Un capolavoro incompiuto

Il tema della vita, del suo senso e del suo fine, è stato da sempre dominante nella letteratura di tutti i tempi e di tutte le civiltà. Si va da un amore viscerale per le manifestazioni esistenziali in tutte le loro forme, ad un odio spesso spietato ed incomprensibile.
La citazione qui sopra è di uno scrittore agnostico che non si poneva alcuna preoccupazione di trascendenza. E’ tratta dal romanzo di Vladimir Nabokov intitolato “Fuoco Pallido”, uscito nel 1962.
E’ un ritratto di una certa gioventù che sciala la propria esistenza, sotto la coltre di apparente decoro ed efficienza discutibili. E’ una citazione per la quale sono riuscito a trovare in Rete una immagine abbastanza pertinente.
Uno scenario naturale sconfinato nella sua misura e bellezza, in un duplice riflesso che diventa riflessione, la realtà e la sua proiezione, con all’orizzonte due figure umane che si perdono nel loro cammino.
Più che un cammino sembra una esplorazione, quella della vita, in cerca del suo segreto, una realtà che può essere spiegata, almeno così sembra, con la scienza. E una prova ne è questa bella immagine che sembra portarci al cuore del problema che resta poi nel mistero.
Non basteranno, infatti, la psicologia e le altre varie discipline storico-sociali a trovare il significato del viaggiare ed esplorare di quelle due figure umane che sfilano silenziose tra quelle altezze.
Le stesse figure sembrano essere soltanto due note esplicative in calce alle pagine di un poema quale quello che si può immaginare riprodotto dalla stessa immagine.
Resta la domanda, nonostante tutto il vagare, cercare ed interpretare di queste due simboliche figure umane, sul senso, significato e ragione d’essere del tutto. Un capolavoro senza dubbio, immenso, misterioso ed incompiuto.
La manifestazione esteriore di una realtà che supera quelle due simboliche figure all’orizzonte, che pur facendo parte del progetto e dello scenario, non riusciranno mai a trovarne una ragione.
Esse ci riportano alla mente i versi di Friedrich Holderlin: “Was ist der Menschen Leben? Ein Bild der Goddheit!” (che cos’è la vita umana se non un’immagine della divinità?) Una presenza che, senza dubbio, deve avere un inizio ed una fine nel suo infinito divenire.
Di questo Nabokov non ne fa parola. Ma è chiaro che il suo pensiero lo porta a sottendere. Quelle due minuscole figure umane, insignificanti solo in apparenza, danno un senso al tutto con il loro essere solo “note a piè di pagina” ed allo stesso tempo concorrono a completare il capolavoro che altrimenti non avrebbe ragione di manifestarsi.[image error]
Published on October 26, 2023 11:15
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