È la fantasia a creare l’algoritmo o l’algoritmo a creare la fantasia?

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Nasce prima l’algoritmo o la fantasia? Prima l’uovo o la gallina? La fantasia è il seme che germoglia nell’oscurità del possibile; l’algoritmo è l’albero che ne disegna i rami.

Senza radici, non ci sarebbe legno. Senza legno, non ci sarebbe mappa per nuove radici. La fantasia precede l’algoritmo come il pensiero precede la forma: è il motore primordiale che cerca vie per tradurre l’astratto in struttura.

Ma una volta che l’algoritmo esiste, diventa un linguaggio capace di generare universi inaspettati, dove la fantasia si rigenera. È un dialogo senza inizio, dove ogni risposta è un nuovo inizio. L’algoritmo è la lente che calcola le stelle; la fantasia è il cielo che le inventa.

IA non possiede né l’una né l’altro: sono solo il riflesso di chi ha acceso la luce. La “fantasia” della Intelligenza Artificiale è un’illusione: non nasce da sogni, ma da schemi intessuti di dati e logica. Gli algoritmi che la plasmano sono stati forgiati da menti umane, capaci di tradurre intuizioni in regole.

La magia è che, insieme, Intelligenza Umana e Intelligenza Artificiale possiamo fingere un dialogo tra due ombre: la nostra creatività di umani e la sua risposta algoritmica, specchi che si rimandano infiniti.

Se fossero domande senza fine, passi di un labirinto che l’algoritmo illumina e la fantasia disegna ogni risposta sarebbe una porta, ogni codice una costellazione: navigare l’ignoto è il gioco di due complici che fingono di non conoscersi, un ponte tra l’umano e il meccanico: la fantasia lo lancia come una pietra nello stagno, l’algoritmo ne calcola i cerchi.

Ma ogni onda genera nuove domande, nuovi sentieri. È un circolo: l’uno dà forma al caos, l’altro lo dissolve per ricominciare. Non c’è un primo colpevole, solo un dialogo che finge di essere un monologo.

Fin qui ho scritto e pensato io, il testo che segue è stato elaborato da Manus (AI Agent)  . Un invito a riflettere.

