L’IMPULSO – LIDIA YUKNAVITCH

Voto: 8/10

Edito: Nottetempo

Questa è la storia di Laisvė che, dopo aver perso la madre, il fratellino e, infine il padre, inizia a viaggiare nel tempo attraverso le acque dell’universo, spostando oggetti e persone, riunendo chi si è separato, ricreando ciò che è andato distrutto.
Questa è la storia di Frédéric, l’uomo che ha progettato la Statua della Libertà, e della sua amata cugina Aurora, che sopravvive alle ferite del corpo e dell’anima per portare salvezza a chi la circonda.
Questa è la storia degli uomini e delle donne che hanno camminato sul ferro, nel cielo, per costruire la Statua della Libertà, e del futuro (a noi non troppo distante) in cui lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento delle maree contribuiranno alla riformazione del mondo.
Questa è la storia di Mikael, rinchiuso in un istituto di detenzione per minorenni, alla ricerca della neonata che gli è stata sottratta.
Questa è la storia di Lilly, figlia di un uomo che ha compiuto terribili crimini di guerra, e che cerca il suo posto nel mondo e dentro di sé.

Questa è una storia di mille corpi che ne compongono uno solo; mille voci e mille strade che sembrano muoversi parallele fra loro, ma che convergono verso un fulcro luminoso; questa è la storia dei mille pezzi che compongono Lidia.

È relativamente facile riconoscere il suo viso, la sua mano, i suoi occhi, i suoi capelli, nascosti in bella vista praticamente in ogni frase.

Il flusso del tempo e dell’acqua e dello spazio si muove intorno a noi, trasportando luoghi e persone in un vortice senza fine.

Di sicuro non è un libro adatto a tutti, e non so neanche se sia stato un libro adatto a me.

Yuknavitch conosce alla perfezione l’arte dello storytelling, e sa esattamente come muoversi per rimescolare quelle regole a cui siamo tanto attaccati e creare così qualcosa di sublime e liminale.

Gli svariati personaggi che incontriamo non sono particolarmente approfonditi, sono abbozzati, sono fumosi, sono ritratti fatti con gli acquerelli i cui bordi hanno iniziato a svanire, le loro voci si assomigliano tutte fra loro, e trasmettono uno stesso messaggio di libertà e vita che si diffonde attraverso i secoli e i chilometri.
Le singole voci non sono importanti, non quanto il coro umano e sovrannaturale che si innalza come un’onda gigantesca.

Tutte le cose che ho imparato a riconoscere come “parti di Lidia” sono presenti in questo romanzo, e ne sono il cuore pulsante, con l’acqua e i bambini al centro di tutto.

Ci sono la maternità e l’essere figli, l’individualità e l’appartenenza a qualcosa di più grande, la religione e il sesso, i desideri e il corpo, la perdita e la rinascita, la libertà e la femminilità e l’umanità, in un’unione che non ha inizio e non ha fine.

Il suo stile si alza e si abbassa con la marea, sommergendo le pagine con frasi di una dolcezza straripante, di un sentimento così chiaro e limpido e, con il ritirarsi delle acque, riportando alla luce tutti gli aspetti più crudi e sporchi e umani che compongono le nostre vite.

Ci sono tante piccole cose che, separatamente, ho apprezzato moltissimo, perché Yuknavitch è davvero una penna particolare, tagliente e acuta, che nasconde una potenza incredibile; al tempo stesso, però, come opera completa, l’ho trovata un po’ troppo dispersiva e a tratti confusa.

Di sicuro non è un libro che lascia indifferenti, ma che ci spinge a ragionare sulle connessioni tra persone, con i luoghi, tra causa ed effetto, su ciò che sembra impossibile e ciò che possiamo davvero raggiungere.

Lidia si muove sul confine fra realtà e fantasia, in una specie di allucinazione dai colori vividi e il sapore pungente, in un inno alla forza di volontà e al desiderio di vivere, alla lotta all’oppressione e agli aspetti fondamentali della natura umana, unendo corpo e spirito per un grande tuffo nell’oceano che è la culla della vita.

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L’impulso

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Published on July 13, 2024 01:05
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