Review: Conversazioni all'ora del tè

My rating: 3 of 5 stars
Se leggete questo divertentissimo libro scritto oltre un secolo fa, ritrovate certi riti o rituali ancora vivi ed in voga oggi anche tra noi provinciali. Una donna di mondo, un poeta minore, la giovane speranza, il filosofo e la vecchia signorina, fanno venire alla mente anche il professore che fa anche il giornalista, il preside in pensione, il politico trombato rimasto aspirante, soggetti che conversano amabilmente col narratore davanti ad una tazza di tè.
Una consuetudine tanto "british" quanto italiana, locale e provinciale. L'ambiente descritto dal geniale scrittore inglese Jerome Klapka Jerome si mescola con quello nostrano, si travalica la cognizione di spazio e tempo. Entriamo in una libreria dove, tra austeri scaffali di libri, intorno ad un tavolo si ritrovano e si fanno riprendere dalla telecamera (a dire il vero sarà un semplice cellulare a fare una video clip, al resto ci penserà, dopo qualcuno a metterla in rete su YouTube) l'autore che si autocompiace di assistere amabilmente a quello che gli amici stanno per dire sul suo libro appena uscito. Una sintesi socio-geo-politica degli ultimi decenni durante i quali il prof scrive di se stesso e della sua azione politico culturale, la sua presenza sul territorio. Sono lì convenuti non tanto e non solo per parlarsi addosso, ma sopratutto per parlare addosso a lui che li ha invitati.
A dire il vero, il tè non si vede ma si può immaginare la sua presenza. Non vi è un vero filo logico che leghi gli argomenti, tra i più disparati. I temi si inanellano l’uno nell’altro attraverso gustosi aneddoti e opinioni divergenti. Protagonista assoluta è la conversazione, i pareri espressi sono argomentati ciascuno secondo il proprio stile. I personaggi, abbastanza eccentrici, non hanno nome e si definiscono con il loro status sociale. Spesso sembrano parlare ognuno per proprio conto, senza volersi effettivamente confrontare e relazionare.
Non è questo forse quello che accade nella realtà? Jerome Klapka Jerome lo sa e sa anche come far scorrere la sua narrazione. È, evidentemente, una caratteristica che travalica le epoche e accomuna le persone nella poca disponibilità ad ascoltare e a parlare davvero con l’altro, preferendo il parlarsi addosso, ognuno perso dietro se stesso in un delirio di autoreferenzialità e sostanziale incomunicabilità.
Per questa attualità, oltre che per l’umorismo brillante tipicamente inglese, lo stile semplice ma arguto, l’eleganza delle battute caustiche sui costumi e le situazioni quotidiane, questo piccolo romanzo merita di essere letto, magari degustando proprio “an english tea”. Magari poi rivedendo il tutto sulla clip di YouTube.
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Published on December 12, 2017 04:25
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Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.
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