L’interfaccia connettivista

Giovanni Agnoloni ha sintetizzato per PostPopuli alcune sue riflessioni sull’Altro, che presto confluiranno in un saggio pi�� strutturato sul connettivismo, conducendo una panoramica su Corpi spenti e la serie della psicografia in cui si inserisce. Con l’occasione mi ha rivolto anche alcune domande su argomenti di cui si �� molto discusso in rete – anche da queste parti – negli ultimi tempi: i “realisti di una realt�� pi�� grande” di Ursula K. Le Guin, il congresso di futurologia e lo stato della fantascienza in Italia. E cos�� l’articolo �� diventato una sorta di termometro della situazione. Ve lo consiglio anche per questo.


Eccone un estratto:



In un nostro recente scambio di battute su FB ��� a seguito del suo articolo uscito su Holonomikon����� hai sottolineato come il Connettivismo si fondi sulla sostanziale compresenza (o, eventualmente, sull���alternanza) di generi diversi, fusi per�� in un���unica sensibilit�� capace di proiettarsi anche su un orizzonte narrativo mainstream. Si pu�� dire che il movimento stia cercando di evolversi in una direzione che vada oltre certe resistenze ���passatiste��� della produzione strettamente fantascientifica italiana, che evocavi nel tuo articolo?


Ho sempre creduto che la cosa importante fosse evitare di fossilizzarci. Per restare in ambito fantascientifico, la mia prima grande passione �� stato il cyberpunk: dai quindici anni in poi ho cercato di acciuffare qualsiasi cosa fosse stata pubblicata in Italia di riconducibile a questa corrente letteraria. Ho accumulato decine di libri e li ho divorati tutti, leggendoli pi�� e pi�� volte. Ma per mia fortuna, quando ho scoperto il movimento di Gibson e soci, Bruce Sterling ne aveva gi�� certificato la morte da quattro o cinque anni. La scena del crimine, quando sono arrivato io, era gi�� fredda��� Cos�� ho potuto spingermi in esplorazione, fuori dal filone, e sai cosa ho trovato? Altre fonti di meraviglia che hanno acceso altre passioni: Philip K. Dick, per cominciare; e poi Samuel R. Delany, J.G. Ballard e gli altri protagonisti della New Wave; e poi Alfred Bester, Fritz Leiber, Frederik Pohl e gli altri padri ispiratori del genere. E, tra gli italiani,��Valerio Evangelisti, Vittorio Catani, Vittorio Curtoni, Lino Aldani���


Tra gli utenti del fandom di SF attivi in rete, c����� un certo numero di nostalgici che rimpiangono un���et�� dell���oro perduta: la cara vecchia space opera, le storie semplici e accattivanti di una volta, i protagonisti tutti d���un pezzo, e non so che altro. Non credo che siano la frangia pi�� numerosa del��fandom (figuriamoci dell���intero bacino di lettori di fantascienza, di cui il fandom rappresenta solo la punta dell���iceberg), ma di sicuro �� la pi�� rumorosa. Scalpita, recrimina, rivendica un ritorno a stagioni della nostra storia che purtroppo per i loro sogni non si ripeteranno mai pi��. Come non si ripeter�� pi�� il decennio del cyberpunk. Ma questo non vuol certo dire che in futuro non ci saranno correnti e filoni altrettanto vitali e interessanti.


Gi�� adesso nel mondo anglosassone si parla di una nuova Golden Age: lo hanno fatto quest���anno gli editori e gli addetti ai lavori riuniti a Londra in occasione della WorldCon. Si guarda con interesse ad altre culture, grazie al fatto che la societ�� americana e quella britannica, di fatto le culle della science fiction, acuiscono sempre di pi�� i loro tratti multietnici. E si guarda con uguale interesse al tema dei diritti civili, che dal femminismo in avanti non ha mai conosciuto battute d���arresto. Solo qui in Italia possiamo trovare gente che si permette di fare la voce grossa guardando al passato, senza che si inneschi un moto di risposta collettivo che riesca a isolare e far risaltare l���insulsaggine di queste pretese.


Con il connettivismo abbiamo messo in piedi un tentativo in questa direzione. E l���idea di cristallizzarci in uno schema imitativo (sia pure di noi stessi) non ci sfiora nemmeno. Quest���anno varchiamo l���orizzonte dei dieci anni. Era una notte di dicembre del 2004, quando quest���oscuro congegno si mise in moto. Chi l���avrebbe detto che dieci anni dopo saremmo stati ancora qui (con Sandro Battisti, Marco Milani e un gruppo sempre pi�� numeroso di amici acquisiti per strada, tutti animati dalla stessa passione) a parlare di fantascienza e a proporre progetti per il futuro?



Archiviato in:Connettivismo Tagged: Alfred Bester, congresso di futurologia, connettivismo, Corpi spenti, cyberpunk, fandom, Frederik Pohl, Fritz Leiber, J.G. Ballard, Lino Aldani, Loncon3, Marco Milani, new wave, Philip K. Dick, Samuel R. Delany, Sandro Battisti, scrittura, Ursula K. Le Guin, Valerio Evangelisti, Vittorio Catani, Vittorio Curtoni
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Published on December 03, 2014 09:14
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