In conversation with…
Come capita alle persone che le realizzano, vale anche per le loro opere la massima di John Donne. E quindi, è certo, nessun libro è un’isola. Rilancio: nessuna storia è un’isola. E men che meno una storia di fantascienza, il genere più autoreferenziale e permeabile di tutti, in grado di prestarsi a una serie infinita di ibridazioni e contaminazioni, già predisposto per innesti di corpi solo apparentemente estranei.
Le visioni fantascientifiche permeano il nostro immaginario e, allo stesso tempo, ogni opera di fantascienza assimila ciò che può dal mondo esterno: che siano le inquietudini del reale (la paura del futuro, l’angoscia del presente, o – perché no? – la nostalgia di un futuro possibile, la mancanza di un presente perduto) o le suggestioni dell’immaginario. Ogni cosa è parte di tutto e, parafrasando Thomas Pynchon, tutto è connesso.
Ricordi proibiti è un romanzo in dialogo con molte opere che lo hanno preceduto o che nel corso del tempo, per via della lunga opera di riscrittura che lo ha interessato, gli si sono affiancate. Influssi, ascendenze e parallelismi che è pressoché impossibile tracciare univocamente in una mappa esaustiva, ma i cui echi sicuramente risuonano nella testa dei lettori più attenti. E quindi, siccome ogni libro conversa non solo con altri libri e altre opere d’ingegno, ma anche con i suoi lettori – e guai se così non fosse – un po’ per divertimento, un po’ anche in segno di omaggio e rispetto per chi ha letto, sta leggendo o leggerà il mio libro, ho voluto riunire in questi due mosaici che trovate qui di seguito un po’ di locandine e copertine di opere che lo hanno ispirato e in qualche modo hanno trasferito i loro geni nel DNA di Ricordi proibiti.
Voi ne avete altri da segnalare?

