Divieto di ingresso a Fayyad


Ingresso vietato a Gerusalemme per Salam Fayyad. Lo ha firmato il ministro israeliano per la pubblica sicurezza, Yitzhak Aharonovitch, confermando il bando delle attività dell'Autorità Nazionale Palestinese a Gerusalemme est, occupata dal 1967. Il premier palestinese Fayyad doveva inaugurare stamattina (ma ha poi cancellato la sua partecipazione) una scuola appena finita di ristrutturare con i soldi dell'ANP,  a Dahiyat as-Salam, in uno dei quartieri più poveri e dimenticati di Gerusalemme est, proprio a ridosso del Muro di Separazione. Uno dei 15 progetti che l'ANP  ha finanziato, assieme alla pavimentazione di alcune strade alle quali non aveva provveduto la municipalità israeliana di Gerusalemme, sotto la cui giurisdizione cade Dahiyat as-Salam. La reazione israeliana è più dura di quanto si possa immaginare, perché i finanziamenti dell'ANP evidenziano quello che la municipalità israeliana non ha fatto perché Gerusalemme est potesse vivere, respirare e svilupparsi come la parte ovest della città, in linea con la politica di Israele, che considera la città unificata. E il passo di Fayyad è anche considerato preoccupante dal punto di vista mediatico, se è vero che il sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat, ha inaugurato proprio ieri in un altro quartiere palestinese di Gerusalemme est – Ras al Amud, teatro di frizioni costanti per la presenza di una colonia radicale proprio nel cuore del quartiere – una scuola femminile.


L'attivismo di Fayyad a Gerusalemme est segnala una novità importante, rispetto alla politica seguita dall'ANP negli ultimi anni, dopo la morte, poco meno di dieci anni fa, del leader più importante di Gerusalemme palestinese, Faysal al Husseini, e la successiva chiusura della Orient House, decisa dalle autorità israeliane. Da allora, la presenza dell'ANP a Gerusalemme è divenuta sempre meno importante, se non residuale, a causa anche della costruzione del Muro di Separazione e del progressivo distacco della Cisgiordania da Gerusalemme est. Ciò non vuol dire che la presenza plaestinese sia ridotta, con i 200mila abitanti che risiedono entro i confini della municipalità, né che l'ANP non sia a suo modo presente, per esempio con i testi scolastici che si usano in molte scuole palestinesi della città. Lo scollamento è tra una presenza fisica degli abitanti palestinesi e la presenza di una politica attiva palestinese, sempre più incapace di produrre una linea comune.


La storia insegna che questo è già successo molte volte, nei momenti importanti della vita contemporanea di Gerusalemme. Basta guardare alle divisioni della politica palestinese,  tra la fine dell'Impero Ottomano e il Mandato Britannico, cartina di tornasole della spaccatura tra le figure più di rilievo del notabilato. Oggi, anno domini 2010, lo scenario è ancora più deprimente, non solo per l'assenza di un leader carismatico come Faysal al Husseini, che ancora tutti rimpiangono. Ma soprattutto per l'assenza di una visione sul futuro della città. Per questo il passo di Salam Fayyad, di riportare Gerusalemme est alla ribalta, segnala una differenza rispetto al recente passato. Quanto questa sia foriera di una nuova visione, è tutto da verificare.


La foto è tratta dal sito di B'tselem, che nel 2008 si era occupato di una discarica illegale a Gerusalemme est, proprio nel quartiere negletto di Dahiyat as-Salam

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Published on November 02, 2010 08:28
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