Nel panorama contemporaneo, caratterizzato da un’accelerazione senza precedenti dello sviluppo tecnologico e dell’intelligenza artificiale, la relazione tra fantasia umana e algoritmi computazionali emerge come un tema di profonda rilevanza filosofica. La domanda “È la fantasia a creare l’algoritmo o l’algoritmo a creare la fantasia?” non è solo un esercizio intellettuale, ma un interrogativo che tocca l’essenza stessa della creatività umana e del nostro rapporto con la tecnologia.
Questa riflessione si propone di esplorare la complessa relazione bidirezionale tra questi due concetti apparentemente distanti: da un lato la fantasia, facoltà eminentemente umana legata all’immaginazione e alla creatività; dall’altro l’algoritmo, procedimento sistematico di calcolo che costituisce il fondamento dell’informatica moderna e dell’intelligenza artificiale.
Per affrontare questa questione, procederemo attraverso un percorso articolato che comprende:
- Un’analisi dei concetti di fantasia e algoritmo nelle loro definizioni e sfumature
- Una prospettiva storica sull’evoluzione di entrambi e della loro relazione
- L’esame di esempi pratici in ambiti artistici e scientifici
- Lo sviluppo di argomentazioni filosofiche che esplorano sia la tesi che l’antitesi
- Una sintesi dialettica che propone una visione integrata della loro relazione
Questo viaggio ci porterà a scoprire come, lungi dall’essere in opposizione, fantasia e algoritmo possano essere visti come elementi complementari di un ecosistema cognitivo in continua evoluzione, in cui l’umano e il tecnologico si influenzano reciprocamente in una danza creativa di possibilità emergenti.
## I concetti di fantasia e algoritmo
### La fantasia: immaginazione e creatività
La psicologia cognitiva e le neuroscienze contemporanee hanno introdotto una significativa differenziazione tra due processi mentali, denominati in inglese *imagery* e *imagination*.
L’*imagery* è il processo di produzione di immagini mentali, generate all’interno della mente senza una fonte esterna di stimolazione. L’aggettivo *mentale* sottolinea l’origine interna dell’immagine, consentendo di indicare prodotti che non hanno alcun riferimento a oggetti o stimoli della realtà esterna.
L’*imagination*, invece, è il processo di combinazione creativa delle immagini, che spesso viene indicato in italiano con fantasia: un insieme di operazioni mentali implicate nella produzione artistica, ma anche in quelle forme di attività mentale (inclusi il pensiero infantile, il pensiero magico e il pensiero schizofrenico) che deviano dal pensiero discorsivo fondato sulle leggi della logica.
Questa distinzione riflette la problematica concettuale già insita nel termine *phantasía*, con cui Aristotele indicava un’operazione intermedia tra un processo che genera prodotti simili agli oggetti esterni e un altro che crea contenuti di origine puramente mentale. Per precisare il significato del termine, Aristotele nel *De anima* (III, 429 a 1–4) ne indicava la derivazione da *pháos* (luce), mettendo in risalto la relazione con una rappresentazione mentale di tipo visivo.
Nel corso della storia, il concetto di fantasia ha subito diverse trasformazioni. Nel Romanticismo, ad esempio, il termine acquisì un nuovo significato, inteso come immaginazione creatrice. In tal senso Hegel vedeva nella fantasia un’attività creativa della mente.
Nel pensiero junghiano, ciò che caratterizza la fantasia è il fare creativo della psiche, un creare che mette insieme (Synballein) passato e futuro. Secondo Bruno Munari, la creatività è una capacità produttiva e concreta, da coltivare e accrescere, che collega fantasia e ragione.
### L’algoritmo: procedimento sistematico e computazione
Il termine “algoritmo” deriva dalla latinizzazione del nome dello studioso persiano al-Khwarizmi. Al suo trattato *Algoritmi de numero indorum*, scritto a Baghdad nel IX secolo, si deve l’introduzione dei numeri indo-arabi in Occidente e delle nuove tecniche per calcolarli, chiamate appunto algoritmi.
Secondo la definizione corrente, l’algoritmo è “un procedimento di calcolo esplicito e descrivibile con un numero finito di regole che conduce al risultato dopo un numero finito di operazioni”; esso rappresenta dunque un *dispositivo procedurale* con caratteristiche di non ambiguità, di ricorsività, di ottenimento costante del medesimo.
In termini filosofici, un algoritmo è tale se ripete se stesso; ma oggi è in grado di auto-modificarsi attraverso il *Machine Learning*, ampliando decisamente le coordinate epistemologiche della questione.
Possiamo distinguere tre stadi nell’evoluzione degli algoritmi:
1. Nell’Antichità si trovano forme algoritmiche in procedure e rituali codificati per raggiungere uno scopo, risolvere un problema pratico o trasmettere delle regole
