Libri che aiutano a vivere

Che i libri aiutino a vivere è una affermazione che credo nessuno possa negare. Cosa sarebbe il mondo senza i libri, senza le biblioteche, senza le librerie e, (lo possiamo dire?), anche senza Internet? Oggi, tutti i libri che si stampano su questa terra sono presenti, non solo in formato cartaceo, ma anche in digitale, sul palcoscenico del mondo. Se ogni uomo è un libro, e ogni libro è un uomo, senza libri la biblioteca dell'umanità sarebbe senza uomini. 
Di tutti i generi, quelli che ho sempre privilegiato sono quei libri che aiutano a vivere. In italiano li chiamano "libri di autoaiuto", dall'inglese "self-help books". Ce ne sono molti nella mia biblioteca, da sempre li compro, li uso e li consulto. Volere è potere, dice un antico detto. La volontà di migliorarsi è il primo passo verso il cambiamento. Prima di rivoluzionare la propria vita, però, bisogna capire in cosa si sta sbagliando per poter correggere il tiro. Se vuoi dare una svolta alla tua vita, ma non sai come fare, prendi spunto da chi ha qualche consiglio da dare. 
Ma che cosa è un libro scritto con l'intenzione di aiutare? Come si differenzia dagli altri tipi di libri, sia per genere che argomento? Un genere che non è affatto moderno, bensì antico, risalente, niente di meno che agli antichi "codici" egizi, ben più antichi dei testi che concorrono a formare quella biblioteca di vita che, tutto sommato è la Bibbia, specialmente quella del Vecchio Testamento. 
Ma è bene non andare troppo lontano nel tempo. Mi basta ricordare il fiorentino Monsignor Giovanni della Casa con il suo famoso libro, il manuale di belle maniere "Galateo overo de' costumi", scritto probabilmente dopo il 1551 a Calvisano, ma pubblicato postumo nel 1558, che fin dalla pubblicazione godette di grande successo. Non si faceva altro che continuare una tradizione molto in voga nel Medio Evo quando erano in uso libri manuali su come amare, fino a risalire a Cicerone con i suoi tre libri "De Officiis", ed all' "Arte di Amare" di Ovidio. 
Da Gutenberg in avanti, con l'avvento della stampa a caratteri mobili e a diffusione popolare, il libro è diventato il compagno fisso di ogni uomo, senza differenze di colore, identità e lingua. Mi è capitato tra le mani un libro di Leo Buscaglia uno noto scrittore statunitense, nonché docente, scomparso qualche tempo fa. Il suo vero nome era Felice Leonardo Buscaglia. 
Nacque a Los Angeles, in California, il 31 marzo 1924. I suoi genitori erano italiani, originari di Aosta. Celebre la sua frase rivolta ai suoi studenti in un libro di successo: "La vostra responsabilità più grande è diventare tutto ciò che siete, non soltanto per il vostro beneficio, ma anche per il mio." ("Vivere, amare, capirsi"). In un altro libro, scritto con l'intenzione di onorare i padri, in particolare il suo che si chiamava Rocco, Buscaglia si lascia andare al ricordo di lui quando arrivò in America con una valigia di cartone dall'Italia e gli dimostrò che la vita è una magnifica avventura, oltre che una sfida a cercare e prendere tutto quanto essa possa offrirci. 
Gli insegnò ad imparare ad assumersi la responsabiloità di lasciare il mondo in condizioni migliori di come l'aveva trovato. Durante il suo insegnamento universitario divenne famoso con il nome di "Dr. Love". Un tragico evento sconvolse la sua vita di docente quando un suo studente si suicidò. Ebbe modo, così, di approfondire il suo senso della vita, pur tra diffidenze e contrasti nell'ambiente in cui svolgeva il suo lavoro. Molto popolare ed amato dagli studenti, scrisse decine di libri tra i quali questo, su suo padre Rocco, che volle ricordare con alcune frasi chiave a sintetizzare il suo ricordo e il messaggio che gli aveva lasciato:
"Impara a ballare, cantare e sorridere. Ogni cosa è collegata ad un'altra. Non perdere tempo a discutere del dolore, della sofferenza e della morte. Trova un posto tranquillo dove puoi ritrovare te stesso. Non ingannare mai te stesso. La nascita e la morte sono parte di di un ciclo. Nè l'uno, nè l'altro hanno inizio e fine con te. Stai vicino al tuo Dio. E' essenziale amare. L'idealismo è una forza, non una debolezza. La gente è buona se le si offre l'ooportunità di esserlo. La discriminazione, per qualsiasi ragione, è sbagliata. L'autorispetto è essenziale per la vita. Non siamo creati tutti eguali, come davanti a Dio. Siamo responsabili per quelli che non ce la fanno da soli. La crudeltà è un segno di debolezza. Alla base dell'amore c'è impegno ed attenzione. L'amore è indistruttibile, la forza umana più potente. Il cambiamento è inevitabile. Chi crede di sapere tutto è pericoloso."


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Published on February 13, 2018 05:30
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Antonio   Gallo
Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.
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