"Che la terra ti sia lieve ", Padre Raffaele Squitieri

Man mano che il tempo passa, le ombre dei ricordi si allungano mentre, purtroppo, il nostro corpo diventa sempre più breve. La recente scomparsa di Padre Raffaele Squitieri mi porta a riflettere su quanto profondo sia il pensiero espresso dal grande poeta Vincenzo Cardarelli sulla sua idea di “Passato”, così come la espresse nella poesia che porta, appunto, questo titolo: “I ricordi”.
“I ricordi,/queste ombre troppo lunghe / del nostro breve corpo, / questo strascico di morte / che noi lasciamo vivendo / i lugubri e durevoli ricordi, / eccoli già apparire: / melanconici e muti / /fantasmi agitati da / un vento funebre. / E tu non sei più che un ricordo ... “
Versi molto malinconici, il passato visto come una catena di ricordi tristi, appendici dell’uomo. Ad ognuno di noi ricordano la nostra finitudine, il nostro essere effimero e sfuggente. Il poeta pensa al ricordo della donna amata, “trapassato nella memoria”, come qualcosa di suo. Gli appartiene, scorre nelle sue vene. La prova inconfutabile dell’esistenza di un legame che ha dato senso e riempito la sua vita. Ma il tempo, feroce, con il suo scorrere incontrollabile, arriva prima o poi per spazzare via il presente e alimentare il passato.
In maniera molto diversa, ovviamente, sono i sentimenti che desidero esprimere per la dipartita di Raffaele da me conosciuto mezzo secolo fa. Il pensiero della sua scomparsa mi addolora nel presente, non potendolo più incontrare, visitarlo, parlargli, ascoltare le sue omelie nella Chiesa di San Francesco a Maiori. Se mi addolora questa perdita, so anche che mi mancheranno quei momenti in cui, insieme, passeggiando per il lungomare, oppure seduti nel giardino del convento, rincorrevamo, insieme anche a mia moglie, “il ricordo dei ricordi” di un passato comune. 
Un altro convento, un altro paese, un altro mondo, quello, come ho detto, risalente a quasi mezzo secolo fa. Quando insieme a tanti altri studenti ed amici frequentavo il Convento dei Frati Francescani di Sarno. Anni ruggenti, intorno, prima e dopo il famoso “sessantotto”. Diventammo un gruppo di amici compatto ed inseparabili, come soltanto i Frati legati all’insegnamento di San Francesco sanno fare. 
Con Raffaele ricordavo sempre il suo inseparabile amico e confratello Padre Gerardo Rispoli. Sempre insieme, pronti entrambi a discutere di tutto: politica, filosofia, religione ed anche di … rivoluzione. Non sembri strano quello che dico. Quelli erano i giorni nei quali quella parola ricorreva costante sulla bocca di tutti: “la Cina è vicina”, era l’illusione del giorno. Ogni volta che incontravo Raffaele, lui questo slogan maoista me lo ricordava.
Sia Padre Raffaele che Padre Gerardo Rispoli furono nostri ospiti a Polvica quando mia moglie ed io organizzammo una piccola festa per le nostre lauree. Una serata indimenticabile, “ricordi di ricordi”, come ho detto innanzi. E non è vero, quindi, che questi sono sempre ricordi tristi e malinconici. Lui Raffaele, ogni volta che ci vedevamo mi diceva: “Nino Gallo, avevi ragione tu. La Cina è davvero vicina, ma Mao se n’è andato!”. 
Anche Lui ora non c’è più. Ogni qualvolta, durante il mio quotidiano “footing”, che non manco mai di fare sul lungomare di Maiori, guarderò dal Porto il Convento dei Francescani, o entrerò in Chiesa, non potrò non rivolgergli un pensiero ed un ricordo, oltre che una preghiera. Quando lo vidi l’ultima volta, dopo la celebrazione della Messa, era completamente guarito da quella brutta caduta all’ingresso del convento. Il suo volto mi accolse con un sorriso e mi regalò il suo ultimo libro. Mi raccomandò di parlarne sul mio blog. Che la terra ti sia lieve, caro Raffaele ... 
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Published on April 21, 2018 04:27
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Antonio   Gallo
Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.
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