Dio continua ad essere un “rischio”

Foto@angallo
Quando l’indimenticabile Giuseppe Prezzolini, nel suo libro “Dio è un rischio”, pubblicato nel 1969, affrontò il problema, avevo cinquanta anni di meno.
Erano tematiche di profonda inquietudine esistenziale e religiosa. Attraverso questo saggio, Prezzolini esplorava la sua personale crisi spirituale e il rapporto complesso con la fede. Si chiama ancora oggi inquietudine religiosa.
Prezzolini svolgeva una ricerca interiore che non si risolveva in una conversione definitiva, ma piuttosto in un riconoscimento della difficoltà di trovare risposte certe.
Non prevedeva una soluzione religiosa alla sua condizione, riflettendo su come la fede possa essere percepita un “rischio” da affrontare. Criticava la cultura contemporanea del tempo. Una critica ancora valida oggi.
Il libro si inseriva in un contesto di opposizione nei confronti della cultura del suo tempo. Evidenziava l’assenza di certezze e il relativismo che caratterizzano ancora oggi la società moderna.
Prezzolini invitava a considerare Dio non come una risposta sicura, ma come una sfida da affrontare. Una riflessione personale come solo lui sapeva fare. La sua scrittura era intrisa di esperienze intime e di una profonda introspezione.
Egli rifletteva su come la sua vita lo aveva portato a vedere Dio come un elemento di “rischio”, piuttosto che come un rifugio sicuro. Dio è un rischio rappresentava il tentativo dello scrittore di confrontarsi con le sue paure e le sue incertezze riguardo alla fede, proponendo una visione del divino che è più un interrogativo che una risposta.
L’ho riletto oggi e mi rendo conto che il “rischio” è la parola giusta. Credere in Dio è un rischio perché non si può affrontare l’incertezza e la complessità dell’esistenza umana con una semplice accettazione di dogmi.
Prezzolini pensa che l’umanità sia prigioniera di una condizione di malvagità e confusione, dove il bene e il male non sono facilmente distinguibili. La fede, per lui, si oppone alla logica razionale, creando un conflitto tra scienza e spiritualità.
Egli afferma che Dio è “impossibile nella logica, ma possibile solo nella preghiera”. La ricerca di Dio può portare a delusioni, poiché la realtà non offre risposte chiare e soddisfacenti alle domande più profonde dell’esistenza.
Ci sono diverse argomentazioni contro la fede come ad esempio l’incoerenza tra l’idea di un Dio onnipotente e la presenza del male e della sofferenza nel mondo.
L’uomo si interroga su come un Dio perfetto possa permettere ingiustizie e dolori, trovando insoddisfacenti le risposte teologiche che cercano di giustificare tali contraddizioni. Egli critica l’idea che la fede possa essere sostenuta dalla sola ragione, sostenendo che la ragione ha limiti e non può fornire risposte definitive.
La fede, per lui, è una scommessa che richiede coraggio. Ma l’uomo è chiuso nella sua solitudine verso la ricerca di un impossibile significato.
Anche se gli uomini possono espandere il loro mondo attraverso esperienze, rimangono fondamentalmente isolati nelle loro riflessioni e nel loro rapporto con il divino.
Prezzolini rifiuta l’approccio dogmatico alla religione, vedendo nella fede solo una potente vitalità piuttosto un insieme di verità assolute.
Ho appena finito di aggiornare il mio tentativo di fede leggendo tre libri su questo “rischio”. Vedete qui di seguito le copertine. Vi dò un appuntamento di lettura qui su MEDIUM.
Dove la disperazione raggiunge il limite, lì c’è DioDio esiste? Il grido dell’uomo che chiede salvezzaLa fede se non viene pensata, non è fede[image error]
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Published on December 14, 2024 13:16
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Antonio   Gallo
Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.
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