From the Bookshelf of Reading Challenges…

Dio di illusioni

Donna Tartt,

Idolina Landolfi (Translator)

Start date: June 1, 2019

Finish date: July 31, 2019

Discussion: Gruppo di Lettura

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Showing 2 of 19 topics — 312 comments total

Gruppo di Lettura

* Si comincia....
By Patty · 13 posts · 128 views

last updated Feb 27, 2018 02:32AM

8° GDL - Aprile - Maggio 2019 - Il Velo Dipinto
By Feseven · 11 posts · 45 views

last updated Jun 28, 2019 05:00AM

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Jul 14, 2022 Amarilli 73 rated it really liked it

Shelves: personaggi-giovani, tristezza, gothic, da-comodino, narrativa, dark-academy

«La morte è la madre della bellezza» disse Henry.
«E cos’è la bellezza?»
«Terrore.»
«Ben detto!» esclamò Julian. «La bellezza è raramente dolce o consolatoria. Quasi l’opposto. La vera bellezza è sempre un po’ inquietante.»

«E se bellezza è terrore,» proseguì Julian «cos’è allora il desiderio? Riteniamo di avere molti desideri, ma di fatto ne abbiamo soltanto uno. Qual è?»
«Vivere» rispose Camilla.
«Vivere per sempre» aggiunse Bunny, col mento sulla palma della mano.

Ha senso leggere Dio di Illusi «La morte è la madre della bellezza» disse Henry.
«E cos’è la bellezza?»
«Terrore.»
«Ben detto!» esclamò Julian. «La bellezza è raramente dolce o consolatoria. Quasi l’opposto. La vera bellezza è sempre un po’ inquietante.»

«E se bellezza è terrore,» proseguì Julian «cos’è allora il desiderio? Riteniamo di avere molti desideri, ma di fatto ne abbiamo soltanto uno. Qual è?»
«Vivere» rispose Camilla.
«Vivere per sempre» aggiunse Bunny, col mento sulla palma della mano.

Ha senso leggere Dio di Illusioni nel 2022, ovvero esattamente trent'anni dopo la sua uscita?
Ha senso perché questo romanzo ha dato il via a un genere che proprio di recente ha conosciuto un nuovo successo, tanto che le imitazioni/ispirazioni dello stile di Donna Tartt si sono sprecate.
Ha senso perché ruota attorno a temi pressoché universali, di moda dalla cultura greca in poi, e perché, ammettiamolo, quando sei giovane, con una vita presumibilmente lunga davanti, hai il tempo per fermarti a meditare su morte, bellezza, potenza e piacere.
Poi arriveranno le responsabilità, non potrai più concedertelo, a meno che qualcuno ti mantenga, lavorando al tuo posto.

Non è un caso se la storia si sviluppa all’Hampden College, riservato a rampolli di famiglie abbienti, dove si possono trascorrere mesi anche a studiare greco antico e cultura classica, senza il tedio e la pressione di doverne ricavare una professione concreta.
Richard, in fuga dalla noia della California e da una mediocre famiglia piccolo borghese che non lo comprende e non lo ama, s'illude di aver trovato qui un luogo di rinascita e di eccellenza, così come è la natura che avvolge il campus, un continuo pullulare di vita dopo l'inverno del Vermont.

E, fatto ancor più esclusivo, viene ammesso nell'ambita cerchia del professor Julian, eccentrico, elegante, ispiratore di fasti e trasgressioni senza saperlo o volerlo. Sono solo cinque gli allievi che accetta, ma Richard riesce, per ostinazione e buona sorte, a entrare nel loro giro, fatto di passioni ed entusiasmo, intelligenza e mediocre gelosia, aspirazioni grandiose e dipendenze fatali a base di alcol e droga.

Fa quasi orrore vedere persone nutrite di poesia e filosofia gettare alle ortiche un destino che potrebbe essere davvero fulgido, vedere Dioniso che sconfigge etica e ragione, vedere che il sapere non arricchisce e non salva. Eppure la caduta è rovinosa e trascina tutti tra invidie e sospetti autodistruttivi.

Questo romanzo non è perfetto: lungo, a tratti prolisso, a tratti stagnante. Ma che storia.
I sei più il (cattivo?) maestro ti entrano dentro e restano lì, come fantasmi, a giorni di distanza.
E quasi non riesci a darti pace per la china rovinosa che hanno intrapreso, come se fossi nel piccolo studio di Julian con loro, o nella villa di campagna o ancora in giro per i boschi.
Lo stile della Tartt è disturbante e merita di essere assaporato con lentezza. Se cerchi il colpo di scena, resterai deluso. Però mi sono accorta che non c'è una pagina dove non abbia sottolineato qualche frase.

