"Panorami" di Gino De Filippo


"La biografia antologica di un uomo del Sud che si è fatto da sè. Un autodidatta nel senso pieno della parola, erede dell'antica tradizione etrusca osco-sarraste della Valle del Sarno. Gino De Filippo: manovale, muratore, imbianchino, carpentiere, disegnatore, progettista, ma anche scrittore, poeta, pittore e sopratutto "mastro" della parola. Un "artista" di quelli veri, senza scuole, accademie o salotti, estraneo alle cronache ed ai circoli chiusi. Solo la quinta elementare, ha frequentato la "scuola della vita" senza mai mancare all'appello, "Masta Gino" è andato alla ricerca del "segno" vero dell'esistenza. Questa è la sua storia, fatta di parole, disegni, pitture in un ambiente naturale che vive in una costante incertezza, tra antiche glorie del passato, momenti drammatici del presente e l'incertezza del futuro". Così scrissi nella presentazione di una antologia a lui dedicata una decina di anni fa. La si trova qui al link in lettura gratuita nella sterminata biblioteca di Internet Archive. 
Il tempo per chi davvero sembra essere nato per scrivere, pur non avendo mai frequentato una scuola, non soltanto non si ferma mai, ma non lo si perde e lo si ritrova, quando meno te lo aspetti. Mettendo ordine tra i miei libri ho ritrovato un dattiloscritto di Gino intitolato "Trenda Sonette e 'llate ccose" una raccolta in vernacolo che mi dedicò nel mese di febbraio del 1992. Ricordo che gli avevo promesso che avrei trovato il modo di farlo stampare e pubblicare. Non mantenni la parola per varie ragioni, prima di tutto la difficoltà di trovare i fondi. Questa raccolta tutta in vernacolo, con una sua introduzione sulla realtà del dialetto, si sarebbe dovuta chiudere, per contrappeso, con questa lunga composizione in lingua inedita che qui di seguito pubblico. Si intitola "Panorami" e lascio ai lettori ogni giudizio di merito. Mi limito a dire che la composizione, a distanza di tempo, mantiene la sua genuina riflessione sulla realtà che il poeta Gino De Filippo ha sempre avuto per tutto l'arco della sua vita, vicino ormai ai suoi novanta anni.
PANORAMI
IUn minuto, un'ora, un giorno,un anno ... No! Un'eternitàl'ala ferita della farfalla;un'eternità l'esilio, il freddoe il silenzio mio, tuo ...Altri cantano gloriedi bandiere gialle. Torneranno,e non sarò io, nè tu,ma sempre altri a sederenel centro del solee fare loro il mondo.
IIPapa padre, Papa figlio;Ministri e Sacerdoti ...ma soltanto il sacrestanosuona campane a morto.Pellicce benedette, gioielli ...oro di sangue puro!Altri parlano di guerre,già combattute e perdute;da combattere e perdere.
IIIUn bosco di silenzio la quercia.Salici e pioppi di lunefra nevrasteniche sere senza fine.Frammenti di pensieri,e si muore col sasso in boccaa mezza voce fra le rive!Le finestre eccellentidominano piazze e fontane.
IVIl sole sta lontano.Il vento apre cieli di nuvole:tempo di grandineper me, per te e non altri.Veli di nebbia le antiche sposee sogni lacerati ...Sono flauti di piombo e fuocoa vestire di festa il morto;a spogliare il mare e le sirene.
VSono falco e formica.Sono fiume silenziosoche scava sotto la culla;nel segreto d'altra luceo di stagioni a venire.Tu metà uomo metà bestianell'agguato di sempre;nel tempo che consumale ore non vissute ...
VIIl cielo è ferito.Il mare giace senza giornidi festa nè gabbiani.Mormora la risaccadove antichi sorrisipiantarono stelle d'incenso,d'oro e mirra.Altri varcano i desertisenza trovare il cammino;vanno, nel grande lago,quasi sperduti, a seminarepromesse già svanite.
VIIEssere suono, canto, fiore,velo di sposa o cascatadi stelle. Andare col ventoper larghe valli e maridove mille cuori apertiattendono l'attesa. Ma tunon canti, nè tendi manial rarefatto aprile; agli occhiancor più vuoti del presente.
VIIICambiano volto le statue.I quadri e le poesiestanno fuori dal paesaggio;dai verdi voli, i teneriprati all'imbrunita sera.Tu nascondi le oredove Ponente di secolicon mille luci vestìaltri mattini a festa.
IXSarò soltanto un numero;un'ombra sospesa nel buio:nel buio che uccide prima del sogno,come altri, ancora altrie altri ancora ...Nel presente vuotofantasmi stranierivestiti a festa suonanomusiche pazze di fredde luci.
XNere e affamate le navie le roulotte bruciano i santi;da Levante a Orientealtari imbanditi ...morti acerbe per me, per tee non altri nel ricambio.Magia di secoli rifatti,di vecchie strofe doratee sermoni di naftalina.
XIQuante storie incompensibilinomi impropri trovatifra malora e malore ...e il mondo invoca Ministri,guerrieri corazzati e imperiprivi di saggezza.Ma i Prèsidi sono assentidurante lo sciopero, i libridi storia non storiasono rottura concettualefra papaline e stripalla Bocconi e all'asilo nido.
XIISono uguali i giornie il canto della civetta;i campanili e le darsene,come il giorno del sabato,di fine mese, fine anno.Le rotative maldestresegnano vessilli e medaglie;Faraoni e Sacerdoticavalcano amore e odio.
XIIINel cerchio quadratosta il cubo, il triangolo e il rombo.Tutto è Babele! E vasperduto nella nebbiala genesi e il dopo.Una fede sospesa vacillameridiani e paralleli:un rincorrere dei padrinell'impura, lunga notte.
XIVRifatela la storia,senza magia di cabala!La madre degli eroiha occhi profondi;nella chioma biancale ferite e la sconfitta.Abbattete simulacri e sciamani:falsi figli del tempo, costruttori di sogni infami.
XVRoma muore e Roma rinasce.Quante Roma nel mondopiantano croci e allori;quanti martiri e vedovevestono secoli d'attesa.Domani, altro giorno vissutodi sogni nel sogno ...e saranno pochi a urlare,gli altri sono assenti.
XVIVorrei essere tutto e niente:sole, pioggia, amore, odio,gioia, dolore, guerra e pace.Ma i giorni sono corti e traditi;sono piaga del cielo,ferita della terra ...come il mare di pietrache non risacca.Vorrei essere altro giornonel tetto della sera,ma per voler di Diosono soltanto io.
dicembre/gennaio 1991/92

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Published on October 27, 2018 09:43
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Antonio   Gallo
Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.
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