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Giorgio ha visto cose che i benpensanti non
possono nemmeno concepire.

Ha visto file di ragazzi trepidanti per fare un
pompino al vip che attendeva in una stanza vicino mentre ci dava dentro col
popper per tenere l’erezione.

Ha visto ragazze vomitare dopo tre ore di spompinate
nei cessi, e ha visto nasi colare sangue misto coca che veniva poi riadoperata
in un delirante e collettivo stato alterato di coscienza.

Ha visto bottiglie di crack così incrostate e
facce così pallide immerse nella nube bianca da temere il peggio; le persone
cambiano quando si fanno, la perdita delle inibizioni è spesso imbarazzante. E
parlano di se stessi, parlano degli altri e dicono cose che sembrano tirate
fuori dalle viscere del lato oscuro dell’anima da tanto che sono spietate e
crudeli.

E si fottono come dannati!  

Conosce un ragazzo che, a soli diciannove anni, s’è
fatto oltre cento uomini; lo chiamano Flauto.

Giorgio vede e sa molto.

Sa troppo.

Ha fatto troppo anche lui.

In tanti pensano che l’anima possa essere
tormentata, ma quello è per chi sente di averne una.

Quelli che frequenta lui, sanno a mala pena di
avere una coscienza e non mancano di mortificare la carne in ogni modo
possibile. Non c’è limite estremo, c’è solo quello che il corpo riesce a
sopportare finché tiene, finché si è giovani.

Flauto dice sempre che non arriverà a trent’anni
perché non vuole invecchiare e sentirsi rifiutato e che si toglierà la vita con
delle pillole. Ridono sempre tutti, ma Giorgio crede ci sia un fondamento di
lucida convinzione; spera solo che negli anni cambi idea, ma si aspetta di
leggere il trafiletto su un quotidiano prima o poi.

Una notte, mentre lui e Flauto fumavano una
sigaretta in una terrazza milanese con una luna che avrebbe incantato anche il
più cinico dei bastardi, Flauto fissava il pavimento con la mano tremante e gli
occhi sbarrati per la troppa coca senza poter smettere di ondeggiare le gambe.

Era frenetico come solito, strafatto come solito,
nel completo slim griffato e comprato il giorno stesso in occasione della
festa.

«Hai visto che luna, stasera?» gli ha chiesto
Giorgio indicandola.

Flauto ha solo fatto vagare gli occhi verso di lui
per poi fare spallucce. «Devo chiedere altri soldi a mio padre. Cioè, con
cinquemila euro al mese non ci sto dentro.» È tornato a fissare in terra e dopo
due tiri è andato via.

Giorgio ha fatto un profondo sospiro; Flauto è
perduto nel girone dei dannati, è sulla giostra da troppo tempo ormai e nulla
più lo trattiene dal proseguire il giro infinito fino a quando cadrà.

E allora, Flauto sarà solo carne gettata via.

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Published on August 24, 2015 03:51
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