Antonio Saro Gallio a Pompei

Sono trentatrè i personaggi che Alberto Angela, autore di questo libro, fa apparire nella sua narrazione sugli ultimi tre giorni di Pompei tra il 23 il 25 ottobre d. C. ora per ora, quando va in scena sicuramente la più grande tragedia dell'antichità.
Tra immaginari e reali, sono soggetti umani che hanno vissuto in prima persona gli eventi in quei tre giorni. Nel racconto vengono descritte in maniera davvero magistrale le tre giornate, lo scorrere delle ore e dei minuti nelle loro vite.
Non so se è corretto chiamare questa narrazione un libro. In effetti l'Autore, che nasce per formazione naturalista e paleontologo, sa essere anche giornalista e divulgatore scientifico. Lo fa in maniera tanto elastica quanto moderna.
Alberto Angela è anche autore e conduttore di programmi televisivi di grande successo, in una logica culturale ereditata dalla ditta e dal nome paterno, Piero, anche lui grande comunicatore sia di storia che di scienza, nel passato come nel presente e nel futuro.
In poco meno di cinquecento pagine questa narrazione può essere "vista" come in un film, un documentario, come srotolata su un papiro, letta su un manoscritto, in un romanzo, un saggio, un reportage. Alla fine si scopre che il libro è tutte queste cose insieme.
Non so quante volte sono stato a Pompei nel corso degli anni, a partire dai tempi ormai lontani della gioventù. Ogni volta da solo o in compagnia, in fuga dalla scuola, il classico "filone", l'avventura amorosa, la gita scolastica, la visita di studio, l'accompagnamento con esperto e ospite straniero. Ogni volta, la visita ha avuto la sua differenza.
Ha sempre, comunque, influito il fatto di essere vissuto a poca distanza da questi luoghi che trovano la giusta collocazione spaziale e mentale nella mappa acclusa alla fine del volume. Vi propongo di leggerla per meglio capire quanto questa lettura, a distanza di tanti anni, abbia fatto la differenza. Per quanto mi riguarda.
La "Campania Felix", la vita di una regione antica e fertile, ricca sia di storia che di cultura, che non ha mai smesso di sorprendere, testimone ancora oggi di un passato glorioso che la rende unica nel mondo. Una questione di storia e di identità.
Polibio, storico greco, individuò i suoi punti di forza: la fertilità, la bellezza, la vicinanza al mare, la possibilità di fruire di scali e di navigazione interna. Fu Plinio a definirla con un attributo ancora oggi spesso citato ed utilizzato, dall’immenso valore simbolico, destinato a grandissima fortuna: “Campania illa Felix”, appunto.
Comprendeva territori che si estendevano dalle pendici del Monte Tifata (a nord) fino a lambire l’area flegrea e vesuviana (a sud). Plinio distingueva la Campania Antiqua, cioè quella del primo periodo, meno estesa e collocata intorno a Capua, dalla Campania Nova, quella della divisione augustea, che comprendeva anche una parte del Lazio, cioè la Campania di Roma.
Dunque, la Campania antica (Antiqua) andava dalle pendici del Monte Massico, al Nord, fino ai Campi Flegrei a Sud. Fu Plinio il Vecchio a parlare di “Campania Felix”, sia per sottolineare la fertilità della regione, sia per distinguere la Campania antica.
Ed proprio la "ditta" Plinio, per così dire, il "vecchio" e il "giovane", a fare da attori e interpreti principali di questa vicenda davvero allucinante ed unica nel suo genere.

Diamo attentamente uno sguardo a questa cartina. Al centro, ovviamente, ha il posto d'onore "Vesuvius". Va ricordato che nasce "dopo" l'evento. Prima era soltanto monte Somma. Sul golfo, lungo il litorale, a partire da Napoli, subito dopo Ercolano, vediamo il luogo dove tutto comincia nella narrazione: la Villa di Rectina.
Chi è costei? "Nobildonna appartenente all'elite romana: organizza un banchetto nella Pompei che conta a poche ore dalla tragedia. Si salverà". Così la descrive Alberto Angela iniziando a presentare l'elenco dei personaggi del suo racconto, in ordine di apparizione.
Prosegue poi con Plinio il Vecchio, lo schiavo Eutico, il politico Gaio Cuspio Pansa, l'affarista Gaio Giulio Polibio, il banchiere Lucio Cecilio Giocondo ... fino a concludere con Tiberio Claudio Anfio, addetto alla gestione della fattoria del banchiere, che si stringe attorno alla sua padrona per proteggerla (come li hanno trovati) e si conclude con Faustilla, usuraia che tenta di riscuotere i suoi crediti persino durante il fuggi fuggi generale.
Non c'è che dire, un ricco campione di vasta umanità. Ci si sarebbe potuto trovare chiunque fosse proveniente da questa vasta regione nella quale abbondavano i traffici e gli scambi. Sarebbe potuto esserci magari anche un "Antonino Saro Gallio", antenato di un reincarnato Antonio Gallo, come quello menzionato qui al link , nella Valle di Tramonti.
Da Pompei, un salto storico in avanti nel Medio Evo di oltre un millennio, ma anche un salto storico all'indietro nella Pompei che si apprestava ad essere distrutta da "Vesuvius" fino ad allora uno sconosciuto vulcano. Se l'Antonio Gallo dei Monti Lattari era un "guarnimentaio" che trafficava dalla Valle del Sarno a quella di Tramonti, nulla ostava a che ci sarebbe potuto essere anche un Antonino Saro Gallio, proveniente dalla falde del Monte Saro, dove si potevano trovare le sorgenti del fiume Sarno, che bagnava Pompei ed alla città dava un ricco porto. Poteva trafficare in oggettistica pregiata con Rectina, la nobildonna dell'elite pompeiana.
Sarno era anche il fiume che permetteva ai pompeiani di trafficare e dava il nome alla città che ancora oggi porta quel nome con la quale Pompei aveva un forte rapporto. Non a caso Alberto Angela cita molte volte nel suo libro sia il paese che il fiume. Dalla mappa si vede chiaramente sia il percorso del fiume la strada che collegava i due paesi.
In un territorio così traboccante di storia qualsiasi evento immaginario può essere pensato come reale, anche se le ceneri del tempo e dei vulcani possono cancellare le tracce degli uomini. Leggendo questo libro, che mi è piaciuto molto e che ha dato senso alla mia identità sui luoghi così come sono stati illustrati in questa mappa, mi è sembrato possibile vivere realtà. Di sicuro, per le possibilità che offre la reincarnazione e per la legge dei "ritorni", può esserci stato un Antonino Saro Gallio, scampato all'evento solo per caso. La lettura di questo libro mi ha convinto ...

Published on June 28, 2020 09:13
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Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.
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