PRIMORDIALE BELLEZZA – LUCIA VALCEPINA

Edito: Docu
Un enorme ringraziamento a Docu (e ad Alessandro) per la copia di questo libro!
Non ho problemi ad ammettere che, prima della lettura di questo libro, Carla Badiali era una figura a me sconosciuta.
E che gran perdita, sul serio.
Nata all’inizio del ‘900 a Novedrate, è stata pioniera e una delle più importanti esponenti dell’astrattismo di Como, oltre che un’impavida partigiana.
La sua lotta contro il fascismo, contro il nero che voleva ricoprire ogni cosa, non era visibile soltanto nei suoi quadri, ma in ogni aspetto della sua vita.
La minaccia del regime, così opprimente per la libertà personale e per gli artisti desiderosi di esprimere la propria individualità, colpì Badiali ancora più da vicino: suo marito Alessandro Nahmias, partigiano di origine ebrea, venne inviato a Mauthausen, esperienza alla quale riuscì a sopravvivere, ma che cambiò per sempre la sua vita, e quella della moglie.
Valcepina, con un linguaggio estremamente evocativo, carico di forme spigolose e delicate, colori caldi e scuri, di consistenze ruvide come il vento invernale che graffia la pelle e morbide come la seta più pregiata, ci racconta la storia di una donna dalla quale è impossibile non essere conquistati.
Una vita tra ombre e luci, non solo nei quadri e nei tessuti, ma nella lotta segreta che portava avanti per aiutare la Resistenza, e quella alla luce del sole per rivendicare la propria libertà, i propri diritti, sé stessa di fronte al mondo intero.
Ricostruendo tutte le tappe principali della vita di Badiali, e grazie alle testimonianze di uno dei suoi figli, Valcepina ha scritto una versione romanzata di una storia dalla forza difficile da contenere.
Tra riunioni clandestine e gruppi armati, astrattisti e combattenti, l’arte come balsamo per l’anima e l’inarrestabilità della modernità che trascina con sé tutto ciò che è vita, che è vivo, che è in grado di mutare ed è disposto a farlo, ci muoviamo in una Como vibrante e pronta a risollevare la testa, senza arrendersi mai.
Onestamente, non saprei dire se al liceo abbia mai sentito parlare di Badiali, ho ricordi nebulosi di quegli anni, ma per non perdere troppo la faccia ho deciso di affermare con certezza che no, il suo nome non compariva nel programma di storia dell’arte, e credo che questa sia una grandissima perdita.
Non posso assolutamente definirmi amante dell’astrattismo, ma credo fermamente nella potenza dell’arte, in qualunque forma decida di esprimersi.
E se l’arte è accompagnata da una lotta vera e propria contro l’oppressione, va da sé che Badiali schizza in cima alla lista delle grandi figure del nostro paese (che D’Annunzio spostati proprio).
Con una dolcezza piena di calore ma mai stucchevole, una precisione dal tratto deciso ma mai didascalico, Valcepina ha scritto un romanzo dal quale Badiali prende corpo e voce, riemerge con brillantezza e si mostra per la donna audace e piena di vita che è stata.
Una lettura appassionante per la storia, per l’arte, per la politica, per il cuore da combattente di chi non si arrende.
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