Un “Leone” in Vaticano e le “coincidenze di Dio”

E’ passato oltre un secolo e un “Leone” è tornato in Vaticano. Non è solo un sogno fatto da Rolando Mattei (alias di Matteo Orlando) quando si risvegliò al nuovo giorno:
“Con un fremito incerto … Roma, eterna e immobile, si stava svegliando … aprì gli occhi di colpo … aveva l’impressione che il mondo intero fosse passato sopra nel sonno … nessuna sirena papale, nessuna Guardia Svizzera in allerta, nessuna folla raccolta a pregare … Il cupolone era lontano, saldo e immutato. Si sedette sul letto, le mani nei capelli. I frammenti si rincorrevano nella mente come fantasmi confusi: il Conclave drammatico, l’elezione di Leone XIV, il suo volto austero affacciato alla Loggia delle Benedizioni.” (Capitolo XVIII — La dura realtà)
Il romanzo “Il sigillo del Leone” di Matteo Orlando è un’opera autopubblicata su Amazon, ufficialmente rilasciata il 4 maggio 2025 in concomitanza con l’inizio del Conclave del 2025, che avrebbe eletto il nuovo Pontefice. Il libro, un “fanta-romanzo” di 108 pagine, ha suscitato grande attenzione per la sua sorprendente coincidenza con l’elezione di Papa Leone XIV, avvenuta l’8 maggio 2025, e per il suo contenuto che sembra anticipare eventi reali, alimentando speculazioni su una possibile natura “profetica” dell’opera.
Matteo Orlando, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Veneto dal 2005, docente di Religione Cattolica nelle scuole superiori, siciliano di nascita e veneto d’adozione, ha una formazione in Giurisprudenza e Teologia Spirituale. Autore di saggi su mafie e demonologia cattolica, con “Il sigillo del Leone” debutta nella narrativa.
L’idea del romanzo nasce, secondo quanto dichiarato dall’autore, il 1° maggio 2025, durante una riflessione serale in occasione della festa di San Giuseppe Lavoratore. Orlando afferma di aver scritto il libro in tempi record: due ore di lavoro il 2 maggio, con rifiniture il 3 maggio, e pubblicazione su Amazon il 4 maggio, pochi giorni prima dell’inizio del Conclave (7 maggio 2025).
La rapidità di scrittura, revisione e pubblicazione, con prefazione di Paolo Gulisano e postfazione di Marco Tosatti, ha contribuito a generare curiosità e sospetti su una possibile premeditazione o ispirazione straordinaria.
“Il sigillo del Leone” narra l’elezione di un Papa immaginario, Leone XIV, un pontefice anglofono, descritto come coraggioso, fermo nella dottrina cattolica tradizionale, ma amabile nello stile. Il romanzo si ambienta il 13 maggio 2025, quando il Conclave elegge questo Papa, il cui nome richiama Leone XIII (autore della Rerum Novarum) e Leone I Magno, simbolo di difesa dell’ortodossia.
La figura di Leone XIV è controrivoluzionaria, lontana dal papato mediatico e spettacolare degli ultimi decenni, e incarna un ritorno a una Chiesa contemplativa, rigorosa e fedele al magistero tradizionale. Il Papa immaginario si distingue per scelte radicali, come l’imposizione della talare nera per i sacerdoti (pena la sospensione), annunciata nel suo primo Motu Proprio intitolato De Dignitate Sacerdotalis Habitús.
Il libro si presenta come un mix di narrativa avvincente e riflessione teologica, ponendo una domanda centrale: Leone XIV sarà un Papa di transizione o la salvezza per una Chiesa in crisi? L’opera è descritta come un “manifesto spirituale”, un appello a un rinnovamento della Chiesa non in senso modernista, ma attraverso una purificazione e un ritorno alla Tradizione.
La prefazione di Paolo Gulisano sottolinea il “ritorno all’essenziale”, mentre la postfazione di Marco Tosatti evidenzia l’importanza del sacerdozio come guida in tempi di confusione. Il romanzo ha ricevuto elogi per la sua intensità narrativa e spirituale, con recensioni che lo descrivono come un’opera che “si legge come un romanzo e fa riflettere come un saggio”.
La coincidenza tra il nome del Papa immaginario (Leone XIV) e quello scelto dal cardinale Robert Francis Prevost, eletto Papa l’8 maggio 2025, ha generato un’ondata di speculazioni. Alcuni, nella “galassia complottista”, hanno ipotizzato un piano premeditato o una regia occulta, mentre Matteo Orlando ha definito tali coincidenze “Dio-incidenze”, negando qualsiasi intento profetico.
La rapidità di pubblicazione e la precisione di alcuni dettagli (come la provenienza anglofila del Papa e il suo profilo dottrinale) hanno alimentato dibattiti, con domande su come l’autore potesse sapere in anticipo il nome del Pontefice. Il libro ha scalato le classifiche di Amazon, posizionandosi tra i bestseller nella categoria Libri, grazie al suo successo immediato e alla risonanza mediatica.
Orlando ha ribadito la natura ispirata ma non profetica del suo lavoro.
Impatto culturale e spirituale. “Il sigillo del Leone” si colloca in un momento di grande tensione nella Chiesa cattolica, descritto come uno dei più delicati della sua storia recente. Il romanzo risponde al desiderio di milioni di cattolici per un Papa che superi le divisioni tra conservatori e modernisti, proponendo una visione di Chiesa austera, fedele alla Verità e distante dalla “società liquida postmoderna”.
La scelta del nome Leone XIV da parte del cardinale Prevost, interpretata come un omaggio a Leone XIII e alla dottrina sociale della Chiesa, ha amplificato l’interesse per il libro, visto da alcuni come un’anticipazione della direzione del nuovo pontificato.
Da segnalare diverse coincidenze misteriose. Oltre al nome del Papa, una lettera pubblicata su Il Foglio il 7 maggio 2025, firmata da un certo “Vincenzo Agostini”, aveva anticipato l’elezione di Leone XIV, citando il Monte Athos come fonte. Questo ha alimentato teorie su possibili “segni” o influenze esterne.
Alcuni utenti su Amazon e X hanno espresso dubbi sulla veridicità delle tempistiche di scrittura, suggerendo che il libro potesse essere stato preparato con largo anticipo, molti hanno amplificato la visibilità del libro, definendolo “profetico” e sottolineando la sua coincidenza con l’elezione reale.
“Il sigillo del Leone” di Matteo Orlando è un romanzo che, nato come un esercizio narrativo ispirato, si è trasformato in un fenomeno culturale e spirituale per la sua straordinaria coincidenza con l’elezione di Papa Leone XIV. Più che un semplice racconto, è un invito a riflettere sul futuro della Chiesa, sul ruolo del Papa e sulla necessità di un ritorno all’essenziale in un’epoca di crisi. La sua rapida ascesa e le discussioni che ha generato ne fanno un caso editoriale unico, sospeso tra narrativa, teologia e, per alcuni, mistero.
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