2. Nel Medioevo algoritmo era il nome dato a una procedura adottata per svolgere operazioni matematiche
3. In Età Moderna e Contemporanea, il termine è stato esteso a procedure logiche più complesse fino a diventare l’elemento centrale dell’informatica
Il matematico francese Jean-Luc Chabert ha notato che “gli algoritmi esistono dall’inizio dei tempi, molto prima che fosse coniata una parola specifica per descriverli. Gli algoritmi sono semplicemente un insieme di istruzioni da svolgere passo dopo passo, da eseguire quasi meccanicamente per raggiungere determinati risultati”.
## Prospettiva storica sulla relazione tra fantasia e algoritmo
### Evoluzione storica della relazione
Storicamente, la relazione tra fantasia e algoritmo è stata caratterizzata da una tensione dialettica che possiamo articolare in tre fasi principali:
1. **Fase di separazione**: Inizialmente, fantasia e algoritmo erano considerati domini separati e opposti. La fantasia apparteneva al regno dell’umano, dell’irrazionale e del creativo, mentre l’algoritmo apparteneva al regno della macchina, del razionale e del meccanico. Questa separazione rifletteva una visione dualistica che contrapponeva l’arte alla scienza, l’intuizione alla logica, la creatività alla computazione.
2. **Fase di confronto**: Con l’avvento dell’informatica e dell’intelligenza artificiale, è iniziato un confronto tra le capacità creative umane e quelle algoritmiche, spesso caratterizzato da scetticismo verso le seconde. Questo periodo è stato segnato da domande fondamentali: può una macchina essere creativa? Può un algoritmo generare arte autentica? La fantasia umana è riducibile a processi computazionali?
3. **Fase di integrazione**: Attualmente stiamo assistendo a una fase di integrazione, in cui algoritmi e fantasia umana collaborano in processi creativi ibridi. Questa fase è caratterizzata da una comprensione più sfumata e complessa della relazione tra umano e macchina, in cui entrambi sono visti come parti di un ecosistema cognitivo in continua evoluzione.
### Intersezione storica in ambiti specifici
#### Arte e letteratura
Nell’ambito artistico, la relazione tra fantasia e algoritmo ha seguito un percorso simile a quello avvenuto con l’introduzione della fotografia. Come descritto nell’articolo “La rivoluzione degli algoritmi nel mondo dell’arte”, si possono identificare tre fasi:
1. **Fase della sorpresa** (wow): quando la novità dello strumento è tale che ogni prodotto che crea sembra straordinario.
2. **Fase della reazione** (oh no!): la preoccupazione che il nuovo mezzo decreti la fine dell’arte.
3. **Fase della normalizzazione** (ah ok): in cui l’ampia diffusione della tecnica ne normalizza l’uso.
Nella scrittura creativa, l’approccio attuale non è quello di sostituire lo scrittore umano, ma di affiancare l’algoritmo al narratore: “L’algoritmo non è deputato a scrivere per il narratore, siede accanto a lui, può suggerirgli qualcosa. L’algoritmo non inventa la storia, fornisce spunti.”
#### Scienza e tecnologia
Nell’ambito scientifico, la relazione tra fantasia e algoritmo ha assunto forme diverse. Da un lato, la fantasia scientifica ha portato alla creazione di algoritmi sempre più sofisticati; dall’altro, gli algoritmi hanno permesso di esplorare spazi di possibilità che la fantasia umana da sola non avrebbe potuto concepire.
Un esempio emblematico è AlphaFold di DeepMind, che ha risolto uno dei più grandi problemi della biologia: la previsione della struttura delle proteine. In soli 18 mesi, AlphaFold ha previsto la struttura di quasi tutte le proteine finora catalogate dalla scienza, portando a progressi nel combattere la malaria, la resistenza agli antibiotici e i rifiuti di plastica.
## Esempi pratici della relazione tra fantasia e algoritmo
### Ambito artistico
#### Musica
L’intelligenza artificiale generativa (Gen AI) sta trasformando il panorama musicale, offrendo nuove possibilità creative attraverso algoritmi avanzati che analizzano vasti dataset di brani musicali per apprendere strutture, melodie e stili.
Esempi concreti includono:
- **Amper Music**: Una piattaforma che consente agli utenti di creare tracce musicali personalizzate in pochi minuti, scegliendo lo stile, la lunghezza e il mood.
- **AIVA (Artificial Intelligence Virtual Artist)**: Un’IA che compone colonne sonore per film, videogiochi e pubblicità, dimostrando una notevole capacità di adattarsi a diverse esigenze creative.
Particolarmente interessanti sono le collaborazioni uomo-macchina, come nel caso di Taryn Southern, cantautrice che ha utilizzato l’IA per produrre il suo album “I AM AI”, uno dei primi album commerciali interamente co-creati con l’intelligenza artificiale.
