Demodex!
I vostri avi hanno lottato per millenni contro i parassiti esterni. Hanno lottato, e in alcuni casi hanno creduto di avere vinto, poiche’ oggi i loro discendenti sono molto meno infestati da pulci, cimici, piattole e pidocchi.
Oggi, voi pensate che le vostre case siano esempi di igiene dove nessun batterio sopravvive e nessun insetto si aggira in agguato. Pensate che la vostra igiene personale sia perfetta. Pensate che fare la doccia tutti i giorni sia sufficiente a evitare parassiti che vi divorano.
ILLUSI.
Mentre leggete queste righe, centinaia di parassiti vermiformi a otto zampe strisciano sulla vostra pelle, mangiano la vostra pelle, si riproducono nella vostra pelle, e muoiono nei vostri follicoli, esplodendo in migliaia di frammenti carichi di escrementi. Non batteri, non microscopici organismi, ma acari, parenti dei ragni, che vivono nei vostri follicoli e nelle vostre ghiandole sebacee, senza che voi ve ne siate mai resi conto. Brulicano a centinaia. Un film dell’orrore? No, come sempre, e’ la cruda realta’. Perche’ questo vostro mondo in realta’ e’ il mondo dei
DEMODEX
Delle 65 specie conosciute di acari del genere Demodex, due sono vostre fedeli compagne, D. folliculorum e D. brevis, amici specie-specifici di Homo sapiens, ovvero noi siamo il loro unico ospite. I primi vivono all’interno dei follicoli piliferi, quelli del viso soprattutto, ad esempio nei follicoli di ciglia, sopracciglia, baffi, peluria varia e anche peli delle orecchie. I secondi invece vivono nelle ghiandole sebacee associate ai follicoli, sono leggermente piu’ piccoli (0.3 contro 0.4 mm) e hanno l’addome che finisce a punta invece che tondeggiante.
Una persona in buona salute ha in media 0.7 Demodex folliculorum per cm2 sul viso, un po’ di meno sul resto del corpo (escluse palme delle mani e dei piedi, che non hanno follicoli), con picchi sino a 5/cm2. Cioe’ avete cinque orribili acari vermiformi a otto zampe per ogni centimetro quadrato di pelle sulla faccia, e questo e’ quando non avete dermatiti (di cui discuteremo a breve), perche’ in quel caso ne avete in media 10-12/cm2. In altre parole, il vostro bel faccino e’ una piazza del mercato per queste creature, soprattutto la notte, quando escono dai follicoli dove vivono a gruppetti di 2-6 tutti belli infilati nello stesso follicolo e se ne vanno in giro sulla pelle per farsi due passi, salutare gli amici, accoppiarsi, depositare le uova etc, muovendosi alla notevole velocita’ di 16 mm/h. Se avete la pelle grassa e’ probabile che il vostro zoo personale sia piu’ numeroso, ma queste due specie sono state riscontrate in tutte le popolazioni umane, dagli aborigeni australiani agli inuit, a qualunque latitudine, quindi non fatevi illusioni:
NESSUNO E’ IMMUNE, NEANCHE TU.
Immagine al microscopio elettronico a scansione di Demodex folliculorum (in blu) all’interno dei follicoli delle ciglia. Immagine da Science Photo Library via Discovermagazine
In realta’ gli esseri umani non nascono infestati e alcuni neonati e bambini piccoli sono privi di Demodex, avendo scarsa produzione di sebo. Secondo un recente studio che si basa non sull’osservazione diretta ma sul DNA (per chi ama dati tecnici, sul gene mitocontriale 18S) , oltre i 18 anni il 100% degli esseri umani e’ positivo al DNA di Demodex, ergo e’ infestato. Prima che vi cospargiate di benzina e vi diate fuoco alla faccia, vi ricordo che e’ inutile: ammesso che riusciate a fare una strage di massa e ad annichilirli tutti, la prossima volta che incontrate un amico e lo salutate coi baci sulle guance vi passera’ i suoi baby-Demodex (le ninfe, tecnicamente). Il vostro partner ve li passera’ dal cuscino anche se smettete di avvicinarvi, o potreste prenderli scambiando cosmetici con un’amica, o magari dal barbiere. Tocca tenerseli, in fondo e’ come avere degli animaletti da compagnia. Peccato solo vi brulichino con le loro otto zampette sul naso e siano tanto simili a ragni, zecche e scorpioni, dal punto di vista anatomico.