La scena ricorrente (e che mi riaffiora con insistenza, al pari di un sogno ossessivo) era quella di Julian, a capotavola, che si alza in piedi col bicchiere levato: «Vita eterna!» esclama.
Anche noi ci alziamo, e congiungiamo i bicchieri al di sopra della tavola,
come un corpo di ufficiali incrocia le spade: Henry e Bunny, Charles e Francis, Camilla e io.
«Vita eterna!» pronunciamo in coro, bevendo d’un fiato.
E sempre, sempre quello stesso brindisi: Vita eterna. ...more

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Mar 27, 2014 Elisa rated it really liked it

Shelves: statunitensi

"Dio di illusioni" è un ottimo thriller psicologico ma non il romanzo rivelazione, il romanzo della vita, il capolavoro inarrivabile che mi aspettavo di trovare e queste aspettative altissime mi hanno un po' rovinato il piacere della lettura.
Innanzitutto il motivo dionisiaco non è così centrale come mi aspettavo, è solo il pretesto che dà l'avvio alla vicenda, poi non viene più ripreso, quando probabilmente era lo spunto di riflessione più affascinante e originale all'interno della trama.
Ma il "Dio di illusioni" è un ottimo thriller psicologico ma non il romanzo rivelazione, il romanzo della vita, il capolavoro inarrivabile che mi aspettavo di trovare e queste aspettative altissime mi hanno un po' rovinato il piacere della lettura.
Innanzitutto il motivo dionisiaco non è così centrale come mi aspettavo, è solo il pretesto che dà l'avvio alla vicenda, poi non viene più ripreso, quando probabilmente era lo spunto di riflessione più affascinante e originale all'interno della trama.
Ma il vero punto debole del libro, per me, è stata la scelta della voce narrante: Richard è in tutto e per tutto il prototipo del ragazzo normale e banalotto, perfino noioso, che si ritrova coinvolto in eventi più grandi di lui, che non comprende e a cui non può dare una spiegazione, anche perché in parte ne viene tenuto all'oscuro fino alla fine. Questo aiuta sì a mantenere un senso di mistero sull'intera vicenda e soprattutto sui suoi compagni di avventura (un gruppo già formato ed affiatato a cui Richard si aggiunge successivamente, creando un elemento di distanza), ma d'altra parte crea aspettive e domande che non troveranno risposta e pone un distacco eccessivo tra il lettore e gli eventi.
Io mi aspettavo un romanzo disturbante, insolito e spietato, in cui il lettore sarebbe stato trascinato fino in fondo, immerso e perso in questa esperienza totalizzante del male. Invece Richard è uno spettatore esterno di questa follia dionisiaca.
Per tutto il romanzo non ho fatto che pensare che, se i temi principali sono il fascino del male e la bellezza come orrore, allora sono trattati mille volte meglio nell'"Hannibal" di Bryan Fuller, in cui lo spettatore viene lentamente e sapientemente condotto a comprendere, apprezzare e rendersi partecipe del disegno di oscura bellezza e perfezione di Hannibal Lecter. Se Dioniso è il dio dello stravolgimento della realtà e delle apparenze allora è più dionisiaco il dottor Lecter del Dioniso della Tartt.
Penso che in parte "Dio di illusioni" fallisca proprio perché impedisce l'immersione totale: le scelleratezze compiute dai protagonisti e lo stesso baccanale avvengono fuori scena, ciò che si immagina il lettore supera ciò che avviene nella realtà; in fondo, ciò avviene anche nelle tragedie greche, e questo fa sicuramente parte del disegno della Tartt, ma così manca l'empatia, l'emozione e anche un po' di adrenalina.
Detto questo, penso che il vero fulcro del romanzo non sia tanto il fascino del male e la "grecità" della vicenda, ma gli effetti che queste esperienze fuori dall'ordinario producono su persone che invece sono ordinarie e che in quei momenti cruciali hanno voluto non esserlo, annullare la propria personalità e volontà in un attimo di follia e perdizione. Le conseguenze ci sono e quell'illusione di onnipotenza dovranno pagarla per il resto della loro vita, con un fardello troppo pesante per loro, ora che non sono nient'altro che eroi decaduti. Significativo, inaspettato e molto bello il finale, in cui si compie finalmente la catarsi e viene pagato il prezzo di questa azione di übris: l'aver osato credersi dei quando si è soltanto dei mortali. ...more

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Nov 01, 2018 Francyy rated it liked it

Shelves: ebook, 2018

Il primo terzo del libro esaltante, promettente, coinvolgente, poi un terzo di noia e stanchezza, per un ultimo terzo deludente. Premesse e promesse non mantenute, troppo sopra le righe tutto. Poteva restare la stessa trama, ma con maggiore spessore.

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