Quanto siete umani?

Avrei voluto titolare questo post, che è anche una recensione, usando la famosa battuta-tormentone pronunciata da Fracchia, la maschera buffa e surreale inventata dall'indimenticabile Paolo Villaggio: "Com’è umano, lei!" Non lo faccio per varie ragioni. Chi legge, potrà desumerle da quanto scriverò.
Questo è uno dei libri più interessati pubblicati recentemente da quella aggiornata casa editrice inglese che edita l'autorevole rivista scientifica settimanale inglese "New Scientist". Sia in versione cartacea che digitale, per niente accademica, una casa editrice ed una rivista decisamente impegnate in una corretta ed aggiornata azione divulgativa delle conoscenza scientifica.
Un folto gruppo di studiosi, scienziati, scrittori e giornalisti hanno creato questo libro che intende essere, come si dice nel sottotilo, una guida aggiornata a questa nostra straordinaria eistenza umana. Il libro l'ho letto in versione Kindle appena ne è stata annunciata l'uscita. Sono rimasto molto colpito dal suo contenuto, il modo con il quale gli autori hanno saputo condensare, in un relativamente ristretto ambito digitale, l'esigenza che ogni giorno esprimono, anche senza rendersene conto, tutti gli uomini.
La espresse bene Socrate secoli fa quando scrisse che "an unexamined life is not worth living". Lo scrivo in inglese, così come lo hanno fatto i curatori del libro. In greco antico suona: "ὁ ... ἀνεξέταστος βίος οὐ βιωτὸς ἀνθρώπῳ" - "una vita senza ricerca non merita di essere vissuta".La chiave per una corretta comprensione di quello che intendeva Socrate e di quello che hanno inteso fare scrivendo questo libro quelli di "New Scientist" sta tutta in quella parola: "senza ricerca", riferita alla vita. Sono possibili diverse interpretazioni di questo pensiero. Quella che ritengo più vera la riferisco a quella "visione" che ognuno di noi dovrebbe avere della propria esistenza.
Il problema che ci si pone, e gli autori del libro lo propongono senza pensare di saper/poter dare tutte le risposte agli interrogativi posti nel libro, è questo: quando dovremmo porcela la domanda su quale visione avere della nostra esistenza, all'inizio oppure alla fine di essa?
Chi scrive ha abbastanza anni per chiederselo a pieno diritto e non senza merito, visto la sua condizione di dinosauro. Gli anni sui quali scivola inesorabilmente la nostra esistenza dovrebbero darci occasione per pensarci in maniera da comprendere quello che facciamo.
Non sembra così e lo dichiarano apertamente gli autori i quali scrivono nella presentazione di non avere tutte le risposte alle domande che la nostra esistenza pone. Certamente con il loro lavoro riescono ad evadere molte delle domande che ci poniamo se decidiamo di fare questa "ricerca", di esaminare la nostra vita.
Me ne sono reso conto anche io quando ho affrontato la lettura dei temi proposti, cercando di trovare insieme agli autori le "mie risposte" a quella che è la "mia" condizione umana. Per fare questo, ho sentito fortemente la necessità di avere tra le mani il "corpo del reato", per così definire il libro, l'oggetto nella sua fisicità tanto grafica che narrativa.
Ho avuto modo così di confrontarmi, ancora una volta, con un problema del quale mi sono occupato diverse volte in questi ultimi anni: la differenza tra libro cartaceo e libro digitale. Nella versione digitale questo libro perde gran parte del suo fascino nell'impatto della lettura visiva dei grafici, tabelle e schede. Una lettura fatta sullo schermo. Invece, nelle sue 270 pagine a colori, su carta patinata della elegante edizione rilegata, il libro si offre al lettore come vera guida illuminata per comprendere come sia importante per ogni uomo fare la ricerca di se stessi.
Non smettiamo mai di conoscerci abbastanza. I temi sono infiniti: l'amicizia, la noia, l'immaginazione, il gioco, la fantasia, il sesso, la lingua, il gender, la morale, la nostalgia, la volontà, il disgusto, la creatività, una serie infinita di temi e problemi che si distendono nel nostro DNA che non dobbiamo credere sia del tutto umano. Almeno per un'altra metà, infatti, questa nostra identità rimane misteriosa.
Come non si deve pensare che voi siete unici, ma che qualcuno da qualche parte simile a voi esiste ed ha la nostra stessa faccia, che gran parte dei vostri ricordi sono soltanto storie inventate da noi che siamo ricoperti di peli, come molti animali, che possiamo leggere nella mente degli altri, che ridiamo non solo perchè c'è qualcosa di comico in giro, oppure che non sappiamo di appartenere ad una specie vivente che conosce ben poco di se stessa.
Tutto questo, amico lettore, lo devi leggere sulla pagina stampata, vederlo definito a chiare lettere, il tutto rinchiuso in colorate schede, tabelle e disegni. La lettura digitale sullo schermo rimane una lettura soltanto visiva e liquida, che scorre senza lasciare il segno di cui hai bisogno se vuoi che questa stessa lettura lasci il segno della ricerca alla quale si riferiva Socrate ed alla quale si sono aggangiati con grande successo gli autori di questa straordinaria esperienza editoriale.

Published on November 10, 2017 07:10
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