Quella dei Demodex non e’ una scoperta recente, sebbene non si parli molto di loro. Il loro scopritore ufficiale e’ Frederick Henle, quello dell’omonima ansa parte della struttura dei reni, nel 1841. Siccome pero’ di una buona cosa non se ne puo’ avere troppo poco, anche un tale Berger li aveva osservati nel cerume umano nel 1841. Perche’ Berger si osservasse il cerume al microscopio e’ un dato fortunatamente perso con la sua morte. Berger pensava pero’ fossero tardigradi, mentre Henle, saggiamente, non si espresse. Nel 1842 il medico Gustav Simon capi’ che erano acari. Richard Owen infine, il grande naturalista “padre” del termine dinosauro, tenne a battesimo anche queste creaturine nel 1843: demo in greco vuol dire grasso, dex e’ un verme che scava, quindi Demodex significa “verme che scava nel grasso”. Owen aveva un dono per i nomi. Il primo a intuire che le bestioline non erano una specie ma due fu il dermatologo inglese Erasmus Wilson nel 1842, ma si dovette arrivare al 1963 perche’ una misteriosa ricercatrice russa, L.K. Akbulatova descrivesse con certezza le due forme separando D. brevis da D. folliculorum.
Immagine da Science Photo Library
Il motivo per cui Berger li scambio’ per tardigradi e’ che effettivamente sono acari molto strani, il cui corpo e’ modificato per uno stile di vita parassitico in un ambiente immenso (5 milioni di follicoli pro capite per 7 miliardi di esseri umani), ma insolito. Per poter stare comodamente infilato a testa in giu’ nel follicolo il Demodex, specialmente il folliculorum, ha allungato moltissimo il corpo, con l’addome, che i tassonomi chiamano opistosoma, incredibilmente allungato per un acaro (si pensi a un acaro famoso, i ragnetti rossi delle piante, per confronto della forma del corpo). Per di piu’ l’addome e’ annulato, sembra segmentato come il corpo di un lombrico, e sporge dal follicolo. Il torace, o come dicavan tutti podosoma, porta otto zampette tozze ma provviste di tre articolazioni terminanti in artigli per una migliore presa e mobilita’. Le larve pero’ ne hanno solo sei di zampe. La testa, o gnatosoma, e’ veramente bruttina ma dotata di occhietti e uncini per fare meglio presa nei follicoli, e di solito e’ affondata nel follicolo per consentire all’animale di nutrirsi. In passato si pensava mangiassero sebo (o cerume), ma oggi si sa che la bocca e’ provvista di un ago retrattile per perforare le cellule che rivestono il follicolo e succhiarne, da bravi parassiti, il contenuto, di solito uccidendo cosi’ le cellule. Di buono c’e’ che non vi fanno i bisogni sul naso (o sulle guance, o sul mento, o sulle ciglia) perche’ le sostanze di scarto vengono accumulate in speciali cellule all’interno del corpo. Sfortunatamente le bestioline muoiono dentro i vostri pori, e quando muoiono l’esoscheletro si apre, con conseguenze immaginabili.
