Come parlare di un “libro” senza averlo mai letto

Ho letto questo libro nella versione kindle in inglese e mi sono reso conto di quanto sia cambiato il modo di leggere i libri con l’avvento della Informazione Tecnologica (IT). Il cambiamento non riguarda soltanto la lettura, è coinvolto tutto il modo di pensare, comunicare, scrivere e condividere. Tutto cio’ che era considerato “sapere” e un tempo era cartaceo, oggi, dopo la rivoluzione IT, è diventato digitale. Una rivoluzione ancora in atto e nessuno può dire come e quando si concluderà.
Non si tratta di decidere chi vince e chi perde, cosa è meglio o peggio, bene o male, passato o futuro, cartaceo o digitale. E’ soltanto una questione di scelta in funzione dei grandi cambiamenti che non sono soltanto tali, bensì delle vere e proprie mutazioni. La realtà che ci circonda può essere letta, indagata, conosciuta e condivisa in molti e diversi modi: si può parlare di una realtà anche senza averla mai conosciuta. La IT la inventa, la crea, la ricrea e la trasforma, reinventandola, facendola diventare anche “altro”.
L’informazione di un libro in rete, digitale com’è, non è reale ma virtuale. Ne puoi conoscere l’esistenza come essenza narrativa, metafisica mentale, nello scambio di informazioni tra i fruitori coi loro messaggi e segnalazioni su ciò che è considerato essenziale. Ti trovi così a parlare e leggere “qualcosa” (una idea, un progetto, un programma, un evento, un personaggio) che non hai tra le mani come un libro, ma una realtà conoscitiva che cresce sempre più man mano che si diffonde, si rinnova e si trasforma in bits & bytes.
Ti trovi, insomma, a parlare di qualunque cosa che non conoscevi prima e che hai imparato a conoscere man mano che la comunicazione si diffonde. Qui si tratta di un libro. Basta la parola, il titolo. Ma, allora, dirà qualcuno, c’è il rischio di creare, dare vita a irrealta’ e falsità, sciocchezze senza fine. Non è così. Il tema c’è, qualcuno l’ha trattato, ne ha scritto, comunicato, condiviso, qualcun altro ha raccolto il messaggio, l’ha trasformato in un tema, una argomentazione, una discussione, una ricerca che si distende e si definisce, autorinnovandosi senza freno.
Basta il solo titolo di questo libro, che esiste in versione cartacea ma che io ho letto in versione digitale, per giunta in un’altra lingua, a darmi la possibilità di parlarne con altri che magari non l’hanno fatto, eppure ne parlano e ne discutono con me e con altri i quali si trovano nelle medesime condizioni. Che significa tutto questo? Semplice: quando entro nella mia biblioteca digitale qui su librarything o goodreads, scelgo un “libro”, che libro non è, ma soltanto un titolo e comincio a tessere il filo.
Mi trovo così a confrontarmi con le migliaia di recensioni, commenti, citazioni che sono state fatte in tutte le lingue. Ecco come diventa possibile parlare di un libro senza averlo mai letto. Se Pierre Bayard, autore di questo libro, fosse responsabile di Goodreads o di Librarything, alle tre categorie standard assegnate ai libri catalogati, letto, in lettura, voglio leggere, aggiungerebbe anche quella di “sconosciuto, “non posseduto”.
Un argomento, un personaggio, un evento, una storia, problema, qualunque cosa può diventate argomento di discussione e di confronto. Perché noi siamo più che semplici rifugi per le nostre biblioteche interiori, siamo la somma di questi libri, siamo dei libri viventi, aperti alla narrazione, alla scoperta degli altri e di noi stessi.
A poco a poco, questi libri ci fanno diventare quello che siamo, e non possono essere separati da noi senza farci soffrire. Commenti che sfidano i libri nelle nostre biblioteche interiori, attaccano ciò che è diventato parte della nostra identità, possono ferire noi fino al centro del nostro essere. Bayard definisce “libri che non hai letto” in senso ampio, inclusi gli ovvi “libri mai aperti”, ma aggiungendo “libri sfogliati”, “libri di cui hai sentito parlare ma che non hai mai letto” e “libri che hai letto ma che hai dimenticato.
“Intessuto di fantasmi che appartengono a ciascun individuo e delle nostre private leggende, il libro interiore individuale è attivo nel nostro desiderio di lettura, e cioè nel modo in cui cerchiamo e poi leggiamo dei libri. E’ questo l’oggetto fantasmatico in cerca del quale vive ogni lettore, del quale i libri migliori che incontrerà nel corso della sua vita non saranno che dei frammenti imperfetti, stimolandolo con ciò a proseguire la lettura”.
Il saggio di Bayard è un testo di teoria della lettura a vocazione critica, si pone l’obiettivo di alleviare l’angoscia originata dalla non lettura, fonte di un senso di colpa inconscio, e di indagare e descrivere le modalità di frequentazione dei libri e le forme di incontro con i testi, che stanno a metà strada tra il leggere e il non leggere. Il luogo astratto dove hanno luogo queste situazioni è la biblioteca nelle sue diverse forme: collettiva, interiore, virtuale e l’oggetto che attiva la nostra partecipazione è il libro: di copertura, interiore, fantasma.

Published on September 28, 2022 05:54
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