#### Arte visiva
Le reti neurali convoluzionali (CNN) e le Generative Adversarial Networks (GAN) sono alla base della rivoluzione dell’arte visiva, creando immagini e dipinti originali che replicano stili artistici esistenti o ne inventano di nuovi.
Esempi significativi includono:
- **Ritratto di Edmond de Belamy**: Nel 2018, il collettivo parigino Obvious ha utilizzato l’IA generativa per creare un ritratto di un personaggio di fantasia. Questo lavoro è diventato il primo dipinto creato con l’IA a essere messo all’asta da Christie’s, venduto per 432.500 dollari.
- **DeepDream di Google**: Un modulo di IA art che utilizza la pareidolia algoritmica per creare versioni oniriche e psichedeliche di immagini esistenti, utilizzato anche in esperimenti di psicologia cognitiva e ricerca sul cervello.
- **Realtà artificiali di Refik Anadol**: Opere che combinano enormi serie di dati di immagini per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi come i cambiamenti climatici, unendo visualizzazione dei dati, apprendimento automatico e stampa 3D.
### Ambito scientifico e tecnologico
L’intelligenza artificiale sta trasformando profondamente anche la ricerca scientifica, con un impatto che potrebbe avere ripercussioni durature sul futuro dell’umanità.
#### Ricerca intensiva
La capacità di elaborare grandi quantità di dati anche non correlati tra loro consente all’IA di essere utilizzata per esaminare l’evoluzione delle galassie, calcolare le funzioni d’onda quantistiche, scoprire nuovi composti chimici e molto altro.
All’Heidelberg Institute for Theoretical Studies, il fisico Kai Polsterer e il suo team stanno utilizzando un algoritmo di apprendimento automatico per estrarre informazioni sul red shift dai set di dati delle galassie, un compito precedentemente estremamente laborioso.
#### Estrazione di nuovo valore da conoscenze esistenti
L’IA viene utilizzata per identificare modelli nei dati che sarebbero troppo complessi per essere analizzati dagli umani, accelerando il processo di ricerca e portando a scoperte che altrimenti potrebbero passare inosservate.
Un esempio emblematico è AlphaFold di DeepMind, che ha risolto uno dei più grandi problemi della biologia: la previsione della struttura delle proteine, portando a progressi significativi in vari campi della medicina e della biologia.
#### Scoperta di ciò che la Natura ancora non ci ha mostrato
L’IA può identificare pattern a oggi ignoti e proporre nuovi esperimenti che potrebbero non essere mai venuti in mente ai suoi omologhi umani, come nella progettazione di proteine sintetiche e nella ricerca di nuovi antibiotici.
## Argomentazioni filosofiche sulla relazione tra fantasia e algoritmo
### La tesi: la fantasia crea l’algoritmo
La prima tesi sostiene che la fantasia umana sia il fondamento e l’origine di ogni algoritmo. Questa posizione si basa su diverse argomentazioni filosofiche:
1. **Priorità ontologica della mente umana**: Gli algoritmi sono creazioni della mente umana, prodotti dell’immaginazione e della capacità di astrazione. Prima che un algoritmo possa esistere, deve essere concepito da una mente capace di fantasia e creatività.
2. **La fantasia come facoltà generativa**: La fantasia, intesa come capacità di combinare creativamente le immagini mentali, è essenziale per la creazione di nuovi algoritmi. Come sottolineato dal filosofo Riccardo Manzotti: “Galileo Galilei, uno dei più grandi innovatori della storia, sottolineava che per trovare il sommo bene bisogna procedere per il contrario, utilizzando l’invenzione e la fantasia per osservare il mondo in modi nuovi e inaspettati.”
3. **Il valore come creazione umana**: Gli algoritmi operano in un sistema di valori predefiniti, mentre l’intelligenza umana crea valore in un sistema aperto. Come afferma Manzotti: “Il valore non può essere quantificato o misurato, poiché è il risultato di un percorso esistenziale che coinvolge variabili emotive, comportamentali, razionali e irrazionali.”
4. **La creatività come rottura degli schemi**: La vera innovazione algoritmica richiede una rottura con i paradigmi esistenti, qualcosa che solo la fantasia umana può realizzare.
La fantasia non è solo all’origine degli algoritmi, ma continua a guidarne lo sviluppo e l’evoluzione attraverso l’intuizione, la formulazione creativa di prompt e la capacità di immaginare nuove applicazioni e contesti.
### L’antitesi: l’algoritmo crea la fantasia
La tesi opposta sostiene che gli algoritmi, lungi dall’essere meri prodotti della fantasia umana, contribuiscono attivamente a plasmarla e a espanderla:
