Corpi spenti: Input #10
Edward Hopper e Albert Watson rappresentano il contraltare iperrealistico dell'estetica fantastica di Beksinski. Consiglio la lettura di questo brano di Watson, utile riflessione sulla tecnica e l'esperienza che si può tranquillamente estendere al di là dei confini della fotografia:
Sperimento e mi muovo in molte direzioni diverse, non solo perché sento di poterlo fare ma perché amo questo eclettismo della visione. In un periodo difficile per me, negli anni Settanta e forse anche nei primi anni Ottanta, mi sono molto impegnato a cercare di risolvere una serie di possibili questioni tecniche legate alla fotografia non tanto perché fossi affascinato dalla tecnica, ma perché sentivo un'urgente necessità di sviluppare determinate possibilità creative che avevo chiare in mente e, come sempre in fotografia, riesci a realizzare meglio le cose che vuoi se hai un'eccellente padronanza tecnica. Saper fare: questo è importante; come saper dominare tutti gli aspetti. Quando sei stato fotografo per molto tempo, impari ad utilizzare soluzioni diverse, strade diverse, chiavi e percorsi alternativi, non soltanto dal punto di vista tecnico, ma anche creativo ed emotivo. Se hai un problema particolare da risolvere, puoi far riferimento alla tua esperienza passata e da lì scegliere. Questo rende la tua vita più semplice. Certo, non si smette mai di imparare e più diventi bravo tecnicamente, più il tuo metodo di lavoro diventa fluido. Possiedi un'esperienza emotiva e creativa e quando ti serve, puoi usarla.
Dall'alto: Kate Moss Back, Uma Thurman,
David Bowie, New York City, Jellyfish Tank Series Mandalay Bay, Las Vegas.
Di Albert Watson.