Georgette Heyer – Sylvester * Le mie letture

(pubblicato nel 1957, edizione da me letta del 2004 ed. Arrow Books)

Il titolo completo è Sylvester or The Wickled Uncle, cioè Lo zio malvagio, e la malvagità – presunta – di Sylvester è uno dei due cardini del romanzo; l’altro è la schiettezza – che spesso rasenta l’impudenza – di Phoebe, l’eroina.

Il duca di Salford, Sylvester, appunto, decide di prendere moglie, anche se ha già un erede nella persona del nipote di cinque anni, Edmund, figlio di Harry, il suo gemello morto da quasi quattro anni. Parla della propria intenzione con la madre, a cui vuole molto bene e a cui dimostra sempre gentilezza, pazienza e affetto. Le racconta di aver individuato cinque signorine che soddisfano i requisiti che si aspetta di trovare in una moglie e le descrive brevemente le possibili candidate, nessuna delle quali, però, ritiene perfettamente corrispondente ai suoi gusti. La madre non è contenta di sentire il figlio così distaccato nei confronti delle cinque signorine e ancora meno della richiesta di scegliere per conto suo che lui le fa. Sylvester le dice che di solito le madri programmano i matrimoni per i propri figli e lei ribatte che ne aveva pianificato uno solo, quando lui aveva otto anni, con una bambina di tre. Poi gli spiega chi sia la giovane in questione: è Miss Phoebe Marlow, figlia di lord Marlow e della sua prima moglie, che era una sua grande amica, tanto che la nonna di Phoebe, lady Ingham, è la madrina proprio di Sylvester. Dopo qualche tempo il duca decide di accettare un invito nella tenuta di lord Marlow per conoscerne la figlia.

Dal canto suo Phoebe, che ha già vissuto la sua prima Stagione londinese e in quell’occasione è stata presentata al duca, non ha alcuna intenzione di sposarlo, ritenendolo un uomo arrogante e per niente interessato a lei. Phoebe ama cavalcare e andare a caccia e si occupa delle stalle ogni volta che il padre è assente; parla schiettamente e scrive: un suo romanzo (che narra vicende avventurose molto improbabili) sta per essere pubblicato. Peccato che per l’eroe negativo la giovane si sia ispirata proprio al duca di Salford, che a lei è sembrato arrogante e disinteressato agli altri e che nella finzione risulti facilmente riconoscibile.

La rinnovata conoscenza fra Sylvester e Phoebe non vene apprezzata da nessuno dei due, nelle loro brevi conversazioni si scambiano frecciatine e la ragazza vede confermata la pessima opinione che ha di lui e non perde occasione di fargli notare quanto sia arrogante. Il desiderio di evitare un matrimonio che le pare inevitabile la induce a fuggire per chiedere ospitalità alla nonna che vive a Londra, aiutata in questo dall’amico d’infanzia, il coetaneo Tom Orde, il figlio dello squire, un ragazzo dall’indole moto pratica e la testa sulle spalle.

Naturalmente la fuga ha dei risvolti inaspettati che fanno sì che Phoebe abbia modo di rivedere e conoscere meglio, suo malgrado, Sylvester.

La vicenda si complica quando esce – anonimo – il romanzo di Phoebe: presto molti sospettano che sia lei l’autrice e, per quanto lei continui a negarlo, si trova comunque nel mezzo di uno scandalo. La nonna di Phoebe decide di condurla a Parigi insieme a Tom Orde, ma il viaggio si svolge in modo decisamente inatteso…

Insomma, una trama ricca di colpi di scena che portano a situazioni spesso da commedia; il tono è arguto e ironico, come nei migliori romanzi della Heyer (anche se non ho potuto apprezzare a pieno tutte le sfumature avendolo letto in inglese).

I personaggi sono tutti tratteggiati con precisione, incluso il nipote di Sylvester, Edmund, un bambino dalle idee molto chiare, e anche sua madre, che si lamenta con tutti del duca in quanto “zio cattivo”, affermando che non gli interessa del nipote, non gli importa se può farsi male e perfino che non avrebbe voluto occuparsene, frase effettivamente pronunciata da Sylvester sull’onda del dolore quando era morto il fratello ma non rispondente a verità.

Molto dolce la duchessa, la madre di Sylvester; amico leale Tom Orde, così descritto:

Era un giovane simpatico, robusto piuttosto che alto, con un volto fresco e aperto, modi spontanei e tanto buon senso…

Un altro personaggio, per l’importanza che riveste nella storia, si può considerare anche il romanzo che Phoebe, già autrice quando era ragazzina di fiabe per le sorelle, scrive al ritorno dalla stagione londinese, durante la quale ha evidentemente attinto molte idee per la sua storia, dal titolo “L’erede perduto”; benché sia ricco di assurdità ha delle caratteristiche che lo rendono interessante, tanto da pubblicarlo:

Phoebe aveva scoperto in se stessa un dono per i ritratti umoristici e non aveva perso tempo a Londra.

Personaggi

Sylvester Rayne, Duke of Salford

Harry Rayne, gemello di Sylvester, morto da quasi quattro anni

Elizabeth, duchessa di Salford madre di Sylvester e Harry

Ianthe Rayne, vedova di Harry

Edmund Rayne, cinque anni, figlio di Harry

Button, nurse di Edmund

sir Nugent Fotherby, innamorato di Ianthe

Honorable Phoebe Marlow, diciannove anni

Miss Sibylla Battery, istitutrice delle figlie di lord Marlow

Thomas Orde, amico d’infanzia di Phoebe, figlio dello Squire

la vedova Lady Ingham, nonna materna di Phoebe

Verena Ingham, prima moglie di lord Marlow e figlia di lady Ingham, morta quando Phoebe non aveva ancora quindici giorni

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Published on June 15, 2021 22:58
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