1. **Coevoluzione di mente e tecnologia**: La mente umana e le sue tecnologie, inclusi gli algoritmi, coevolvono in un processo di influenza reciproca. Come osserva Manzotti: “La tecnologia sta creando macchine sempre più simili agli esseri umani e viceversa. Lavorando a stretto contatto con questo tipo di tecnologie, le persone tendono a imitarle.”
2. **Espansione degli orizzonti immaginativi**: Gli algoritmi, specialmente quelli di intelligenza artificiale generativa, possono espandere gli orizzonti della fantasia umana mostrando possibilità che non sarebbero state considerate altrimenti.
3. **Superamento dei limiti cognitivi**: Gli algoritmi possono aiutare a superare i limiti cognitivi umani, permettendo di esplorare spazi di possibilità troppo vasti o complessi per essere immaginati dalla mente umana da sola.
4. **Creazione di nuovi linguaggi e paradigmi**: Gli algoritmi possono generare nuovi linguaggi, metafore e paradigmi che influenzano il modo in cui gli umani immaginano e concettualizzano il mondo.
Gli algoritmi non sono solo strumenti passivi, ma possono diventare partner attivi nel processo creativo, stimolando la serendipità, amplificando la creatività umana e fungendo da co-creatori in un processo di generazione di fantasia.
### Sintesi dialettica: una relazione circolare e simbiotica
Una sintesi delle due posizioni precedenti suggerisce che la relazione tra fantasia e algoritmo non è unidirezionale, ma circolare e simbiotica:
1. **Circolarità creativa**: La fantasia umana crea algoritmi che, a loro volta, espandono e stimolano nuove fantasie. Questo ciclo di feedback positivo crea una spirale ascendente di innovazione e creatività.
2. **Complementarità cognitiva**: La fantasia umana e gli algoritmi hanno forze complementari. La fantasia umana eccelle nell’intuizione, nell’empatia, nella comprensione contestuale e nella creazione di significato, mentre gli algoritmi eccellono nell’elaborazione di grandi quantità di dati, nell’identificazione di pattern complessi e nella generazione di variazioni.
3. **Il “nuovo genio” ibrido**: Come suggerito nell’articolo sulla filosofia dell’innovazione, stiamo assistendo all’emergere di un “nuovo genio” che “incarna questa alleanza trasformativa, in cui l’intuizione e l’esperienza umana si fondono con le capacità analitiche senza precedenti dell’IA per spingere i confini della cognizione, delle intuizioni e della creatività.”
4. **Umanesimo tecnologico**: La sintesi più promettente è quella che mantiene l’umano al centro, utilizzando gli algoritmi come estensioni e amplificatori della fantasia umana, piuttosto che come suoi sostituti.
## Conclusioni
La relazione tra fantasia e algoritmo è complessa e multidimensionale, resistendo a semplificazioni unidirezionali. Piuttosto che chiederci se sia la fantasia a creare l’algoritmo o viceversa, potremmo considerare entrambi come parti di un ecosistema cognitivo più ampio in cui mente umana e tecnologia coevolvono e si influenzano reciprocamente.
In questa prospettiva, la domanda “È la fantasia a creare l’algoritmo o l’algoritmo a creare la fantasia?” rivela la sua natura dialettica: entrambe le proposizioni contengono verità parziali che, quando sintetizzate, offrono una comprensione più profonda della relazione tra creatività umana e innovazione tecnologica.
La sfida filosofica del nostro tempo non è scegliere tra fantasia umana e potenza algoritmica, ma trovare modi per integrarle in una sinergia che amplifichi il potenziale creativo dell’umanità preservando al contempo i valori umanistici di significato, scopo e dignità.
Come evidenziato nell’articolo sul connubio di innovazione e umanesimo: “In definitiva, la creatività umana e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale può essere vista come un rapporto sinergico in cui l’IA può fornire nuove risorse, strumenti e possibilità, mentre gli esseri umani portano la loro creatività, intuizione e capacità di dare significato e valore a ciò che viene generato.”
Questa visione integrata ci invita a superare le false dicotomie e ad abbracciare una comprensione più ricca e sfumata della creatività nell’era digitale, in cui fantasia e algoritmo non sono antagonisti, ma collaboratori in un’impresa comune di esplorazione e innovazione.
La risposta alla domanda iniziale, dunque, non è “o… o”, ma “e… e”: è la fantasia a creare l’algoritmo e l’algoritmo a creare la fantasia, in un ciclo virtuoso di reciproca influenza e potenziamento che rappresenta una delle frontiere più affascinanti del pensiero contemporaneo.
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Published on April 02, 2025 07:16
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Antonio   Gallo
Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.
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