Ogni uomo è un libro, ogni libro un uomo

Ogni giorno un pensiero. Ogni pensiero un mondo da conoscere. Ogni mondo una goccia di inchiostro che porta alla conoscenza. Ogni goccia riempie il libro dell’infinito. L’infinito si ritrova nei libri che ognuno di noi scrive ogni giorno. C’è chi lo sa e chi no. Chi lo fa consapevolmente e chi non ci riesce. Libri ed esseri umani che formano la biblioteca del mondo. Ogni essere umano è un libro, un libro che lui stesso sta scrivendo: i suoi pensieri e i suoi sentimenti tracciano i caratteri di una scrittura che andrà a incidersi nella materia dei suoi corpi sottili.
Ma quanti lo sanno? Quanti hanno cominciato a scrivere consapevolmente il proprio libro? Da sempre si istruiscono gli esseri umani a lavorare unicamente all’esterno di loro stessi, e bisogna riconoscere che in quell’ambito ci riescono magnificamente, mentre il loro mondo interiore non è che un terreno incolto. Ma tutte quelle creazioni delle quali vanno tanto fieri non appartengono loro veramente: sono creazioni esterne a loro stessi, e dunque spariranno. Soltanto il lavoro che si fa sulla propria materia si registra per l’eternità. Penserete forse che dal momento che quelle creazioni sono interiori, non portano niente a nessuno. Dobbiamo ricrederci: un essere che crea sé stesso, che scrive direttamente il proprio libro, è un benefattore per tutti i suoi fratelli umani, perché è un libro vivente che li inonda del suo calore e della sua luce.
Nel romanzo di Charles Dickens “Le due città” ritrovo la giusta conferma di uno dei miei preferiti aforismi che riguardano i libri: “Ogni uomo è un libro, ogni libro è un uomo”. “Le ombre notturne” è un brano narrativo di chiara impronta psicologica nel quale lo scrittore riflette su una delle maggiori verità dell’esistenza. Ogni persona rimane un mistero per se stesso e per gli altri, sino alla fine. Detto alla mia maniera, se ogni uomo è un libro e ogni libro è un uomo, allora vuol dire possiamo leggere soltanto poche pagine di questo libro chiamato “Uomo”.
“LE OMBRE NOTTURNE. Strana circostanza, degna di meditazione, il fatto che ogni creatura umana è composta in modo da esser per tutte le altre un profondo segreto e un profondo mistero. Una solenne considerazione, quando entro in una grande città di notte, quella che ciascuna di quelle case, oscuramente raggruppate, chiude un suo particolare segreto, che ogni stanza in ciascuna di esse chiude un suo particolare segreto; che ogni cuore pulsante nelle centinaia di migliaia di petti che respirano nella stessa città, è, in alcuni dei suoi pensieri, un segreto per il cuore che gli è più vicino. C'è in questo un senso di spavento pari a quello della stessa morte. Non posso più sfogliare i fogli di questo caro libro che amavo, e spero invano col tempo di leggerlo tutto. Non posso più guardare nelle profondità di quest'acqua insondabile, nella quale, come luci istantanee, m'erano lampeggiati bagliori di tesori sepolti e di altri oggetti sommersi. Era destino che il libro dovesse chiudersi con uno scatto, in sempiterno, quando io non ne avevo letto che una pagina. Era destinato che l'acqua si dovesse rapprendere in un ghiaccio eterno, quando la luce si trastullava sulla sua superficie, e io me ne rimanevo ignaro sulla sponda. Il mio amico è morto, il mio vicino è morto, il mio amore, la diletta dell'anima mia è morta: è il consolidamento inesorabile, la perpetuazione del segreto che fu sempre in quella personalità, e che io porterò nella mia fino all'ultimo respiro. In qualcuno dei luoghi di sepoltura delle città che attraverso, v'è un dormiente più imperscrutabile dei suoi abitanti vivi, nella loro intima personalità, o più imperscrutabile di quel che io non sia per loro?”
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“A wonderful fact to reflect upon, that every human creature is constituted to be that profound secret and mystery to every other. A solemn consideration, when I enter a great city by night, that every one of those darkly clustered houses encloses its own secret; that every room in every one of them encloses its own secret; that every beating heart in the hundreds of thousands of breasts there, is, in some of its imaginings, a secret to the heart nearest it! Something of the awfulness, even of Death itself, is referable to this. No more can I turn the leaves of this dear book that I loved, and vainly hope in time to read it all. No more can I look into the depths of this unfathomable water, wherein, as momentary lights glanced into it, I have had glimpses of buried treasure and other things submerged. It was appointed that the book should shut with a spring, for ever and for ever, when I had read but a page. It was appointed that the water should be locked in an eternal frost, when the light was playing on its surface, and I stood in ignorance on the shore. My friend is dead, my neighbour is dead, my love, the darling of my soul, is dead; it is the inexorable consolidation and perpetuation of the secret that was always in that individuality, and which I shall carry in mine to my life’s end. In any of the burial-places of this city through which I pass, is there a sleeper more inscrutable than its busy inhabitants are, in their innermost personality, to me, or than I am to them?”

Published on May 26, 2018 08:08
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