Review: The Rise and Fall of Adam and Eve

My rating: 4 of 5 stars
La storia, la leggenda, il mito, chiamatelo come volete, il racconto di “Adamo ed Eva” serve sia come punto di arrivo che di partenza, per prendere in considerazione la storia della condizione umana. A pensarci bene, la vicenda dei nostri progenitori segnò allo stesso tempo, una fine ed un principio, creando la sintesi per ogni vita vissuta in quel lasso di tempo. La fine di uno “status” poi definitivamente perduto, ma segnò anche il tempo di quando gli uomini (e le donne!) divennero non solo agenti sessuali e intelligenti, capaci di pensare e di creare, ma anche di dover accettare una condizione di provvisorietà esistenziale, confrontarsi cioè con quello che viene chiamato “il fine vita”, senza aver saputo o capito nulla, o quasi, del senso, del significato di quell’inizio e quella fine. Restano intatte le ragioni di quella curiosità che portò alla disobbedienza.
Tutto sommato, per sapere poi cosa? L’autore di questo libro non risolve il problema, non riesce a dare una risposta a questi interrogativi e le cose restano come sono da quando tutto cominciò. Noi continuiamo a non sapere e a non capire. E’ chiaro che, se la storia di Adamo ed Eva andò veramente come la conosciamo, ci fu qualcosa che tra i due e il loro Creatore che non funzionò. Segnò la loro “fine”, nel senso che da “immortali” che erano stati destinati ad essere, “uscirono” dall’eternità ed “entrarono” nel tempo. Divennero “mortali”.
A noi, uomini del XXI secolo, non resta altro da fare che sperare in una futura immortalità, magari proveniente dalla moderna tecnologia. L’ “uomo dio” riuscirà a rimettere in sesto il tempo, oppure si perderà ancora una volta nella nebbia del tempo come non si stanca mai di predicare da tre millenni Qoelet?
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Published on September 27, 2017 05:44
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MEDIUM
Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.
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