Parlare ai libri

Parla ai libri Parlare ai libri. Una grande, nuova notizia si è diffusa in questi giorni nel mondo della pubblicazione dei libri. Proviene dagli Stati Uniti ed è firmata Google. Non ci sono parole per descrivere al meglio questa novità. Anzi, è proprio di “frasi” che si tratta, cioè di unità elementari di senso compiuto del discorso, di esperienza semantica, di frasi comprese, recepite ed alle quali l’Intelligenza Artificiale sa rispondere, sostituendosi alla intelligenza umana.
Tutto approntato da Google e dai suoi algoritmi: “Parlare ai libri” (Talk to Books) significa fare ricerca a livello di frasi, proposizioni, domande, stringhe comunicative di senso compiuto, rivolte al cervello di Google. La risposta arriverà fornendo a chi ha posto la richiesta non un semplice riscontro/spiegazione, bensì fornirà un elenco di libri nei quali potrà essere trovata la risposta. Sembra una cosa da niente, invece ci sono tutte le premesse per uno sconvolgimento totale e molto significativo nel campo non sono dell’editoria, ma anche della comunicazione e della ricerca.
Sembra si sia trovata la possibilità di far dialogare l’Intelligenza Artificiale con l’operatore dell’ecosistema, cioè ognuno di noi che usiamo la comunicazione digitale. Siamo entrati nel campo delle esperienze semantiche, cioè stiamo per capire come funzionano i meccanismi linguistici umani collegati a quelli digitali.
Cerchiamo prima di comprendere prima, in maniera necessariamente semplificata, come a Google sono riusciti a farci capire e poi rispondere dal computer. Lo facciamo quando digitiamo, o anche facciamo a voce una domanda, usando la lingua di ogni giorno, e parliamo al nostro pc o al nostro cellulare. A Google hanno inserito miliardi di frasi nella sua memoria in forma di domande e di risposte, mettendola  in condizione di poter prevedere e coordinare la domanda e la risposta nel modo migliore possibile. Una volta che l’Intelligenza Artificiale ha “imparato” quei dati, è in grado di prevedere e produrre una logica relativa tra domanda e risposta.
Da una frase aperta si potrà avere una risposta trovata in uno o più libri ai quali fornisce un accesso immediato. La tecnica usata va sotto il nome di “machine learning”. Si tratta di un programma o un sistema che costruisce o prevede un modello costruito con i dati ricevuti. C’è un apposito glossario. Che cosa significa tutto ciò? I dati registrati sono miliardi di dichiarazioni abbinate, coppie semantiche che si riconoscono. Nell’ordine, alla prima segue una seconda. Nel nostro caso, quando facciamo una domanda o scriviamo una dichiarazione, il modello “legge” la frase in migliaia e migliaia di libri in cerca della risposta migliore.
Parliamo di una frase, una domanda, una proposizione, non più una semplice parola chiave, un tag o etichetta. Una novità di non poco conto che porterà senza dubbio a sviluppi importanti ed imprevedibili. Nel caso dei libri significa che la ricerca non verrà più fatta per autore, titolo, editore, argomento. Il libro verrà fuori da una conversazione che potrà avere molte facce, nel senso che avrà diverse provenienze, posizioni culturali, mentali, sociali, convergenti, divergenti, diverse e conflittuali.
“Talk to Books” è in grado di affrontare e rispondere ad ogni sorta di domanda semplice, complessa, triviale, stupida o intelligente, astratta o concreta. Io ho provato domande come queste: Come posso smettere di pensare e addormentarmi?, Cos’è l’amore?, Perchè l’hai fatto? Essere o non essere? Cogli l’attimo. La ricerca semantica è una sfida per l’Intelligenza Artificiale di capire quella umana, della quale, guarda caso, è figlia. Ancora minorenne, per fortuna, ed incapace di intendere e di volere, incapace di capire appieno quello che diciamo. Il suo obiettivo è anche nostro, di noi uomini: comprendere a pieno il senso delle cose, della vita e del tutto.
Quando ho digitato “To be or not to be”, dalle infinite risposte ricevute nei tanti libri che il cervello di Google mi ha proposto, ho capito quanti possono essere i rimandi ed i riferimenti a quanto è stato scritto nel corso del tempo su questa famosa frase di Shakespeare e sulle nostre ragioni dell’essere umani. Penso a quelli che potranno essere gli sviluppi e le applicazioni riferite non solo ai libri, ma anche alle altre attività umane.
La domanda che mi viene da fare e che per il momento, ne sono certo, il sistema non sa ancora darmi una risposta, è quella che riguarda la “virtute e canoscenza” di dantesca memoria: “Saprà mai la IA seguire virtute e canoscenza?”. Se verrà questo giorno, allora, forse, gli uomini saranno costretti a pensare in maniera diversa e migliore di quanto abbiano saputo fare fino ad oggi: la missione in Siria di questi giorni ha visto d uecento milioni di dollari di missili sparati in poche ore. Dov'è finita la "virtute e canoscenza"?
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Published on April 16, 2018 08:22
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MEDIUM

Antonio   Gallo
Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.
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