E la gente diceva “che bravo quel vetrinista”
[…] i vetrinisti che con le pentole della cucina facevano dei robot. Allora la gente diceva, che bravo quel vetrinista. Però non sapeva quale pentola comperare.
È uno tra i tanti concetti di Munari da segnarsi, ritrovato tra i video di una sua lezione tenuta all’Università di Venezia, nel 1992.
Ascoltandolo, non ho potuto non associare la figura del vetrinista al lavoro del web designer. E l’immagine delle pentole assemblate per costruire un robot mi ricorda tanto l’utilizzo improprio che a volte i web designer fanno dei javascript, di flash, o di interfacce grafiche bellissime che invece di veicolare il contenuto vi si sovrappongono.
Cercando la gloria per se stessi, invece di trovare soluzioni adeguate alle strategie del cliente e all’utilizzo degli utenti (ammetto, qualche volta l’ho fatto anche io).
Per esteso dal 1′ e 55″ del video di seguito.
Mi ha anche ricordato un post di Seth Godin in cui scrive:
Do you want the people visiting this site to notice it? […]
The purpose of the site is to tell a story or to generate some sort of action. And if the user notices the site, not the story, you’ve lost.
Il buon web designer, è quello che riesce a guidare l’attenzione dell’utente sulla pentola. È quello che proprio non si fa notare. Se non quando la pentola è già stata comprata con soddisfazione per il cliente e per l’utente.
E a quel punto: oh ma che bravo quel web designer!
p.s. Ho avuto la fortuna di incrociare i video di Munari grazie a questo ff status di Alberto D’Ottavi