La Guerra di Corinto (Parte I)

Durante la guerra del Peloponneso, conclusa nel 404 a.C., Sparta aveva goduto del sostegno della maggior parte delle poleis greche e dell’Impero persiano, finito il conflitto un certo numero di isole del mar Egeo passarono sotto il suo controllo. Questa solida base di sostegno, tuttavia, si frammentò negli anni successivi. Infatti, nonostante la vittoria fosse stata ottenuta dalla Lega peloponnesiaca, solo Sparta ricevette il bottino conquistato agli sconfitti e i tributi dell’antico Impero ateniese.Tebe, alleata di Sparta durante la guerra, non venne premiata per il contributo dato alla causa spartana, così in risposta sospese gli aiuti conferiti fino ad allora, offrendo addirittura asilo ai democratici ateniesi in esilio, vittime delle persecuzioni perpetrate dai 30 tiranni.

Gli alleati furono ulteriormente delusi nel 402 a.C., anno in cui Elea, una città membro della Lega, che aveva fatto infuriare gli Spartani nel corso della guerra del Peloponneso, venne attaccata. Ora Elea di fatto la polis che organizzava le Olimpiadi, dato che gli arbitri dei giochi, gli Hellanodikai, erano suoi cittadini, così l’opinione pubblica greca di allora condannò l’azione; Corinto e Tebe ne approfittarono così per non inviare truppe in aiuto a Lacedemoni.

A complicare la situazione, vi era anche la questione dei rapporti tra Sparta e la Persia: i Lacedemoni aveva vinto il lungo duello con Atene, proprio grazie ai finanziamenti di quello che era considerato il nemico storico dei Greci. Oltre a danneggiare la loro immagine pubblica, portò a livello politico una serie di diatribe e controversie di difficile soluzione.

Nonostante i proclami, Sparta non poteva intervenire, a differenza di Atene a supporto delle città della Ionia, perchè erano sotto il controllo del suo principale alleato, Ciro il Giovane, sì, colui che con la sua ribellione darà il via alle vicende dell’Anabasi; però poteva intervenire nell’Ellesponto, che era sotto il controllo del satrapo Farnabazo, nemico di Ciro il Giovane. Così, Sparta, approfittando di queste divisioni tra i persiani, il controllo delle polis della regione con governi oligarchici istituiti da Lisandro, che però furono aboliti dai Lacedemoni, nel timore che il generale volesse utilizzarli come base per effettura una sorta di golpe.

A seguito della battaglia di Cunassa e della morte di Ciro il Giovane, a Sparta si sentirono liberati da tutti i patti: per cui, l’esercito lacedemone sbarcò in Asia già nel 400 a.C., unendo le proprie forze ai soldati rimasti dell’Anabasi. Tra il 400 ed il 397 le operazioni militari erano state condotte dai generali Tibrone e Dercilida, i quali avevano ottenuto scarsi risultati, per di più, cominciavano a scarseggiare i fondi, per cui Sparta chiese aiuto a Tebe, Corinto e Atene, che per i precedenti rancori, risposero picche. i Tebani osarono addirittura interrompere un sacrificio che il re di Sparta Agesilao aveva tentato di eseguire nel loro territorio prima della sua partenza.

Alla fine del 397 giunse a Sparta la notizia che in Fenicia i Persiani stavano preparando una potente flotta da guerra, la quale sarebbe stata verosimilmente utilizzata contro gli Spartani nel mare Egeo. Il suggerimento di Lisandro di inviare in Asia Minore un nuovo esercito al comando di Agesilao fu accolto e nella primavera del 396 il re salpò per l’Asia Minore

La spedizione fu presentata dagli Spartani come una guerra di liberazione dei Greci d’Asia dal giogo persiano, ma in realtà si trattava di un tentativo di rafforzare l’egemonia di Sparta sull’area del mare Egeo conquistandone la costa asiatica. Lisandro desiderava restaurare i regimi filospartani (decarchie) che egli stesso aveva creato in Asia Minore alla fine della guerra del Peloponneso e che erano stati aboliti da Sparta stessa per timore dell’eccessivo potere che Lisandro aveva ottenuto grazie ad essi.Quando Agesilao si rese conto dell’autorità di cui questi godeva in Asia Minore si rifiutò di restaurare le decarchie e ruppe l’amicizia con Lisandro. In Asia Agesilao strinse un’amicizia duratura con lo scrittore ateniese Senofonte, che allora militava nell’esercito spartano e che divenne un fedele estimatore del re.

Sotto la guida di Agesilao la guerra in Asia fu poco più fortunata rispetto agli anni precedenti, riuscendo comunque a limitare il potere nella regione dei due satrapi di Frigia e Caria. Farnabazo venne sconfitto a Dascylium, dove però il comandante spartano dovette desistere nel proseguire l’attacco definitivo, perché privo di cavalleria; mentre l’anno seguente, rafforzato il contingente a cavallo e attraverso uno stratagemma ingannò Tissaferne sconfiggendolo presso Sardi. L’esito della battaglia costò caro al satrapo di Caria, il quale poco dopo fu giustiziato per ordine del Gran Re.

Il suo sostituto, Titrauste, avviò negoziati con Agesilao sostenendo che, essendo morto Tissaferne, che si era guadagnato la fama immeritata di sostenitore principale della guerra, non c’era più alcuna ragione per giustificare la presenza di un esercito spartano in Asia, e proponendo la pace a condizione che i Greci asiatici fossero indipendenti,proponendo la pace a condizione che i Greci asiatici fossero indipendenti, pagando solo il loro antico tributo alla Persia. Agesilao, in assenza di istruzioni dalla patria, acconsentì, e Titrauste lo persuase a far cessare la guerra nella sua satrapia per riprenderla in quella di Farnabazo, e anche lui fornì i soldi per la spedizione. L’idea era di utilizzare i greci per eliminare un satrapo che da lungo era insofferente all’autorità centrale. Il problema è che i persiani fecero i conti senza l’oste: Agesilao non aveva nessuna voglia di tornarserne a casa ed era intenzionato a costruire un dominio coloniale per Sparta.

Così o Titrauste (secondo Senofonte) o lo stesso Artaserse (secondo Plutarco) spedirono un ambasciatore in Grecia, Timocrate di Rodi, con un tesoro di 50 talenti, da distribuire alle principali polis, per corromperle ed invitarle a dichiarere guerra a Sparta. Timocrate visitò Atene, Tebe, Corinto e Argo, riuscendo a persuadere consistenti fazioni in ciascuna di quelle città a perseguire una politica anti-spartana (Senofonte afferma che Atene non accettò questo denaro, ma lo storico neozelandese George Cawkwell, concordando colle Elleniche di Ossirinco, non è dello stesso avviso); le Elleniche, per chi non lo sapesse, sono una storia della Grecia antica, databile fra la fine del V e i primi del IV secolo a.C., di cui ignoriamo l’autore scoperta su frammenti di papiro rinvenuti a Ossirinco, in Egitto.

Timocrate riuscì nella sua missione Tebani, che già in precedenza avevano dimostrato la loro insofferenza verso Sparta, si impegnarono a intraprendere una guerra contro l’odiata nemica. Anche Corinto, dove Timolao tenne un discorso contro Sparta riportato da Senofonte, si unì alla lotta contro Sparta… Così cominciò la guerra di Corinto

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Published on March 21, 2022 08:49
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Alessio Brugnoli
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