Demodex folliculorum maschio (6) e femmina (5) a sinistra, Demodex brevis maschio (11) e femmina (12) a destra. Foto da Desch & Nutting (1972)
Per quanto brutte, queste creature sono molto romantiche e fanno sesso di coppia alla faccia vostra nella vostra faccia introducendo un pene lungo 24 micrometri (circa un diciassettesimo del corpo dell’animale, un maschio umano ha un pene circa un quattordicesimo, consoliamoci cosi’) in una vulva costituita da una fessura di 8.5 micrometri. Fino a qui tutto bene, se non fosse che il pene lui ce l’ha sulla schiena, in corrispondenza del secondo paio di zampe, e lei la vulva ce l’ha dove ce l’aspetteremmo, alla fine dell’addome, quindi sono costretti a fare sesso con lei sopra e lui sotto. La femmina depone le uova nei follicoli, nasceranno larve esapodi che diventeranno ninfe ottapodi e poi adulti in un paio di settimane scarse.
Vista la dieta, se i Demodex sono pochi non e’ un problema, ma se sono molti sembra siano responsabili di alcune malattie della pelle. Capiamoci: un punto nero non e’ tale perche’ dentro c’e’ un Demodex, non li vedete a occhio nudo (e a dire la verita’ dopo una serata passata a guardarmi il naso con un microscopio digitale sono riuscita a scorgerne forse uno, che si e’ infilato “sottoterra” appena ha visto le luci del microscopio, poiche’ queste creature non amano la luce). O meglio, dentro un punto nero c’e’ una famiglia di Demodex, ma voi non li vedete, sono piccoli e trasparenti.
E’ sin dalla loro scoperta che si sospetta che queste creature inducano patologie della pelle, ma si tratta di un delitto perfetto, perche’ a tutt’oggi non abbiamo la prova provata di un rapporto causa-effetto, c’e’ ancora molto dibattito in materia. Le patologie attribuite ai Demodex sono rosacea, acne, blefarite (infiammazione delle palpebre, perche’ c’e’ un gruppo separato di Demodex, un po’ diverso, che vive nei follicoli delle ciglia), dermatite periorale, dermatite seborroica, dermatite atopica, folliculite, pitiriasi. Considerando che il grosso dei Demodex vive in corrispondenza di guance, naso, fronte, orecchie, pieghe tra naso e bocca, ciglia, seno, capezzoli, ginocchia, pene, lingua, schiena, addome, direi che hanno di che divertirsi a causarvi dermatiti, anche se la sede primaria e’ ovviamente il viso perche’ piu’ ricco di ghiandole sebacee. Il punto e’ che quando ci sono queste malattie aumenta il numero di Demodex, ma qual’e’ la causa e qual’e’ l’effetto? Difficile a dirsi. Pazienti immunodepressi hanno piu’ Demodex, che possono venire fagocitati dai globuli bianchi in pazienti sani, ma questo non costituisce prova definitiva.
Ho pensato che anziche’ googlare per farvi vedere le foto degli effetti dei Demodex era piu’ onesto fare outing, Questa e’ una mia foto del 2007, i bastardi mi hanno fatto patire per anni, ma alla fine ho (piu’ o meno) vinto io. C’e’ speranza.
Paradossalmente, i farmaci attivi contro queste malattie della pelle, soprattutto antibiotici come metronidazolo e tetracicline, non uccidono direttamente i Demodex, quindi non si sa bene perche’ funzionino. Probabilmente uccidono i batteri della pelle alterando la microflora ideale per gli acari, o uccidono qualche batterio con cui Demodex e’ simbionte. Ultimamente pare ci siano evidenze che il Tea tree oil sia un buon rimedio naturale, che probabilmente uccide i Demodex. Del tutto accidentalmente, da quando ho cominciato a raccogliere il materiale bibliografico per scrivere questo post i prodotti per l’igiene a base di questa sostanza si sono improvvisamente accumulati in casa mia, ma e’ ovviamente solo una coincidenza. Il cortisone peggiora la situazione, evidentemente li rende nervosi, evitate anche se ve lo consiglia il medico, come e’ successo a me. Anche i cosmetici fanno incazzare i Demodex, che non sono per nulla bestie civettuole, da evitare soprattutto il mascara in caso di blefarite se non volete un rave party di Demodex strafatti tra le ciglia.
