PAURA – STEFAN SWEIG

Voto: 8/10

Edito: Adelphi

Irene Wagner è una donna che ha raggiunto i trent’anni, è sposata con un avvocato di successo ed ha due figli, vive in un bell’appartamento di cui non deve occuparsi perché c’è la servitù a svolgere il compito e, da un po’ di tempo, in segreto, ha iniziato ad incontrarsi con un giovane insegnante di musica, il suo amante.
Non sa neanche lei perché abbia ceduto alle sue lusinghe, in fin dei conti non può lamentarsi del suo matrimonio, ma quel giovane è riuscito a conquistarla.

Finché un giorno, uscendo dall’appartamento dell’amante, si imbatte in una donna.
Irene non la conosce, ma ella sembra conoscere Irene.

Le rinfaccia l’adulterio, la insulta e la denigra, e Irene fugge in preda all’angoscia.

Da quel momento, la donna inizia a perseguitarla, non solo personalmente (ricattandola), ma anche psicologicamente, perché Irene non riesce a liberarsi dalla paura di essere scoperta.
Decide di lasciare il suo amante, ma suo marito sembra osservarla con occhio diverso, e lei teme di essere stata scoperta.

In un vortice di paura, vergogna e senso di colpa, seguiamo Irene fino in fondo alla spirale nera.

Non conoscevo Zweig, e questo romanzo breve (o lungo racconto?) mi ha preso completamente alla sprovvista.

Un viaggio breve ma intenso, intensissimo, nella psiche e nell’anima di una donna.

L’azione raccontata nel romanzo è poca, perché Zweig si concentra più sulle paure crescenti della sua protagonista, su questo senso di colpa che, implacabile, si fa strada dentro di lei, occupando ogni suo pensiero e sconvolgendo completamente la sua mente.

All’inizio dell’opera credevo, addirittura, che la ricattatrice fosse una specie di personificazione della colpa che Irene provava, che l’avesse immaginata, partorendola dalla propria mente, e avesse trasferito in lei il suo desiderio di tornare alla sua famiglia, a suo marito, alla sua casa sicura.

Il finale, invece, rivela tutta un’altra storia, in parte inaspettata e che riesce bene a colpire il lettore.

Zweig ha una penna acuta e trascinante e, grazie alla sua protagonista imperfetta e in cerca di salvezza, riesce a fare dei ragionamenti molto interessanti e di grande valore sull’espiazione delle colpe e il pentimento, la debolezza e la forza umana, il pentimento e la rinascita.

E mentre Irene cade dentro di sé ed inizia a mostrare segni di cedimento a tutti quelli che la circondano, noi precipitiamo insieme a lei, consapevoli che i suoi sono errori umani e la sua sofferenza è completamente ed umanamente condivisibile, se non nel caso specifico, almeno nel sentimento che ne scaturisce.

Una lettura che, in poche pagine, riesce a coinvolgere il lettore ed a farlo immergere nel mare nero della colpa e della pena.

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Published on April 02, 2024 00:54
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