Review: Invecchiare on-line. Sfide e aspettative degli anziani digitali

My rating: 3 of 5 stars
Mi aspettavo di più da questo libro che ho letto in versione cartacea. L'ho trovato piuttosto "confusing" nel senso che l'autore mette sul tavolo tutto quanto doveva mettere ma poi alla fine non sono riuscito ad assaporare, per così dire, il gusto di "invecchiare on-line".
Mi pare evidente che un lettore come me, nato, cresciuto ed "imparato" in una tipografia tradizionale post gutenberghiana, in un piccolo paese della provincia meridionale italiana, si aspettava che la "sua" vecchiaia non venisse presa in esame soltanto da un punto di vista meramente mercantile, ma anche in maniera evolutiva.
Considerare, infatti, questa stagione della vita come una "diseguaglianza" e quindi una delle cause del "digital divide", mi pare una forzatura per non dire di più. Tutti i momenti, i giorni, i mesi e gli anni suonano disuguaglianze per ognuno di noi, quindi i divari ineluttabili.
Negli anziani è un fatto biologico contro il quale nulla si può fare. Bisogna per questa ragione considerare che un anziano ha dietro di se, sulle sue spalle, un percorso che lo ha formato e al quale non tanto facilmente sarà disposto a rinunziare.
Nel mio caso, ad esempio, tutto nacque sul tipometro della tipografia paterna sul quale imparai a leggere mettendo in linea i caratteri mobili. Una distanza lunare da quella che è la realtà di mia nipote la quale, a soli tredici anni, ragiona con me direttamente in video dal suo cellulare, su Skype o in "hangout" su Google.
Io ci sono arrivato nell'arco di mezzo secolo. Lei ci è nata dentro. Io so che tutta la rete della Informazione Tecnologica non è altro che un infinito "ipertesto", tante entità digitali fatte di "bits e Bytes", destinate a crescere rigenerandosi, colmando differenze e divari, ma nello stesso tempo creandone di nuove e diverse.
Un processo inarrestabile di cui non sappiamo come finirà. Tutto destinato ad "invecchiare" ed allo stesso tempo "rinnovarsi", in nome un divenire destinato a non avere mai fine. Il mezzo sarà sempre di più il messaggio, come aveva previsto McLuhan, ma chi comunicherà non sarà mai lo stesso.
Un discorso molto complesso e difficile da proporsi in questa sede. Non a caso ho assegnato a questo libro tante etichette, tutte piuttosto contrastanti, ma convergenti su quella realtà, quanto mai "liquida" che è la realtà digitale. Ci saranno sempre rischi e benefici nel digitale, così come ci sono sempre stati in ogni processo esistenziale sottoposto a continui cambiamenti.
Gli anziani di oggi, potranno anche essere i rappresentanti delle moderne diseguaglianze digitali, alla stessa maniera di come la mia tredicenne nipotina che dialoga con me su Skype, sarà destinata ad essere una "anziana digitale" della seconda metà del ventunesimo secolo.
Io, "figlio di un tipografo" del secolo e millennio scorsi, ho detto la mia in un libro di prossima uscita nel quale le scritture digitali sono diventate cartacee e queste sono destinate a continuare a vivere in digitale, in un divenire senza fine. Non mancate di leggerlo!
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Published on February 21, 2018 08:50
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Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.
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