E adesso veniamo alla parte che mi piace di piu’, quella zoologico-evolutiva. Conosciamo poche specie di Demodex, associate a pochi mammiferi. I cani soffrono di D. canis, che causa loro una patologia della pelle (rogna) che puo’ risultare fatale alle povere bestie per via delle successive infezioni secondarie. Attenzione, perche’ la rogna da D. canis NON passa all’uomo, essendo che i Demodex sono estremamente specie-specifici. La scabbia invece, causata da un altro acaro che vive scavando nella pelle, Sarcoptes scabiei, potrebbe passare dagli animali all’uomo, se quest e’ immunodepresso. Anche i gatti hanno il loro Demodex, ma non gli causa malattie, e cosi’ pure le mucche, i cavalli, gli antechini, le pecore, le capre etc. Complessivamente pero’ le specie note sono poche, probabilmente ce ne sono molte, ma molte di piu’ che infestano tutti i mammiferi terrestri, e’ solo che non le abbiamo trovate perche’ non ci sono molti studi su questi acari.
Una mente curiosa pero’ si potrebbe chiedere: ma come, ci sono poche specie e noi umani ne abbiamo due diverse, che vivono nello stesso ambiente? A cosa e’ dovuta questa insolita speciazione? Anzi, forse ce ne sono addirittura tre, se i Demodex folliculorum delle ciglia sono diversi da quelli del resto del viso, come esami morfologici fanno sospettare. Le analisi del DNA hanno rivelato pero’ che il “codice a barre” (il gene CO1, diverso da specie a specie) degli acari delle ciglia e’ molto diverso da quello degli acari del resto della faccia, e questo non dovrebbe avvenire in caso di speciazione in corso. Si pensa quindi che si tratti di specie diverse che sembrano molto simili per evoluzione convergente, e che in realta’ non sono imparentate, quindi la speciazione non e’ avvenuta sulla faccia nostra. Analogamente, la stessa cosa potrebbe essere vera per D. brevis. In ogni caso, sembra ci sia differenziazione genetica tra Demodex (soprattutto i brevis, meno mobili perche’ affondati nelle ghiandole sebacee) tra i vari gruppi umani, quindi i D. brevis cinesi sono geneticamente diversi da quelli americani, il che in teoria nel tempo potrebbe portare a speciazione.
Dulcis in fundo, una chicca: dopo la vostra morte i Demodex vi sopravviveranno di circa una settimana. In caso di occultamento del vostro cadavere e successivo ritrovamento, la presenza o meno di Demodex vivi aiutera’ a stabilire la data della vostra morte. Piccolo pegno in cambio di tutti gli eritemi e i pruriti che vi hanno causato.
NOTA BENE: IN CASO DI DUBBIO SANITARIO, CHIEDETE A UN MEDICO E NON A UNA ZOOLOGA. In ogni caso non rispondero’ a domande di carattere medico perche’ non e’ il mio mestiere, quindi risparmiatevi la fatica e andate dal dermatologo se vi e’ spuntato il mount St Helen sul naso.
Referenze
Thoemmes, M., Fergus, D., Urban, J., Trautwein, M., & Dunn, R. (2014). Ubiquity and Diversity of Human-Associated Demodex Mites PLoS ONE, 9 (8) DOI: 10.1371/journal.pone.0106265
FORTON, F. and SEYS, B. (1993), Density of Demodex folliculorum in rosacea: a case-control study using standardized skin-surface biopsy. British Journal of Dermatology, 128: 650–659
Desch C, Nutting WB: Demodex folliculorum (Simon) and Demodex and D. brevis Akbulatova of man: re-description and re-evaluation. J Parasitol. 58:169-177 1972
de Rojas, Manuel, Cristina Riazzo, Rocío Callejón, Diego Guevara, and Cristina Cutillas. (2012) “Morphobiometrical and molecular study of two populations of Demodex folliculorum from humans.” Parasitology research 110, no. 1 : 227-233.