Editor e scrittore a confronto
Scrivere un libro è un atto solitario, ma la strada verso la pubblicazione non lo è mai… del tutto.
Prima di arrivare ai lettori, ogni manoscritto dovrebbe passare per le mani di un editor, figura che può diventare alleata preziosa… o, in alcuni casi, fonte di conflitti.
Il rapporto scrittore–editor è infatti delicato e complesso, e funziona davvero solo se entrambe le parti lo intendono come una collaborazione e non come una battaglia di ego.
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Ti sento già obiettare: eh, ma io col mio editor mi sono trovato male.
Anche mia madre col cardiologo. Ma di cardiologi ce ne sono tanti, come ci sono tanti editor. Basta trovare quello più affine.
Uno dei primi vantaggi è lo sguardo esterno: lo scrittore, immerso nel proprio testo, spesso non riesce più a vedere incoerenze, ripetizioni o passaggi poco chiari. L’editor, invece, legge con occhio critico e individua difetti e punti di forza (sì, li individua, sfatiamo un mito).
Inoltre, un buon editor non si limita a “correggere gli errori”, ma aiuta l’autore a migliorare: propone soluzioni, stimola riflessioni, incoraggia ad andare oltre i cliché, fino a tirare fuori la miglior versione possibile della storia. E una revisione accurata aumenta le probabilità di ottenere più credibilità nell’autopubblicazione.
Insomma, sembrerebbe che ‘sto editor tu debba per forza avercelo…
Editor no (?)Tutto rose e fiori? Certo che no.
Per molti autori, affidarsi a un editor significa mettere in discussione parti di sé: ogni taglio, ogni riscrittura può sembrare un attacco personale. Da qui nascono incomprensioni, resistenze e talvolta veri e propri conflitti. Il “eh, ma io col mio editor mi sono trovato male” di cui sopra può nascere da qui, talvolta.
Un altro punto dolente è il costo: un editing professionale richiede tempo e competenze, e non sempre gli scrittori esordienti dispongono del budget necessario. Oppure preferiscono spenderlo per il nuovo iPhone.
E non tutti gli editor hanno lo stesso approccio: se non c’è sintonia, il rischio è di snaturare la voce dell’autore o trasformare il testo in qualcosa che non lo rappresenta più.
E quindi?Il rapporto tra scrittore ed editor può sembrare un campo minato, ma se affrontato con fiducia reciproca diventa una delle fasi più preziose del percorso creativo.
L’editor ideale non è un censore, bensì un compagno di viaggio che guida senza imporre, ascolta senza giudicare e aiuta l’autore a portare la sua storia al livello successivo.
Ah, stai dicendo che non esiste?
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