Ed è subito sera.

Sono uscita sul terrazzo. I cactus, gli unici che sopravvivono al mio disordine, crescono rigogliosi come in Nevada.
Dal muro, oltre, distante, si parlotta, e si ridacchia.
E mi siedo sugli scalini ad osservare ciò che resta delle gerbere e una lumaca si nasconde dietro una foglia di non so cosa. E annuso l'aria: carne alla brace e gelsomino. E allora, cerco la felicità nell'estate altrui e non ricordo di essere stata più disperata di così.
Ed è come essere morti perché non so più vivere. E spesso neppure lo voglio.
Avevo piantato rose, e raccolgo spine.
Ma al mio rientro in casa, per te, lascio gli aculei sull'uscio.

Vera Q.
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Published on June 30, 2019 05:51
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