Leggete più orrore

Premessa: questo non è un post che vuole stabilire la supremazia del vecchio classico “è sempre meglio il libro del film”, che per quanto mi riguarda ha la stessa valenza del motto “Punk al rogo, metal al pogo”.


Sempre più spesso però mi imbatto in discussioni (non per forza sui social network, esiste anche un mondo qua fuori) in cui l’imberbe oratore snocciola tutta una serie di film horror, secondo lui fantastici, e che riesce nell’intento di suscitarmi il disgusto come nelle peggiori scene di American Psycho (il libro, però). Dato che sono maggiormente un amante dei libri, mi verrebbe da spostare la discussione sull’aspetto letterario dell’horror e chiedere “Ma quali libri hai letto ultimamente che ti hanno spaventato?”


Mi rendo conto, però, che è una domanda oziosa e la ritiro prima ancora di averla pronunciata, perché conosco già la risposta. Nessun libro potrebbe spaventare un lettore che vi cerca il jump scare visto al cinema, perché non ci sono i presupposti.


Come può chi ha apprezzato The Nun e denigrato Hellraiser (perché si vedeva che il sangue era finto) anche solo avvicinarsi a un romanzo? Non vi cerca le stesse cose che vi cerco io. Non cerca la Storia.


Le parole di un romanzo sono sì lì per descrivere l’azione e l’ambiente, ma la mente prende quelle descrizioni e a volte corre davvero con loro nella direzione di qualcosa di  terrificante, perché l’immaginazione conosce le paure più profonde e oscure, ha la capacità di spaventare molto più di una semplice scena sullo schermo. Ma ci vuole devozione e pazienza.


Proprio come leggere letteratura può rendere più empatici mentre ci si concentra sulla psicologia, le relazioni e le motivazioni dei personaggi della storia, i romanzi horror possono terrorizzare, trascinare in quelle intense emozioni provate dai personaggi del libro. Non si sta solo guardando qualcun altro sperimentare l’orrore: lo si vive in prima persona.


Prendete The Shining di Stephen King, per esempio. Innanzitutto, la scrittura di King è così fluida che è facile essere risucchiati e trasportati. Sei dentro la testa del personaggio principale. E’ un ragazzo simpatico, ama sua moglie e suo figlio e ha qualche problema, ma Jack sta cercando davvero di far funzionare tutto. Lentamente, piano piano, si assiste al crescere della sua follia e tutto è così lento che quasi non te ne accorgi nemmeno.


E provate a leggere Cujo in una torrida estate senza aria condizionata, come ho fatto io. Poi mi direte.


Ma non mi aspetto mica che l’imberbe di cui sopra possa capire tutto ciò. Leggere un romanzo horror, d’altro canto, richiede molto più di due ore. Per giorni, settimane o anche mesi, i lettori dell’orrore rimangono immersi durante l’intera giornata: mentre vanno al lavoro al mattino in metropolitana, mentre mangiano il pranzo o si fermano per una pausa caffè, mentre sono a letto.


E quando si legge un romanzo horror si è soli. Quando ci si siede per aprire le pagine di una storia spaventosa, la si legge senza il conforto di nessuno. Chiudere gli occhi non è un’opzione: i lettori non possono distogliere lo sguardo dalle scene che le loro menti stanno creando. Ma non mi aspetto che l’imberbe lo capisca.




Annunci
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on October 26, 2018 02:22
No comments have been added yet.