In Memoriam: Suor Teresa

Mi mancheranno le sue telefonate, i suoi messaggi, i suoi commenti sul mio blog, le sue osservazioni sugli ultimi libri appena usciti, non solo in Italia, ma in Francia, in Belgio, in Inghilterra o altrove. Sempre informata, aperta e disponibile al confronto, alla discussione, allo scambio di vedute. Mai fondamentalista nelle sue idee, offriva agli altri i suoi pensieri senza mai imporli. Mi diceva spesso che da una sua consorella aveva imparato a prendere soltanto quello che le veniva offerto. Questo è un ricordo di Suor Teresa Gabriella, al secolo Amelia Arpino.
Amelia, pur essendo nata a Polvica, uno dei tredici villaggi di quel piccolo ed antico comune che dà il nome alla Valle di Tramonti, in Costa d’Amalfi, in una antica e numerosa famiglia, tipica del secolo e del millennio trascorsi, ha mantenuto fino agli ultimi giorni della sua esistenza un atteggiamento sempre aperto verso la modernità.
Dai monti di questa valle ha saputo uscire per dare un senso compiuto alla sua missione religiosa. Il suo credo era fondato sulla roccia inattaccabile di una vasta cultura. Non aveva nulla di provinciale o parrocchiale. Possedeva tutto quanto di filosofico, teologico ed etico una vera cultura debba possedere. Potrei andare sulla mia pagina di Amazon ed elencare i tanti libri che le ho fatto avere, sui quali non si stancava mai di sfidarmi a parlare e a discutere.
Non poche volte mi sono trovato a dover far fronte ad argomenti sui quali ero assolutamente incapace di tenerle testa. Lei mi aveva indicato un libro che un suo corrispondente, magari suo ex-alunno, collega o insegnante, da qualche parte del mondo le aveva segnalato e voleva che io rintracciassi quel testo, lo leggessi, glielo facessi avere, per poi aprire la discussione al telefono, oppure la prossima volta che ci saremmo visti.
Lei era fatta così. Mi chiamava al cellulare quando meno te l’aspettavi. Capacissima di riprendere quel tema, quella discussione, quel problema etico, filosofico, politico, dopo settimane o mesi che lo aveva sollevato. Oppure, entrare inaspettatamente nelle pieghe della cronaca e dell’attualità.
Poteva avere letto un articolo sul blog, la recensione di un libro, voleva stampare il testo, il pc non funzionava e chiedeva aiuto. Aveva ricevuto la segnalazione di un libro appena uscito in Francia dal Preside di quella scuola in Belgio, con il quale aveva avuto lo scambio culturale qualche decennio prima, quando lei era preside al Liceo Internazionale di Sorrento. Desiderava sapere se era uscito anche in italiano, lo voleva far conoscere ai suoi tanti contatti che aveva sparsi nel mondo. Mi forniva tutti i dettagli per la ricerca, molte volte sono riuscito ad accontentarla.
Che dire poi di quando ritornava spesso con il pensiero agli anni trascorsi nel suo tanto amato e mai dimenticato Libano? Il Libano di prima della rivoluzione, quel Paese segnò per lei un’esperienza di cultura fantastica, scomparsa nelle miserie della politica degli uomini. Quando, nelle tante passeggiate che durante l’estate eravamo soliti fare lungo la spiaggia e sul lungomare di Maiori, rientrava con la sua mente nelle aule di quella sua scuola ideale perduta, mi raccontava di quello che lei davvero intendeva per multiculturalismo, sia religioso che umano: ebrei, arabi, palestinesi, cristiani, bianchi o neri, riti, religioni, filosofie e politiche diverse, tutte insieme per un ideale che purtroppo tale è rimasto. Per lei fu un ritorno molto sofferto quello dal Libano, ma non privo di gratificazione e successi.
A Sorrento, in quella scuola internazionale, in diverse occasioni, la vidi all’opera, sia come docente che come preside. Una vera e propria “manager”. Sapeva essere soft e flessibile, ma anche autoritaria e decisionista. La chiusura di quella scuola e il successivo pensionamento furono per lei un colpo molto duro. Eppure, seppe affrontare la nuova realtà che le si presentò, quando il suo ordine religioso la trasferì ad Acerra. Un bel passaggio, non c’è che dire!
Quando la visitavo ad Acerra avevo sempre con un pacco di libri richiesti sui quali discutere. In quel nuovo ambiente, tanto diverso da Beirut e da Sorrento, non disdegnò mai di svolgere mansioni e funzioni inaspettate. Seppe assolverle non solo e non tanto per dovere di obbedienza, ma perchè aveva imparato a prendere ed accettare tutto quello che la veniva offerto, senza discutere.
La potevi trovare di servizio in portineria, al centralino o mentre accompagnava i tanti bambini che le si affollavano intorno. In quel posto la professoressa tramontina, laureata alla Cattolica, la colta ed internazionalista Suor Teresa Gabriella, ebbe modo di comprendere il senso ed il valore di come la vera cultura possa e debba diventare “servizio” per il prossimo.
Negli ultimi tempi, quando la sentivo al telefono o quando l’ho vista per l’ultima volta nella casa di riposo di Posillipo dove era stata accolta, ero continuamente sorpreso dalla straordinaria lucidità del suo intelletto. Sempre acuto, attento ed aperto, non solo e non tanto alle problematiche di ordine religioso, quanto alle riflessioni ultime sulla evoluzione-involuzione in atto in cui può venire a trovarsi la condizione umana.
Anche se avvertiva inevitabilmente l’inesorabile passare del tempo e l’arrivo dei possibili infortuni che lo stesso porta con sè, era sempre disposta ad offrire queste scontate difficoltà sull’altare di una assoluta spiritualità che andava ben oltre ogni riconosciuto canone religioso. Lei diceva che anche se avvertiva la decadenza del corpo, sentiva che la sua mente e il suo spirito erano sempre più fortificati.
Sento di poter confermare, come è stato scritto nell’annuncio della sua dipartita, che la sua è stata una completa ed accettata dedizione all’Eterno al quale era destinata in “Sposa”. La luce di quella “lucerna accesa” di “Vergine Saggia” non si è mai spenta. Sono sicuro che, anche se non avrò più il piacere di sentire la sua voce, il suo numero continuerà ad essere presente sul mio cellulare in attesa di una sua chiamata che potrà venire in qualsiasi momento. Non mancheremo così di leggere insieme gli ultimi libri usciti su Amazon, in qualsiasi lingua scritti. Spero che ci sia un posto anche per me nel Paradiso dei libri dove adesso sicuramente Amelia è stata accolta.

Published on November 15, 2017 03:33
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