Isole di felicità (Laimes salos) - decima parte


Foto Živile Abrutytė

Quando ritornò a casa tutte le emozioni si dileguarono. Goda suonava il flauto e Rebeka disegnava sul tavolo di cucina. La musica incerta e un poco maldestra del flauto di Goda creava una piacevole quanto dolce atmosfera. Si sentí rilassata e i pensieri opprimenti del giorno la abbandonarono finalmente e un ampio senso di pace si fece luogo nel suo essere.

- Respiro - si disse a voce alta
- Perché mamyte? Stavi male? - ribatté dal tavolo di cucina Rebeka con la sua voce un po' birichina senza alzare la testa e staccare gli occhi dal disegno che stava facendo
- Un po'
- Stasera avrai pace mamyte. Noi siamo brave stasera. Quanto dovremo essere brave mamyte perché tu ci porti in Italia?
- Almeno un anno Rebeka
- Ma se saremo brave un anno ci porterai in Italia?

Rūta amava fin da piccola l'Italia. Amava la musica italiana la pasta il vino italiano i formaggi, la mortadella sopratutto...e i fichi d'india della Sicilia la facevano morire da quanto la deliziavano. Li comprava in un mercato vicino alla stazione centrale di Vilnius. Ora che era quasi ottobre cominciava a disperarsi perché fra poco i fichi d'india sarebbero scomparsi dai banchi della frutta e avrebbe dovuto aspettare fino alla prossima fine di agosto dell'anno venturo quando sarebbero riapparsi sulle bancarelle dei venditori di frutta.
Spesso cucinava la pasta, makaronai, e le figlie si erano innamorate di questo piatto.
Rebeka mangiava da mesi solo pasta.
- Sei una piccola italiana - le diceva soddisfatta a vedere come le figlie assimilavano la cultura che lei amava
Spesso raccontava loro di Roma dove era stata a studiare italiano. Aveva ottenuto una borsa di studio dall'Istituto Culturale Italiano di Vilnius e per quattro settimane aveva vissuto a Roma. L'esperienza, finora, più bella della sua vita.
Così in loro era nato il desiderio di andare a Roma e vedere il Colosseo. 
- Vi ci porterò - aveva detto una sera - ma solo se sarete brave
E Rebeka non aveva dimenticato. Rebeka registrava tutto. Niente le passava inosservato a differenza di Goda.
Goda era quella che si può definire una personalità artistica. Meno introversa di Rebeka. Più portata a credere agli altri, creativa, facile a dimenticare, caotica e sempre con la testa fra le nuvole mentre al contrario Rebeka era malfidata, aveva bisogno di tempo prima di dare la sua fiducia. Introversa, portata per natura al dramma. Passionale ma analizzatrice, che tutto notava e registrava.

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Published on September 22, 2017 03:51
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