesi. Infatti Murakami e pochi altri introducono il romanzo giapponese all'occi ...more

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Jun 27, 2012 Loredana Puma rated it really liked it · review of another edition

Shelves: autori-giapponesi

Lo struggente canto della giovinezza
“La morte non è qualcosa di opposto ma di intrinseco alla vita”.
Questo è la verità che il protagonista, il giovane Tōru Watanabe, è costretto a far sua fin troppo presto, ma negli anni successivi egli dovrà apprendere un altro e più doloroso aspetto di questa realtà, e cioè che “niente può lenire la sofferenza di perdere una persona amata”.
E’ probabilmente questo il succo di Norwegian Wood (il titolo viene da una canzone dei Beatles).
Per quanto mi riguarda, Lo struggente canto della giovinezza
“La morte non è qualcosa di opposto ma di intrinseco alla vita”.
Questo è la verità che il protagonista, il giovane Tōru Watanabe, è costretto a far sua fin troppo presto, ma negli anni successivi egli dovrà apprendere un altro e più doloroso aspetto di questa realtà, e cioè che “niente può lenire la sofferenza di perdere una persona amata”.
E’ probabilmente questo il succo di Norwegian Wood (il titolo viene da una canzone dei Beatles).
Per quanto mi riguarda, è stato il mio primo approccio con il famoso Haruki Murakami, e devo dire che l’effetto è stato quello che doveva essere: devastante!
Si tratta di un romanzo, da quel che ho capito, del tutto atipico per questo autore, che predilige di solito atmosfere oniriche e surreali, ma che in questo caso – per sua stessa ammissione, come possiamo leggere nella postilla al libro – fra il 1986 e il 1987 decise di prendersi una sorta di vacanza scrivendo qualcosa che si allontanasse totalmente dal suo solito registro (almeno in apparenza, perché per me questo libro, seppur di stampo realistico, ha comunque in sé qualcosa di impalpabile e irreale), un romanzo sentimentale che avrebbe dovuto essere “leggero”, ma che poi gli sfuggì di mano rivelandosi tutt’altro (come spesso capita).
Narrato in un lungo flashback dal protagonista quasi quarantenne – scelta che ricopre fin da subito tutta la storia di una patina di nostalgia – si svolge a cavallo fra gli anni ’60 e ’70, in un Giappone caratterizzato da un’evidentissima spaccatura generazionale, dove i giovani si sentono molto più vicini all’Europa e all’America – sono continui i riferimenti alla letteratura e alla musica occidentali, titolo compreso – che non alla cultura e alle tradizioni dei propri padri, con tutte le conseguenze che si possono immaginare. Il protagonista, giovane universitario con una tragedia personale alle spalle, si ritroverà a vivere nella confusione e nella malinconia i suoi primi anni lontano dalla famiglia, indifferente alle agitazioni studentesche che mettono in subbuglio l’università e diviso fra le due donne della sua vita: la fragile Naoko e la vivace Midori, entrambe con un passato non facile alle spalle, ma diverse fra loro quanto il sole e la luna. Amore, amicizia, sesso, vita, squilibrio mentale, sofferenza, morte… questi i temi principali di una delle storie più struggenti che abbia mai letto. Sarà per questo che non ho azzardato la quinta stellina. Bello è bello, ma non potrò mai annoverarlo fra i miei libri preferiti: mi ha fatto stare troppo male. Fate attenzione infatti al periodo in cui lo leggete, perché se già vi trovate in uno stato umorale un po’ tetro, la malinconia che vi getterà addosso vi rimarrà appiccicata per giorni e giorni (fra un ascolto e l’altro di svariati brani dei Beatles, ovviamente).
Pochi i personaggi di contorno, ma delineati talmente bene, sia fisicamente che psicologicamente, che ti sembra di vederli lì davanti ai tuoi occhi (uno su tutti, il terribile e al tempo stesso affascinante Nagasawa). In questo Murakami è un maestro, aiutato da uno stile limpido e suggestivo.
Se pensate di venire proiettati in un mondo esotico rimarrete delusi: come dicevo prima, si tratta di un Giappone estremamente occidentalizzato; o per meglio dire, permeato di cultura occidentale filtrata dalla particolarissima sensibilità nipponica.
Struggente, malinconico, realistico e al tempo stesso surreale. Bello ma impossibile da rileggere una seconda volta (non nel giro di poco tempo, almeno). Assolutamente consigliato, ma con tutte le precauzioni del caso.
Adesso sono molto curiosa di leggere “l’altro” Murakami, quello di stampo onirico. Provvederò. ...more

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Nov 13, 2012 Chiara (Catullina) rated it it was amazing · review of another edition

Shelves: favorites

Ho ancora il respiro mozzato e il cuore pesante.
Wow.
Da quanto tempo un libro non mi scuoteva così tanto? Da quanto tempo un libro non scivolava in questo modo dentro di me, pagina dopo pagina, con la sua dolce potenza?
Ho scoperto un autore. Ho bisogno di un altro Murakami, adesso, subito.
Gli scrittori giapponesi scrivono in un modo particolare, o perlomeno io ho avuto questa impressione leggendo Murakami e Banana Yoshimoto. Sono simili: parole leggere, oniriche, "tenere", non si può spiegare in ...more

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