Review: La versione di Barney

My rating: 5 of 5 stars
Quando lo scrittore di origini ebraiche Mordecai Richler muore a settanta anni nel suo grande paese, il Canada, ha alle spalle una lunga carriera di giornalista, opinionista, scrittore. Ha scritto romanzi, saggi, articoli, libri per bambini, insomma è diventato un intellettuale, uno di quelli più scomodi nel panorama culturale del Canada.
Questo suo libro esce nel 1997 ed ha un grande successo sopratutto a causa delle moltissime polemiche che suscita il suo protagonista, per il suo atteggiamento controcorrente ed irriverente nei confronti di diversi argomenti. Donne, omosessuali, ebrei, intellettuali, televisione, cinema, letteratura, miti e mitologie, sesso, usi e costumi, abbigliamento. Insomma, non gli sfugge alcun argomento sul quale esprime il proprio pensiero sempre secondo la sua versione.
Insomma si comporta come un vero e proprio orso. Da questa situazione nasce il titolo del libro diventato poi un proverbiale modo di dire controcorrente: la sua versione. Il libro ha uno scopo ben preciso. Il protagonista del libro, Barney Panofsky, alla sua età, dopo aver avuto tre mogli, girato per due continenti, dopo mezzo secolo di vita vissuta ai limiti, dopo litri di whisky bevuti e migliaia di sigari cubani fumati, in preda di una galoppante senilità, ci fornisce una spiegazione della sua vita, su come sono andate realmente le cose che gli sono accadute.
Su di lui aleggiano sospetti gravi e senza nulla nasconderci ci racconta la sua vita. La sua versione. Follie e entusiamsi giovanili, amori altrui, figuracce esilaranti, comiche e tragiche, errori madornali. Man mano che il racconto va avanti, in chi legge sorgono, però, dei dubbi. Ci si accorge di molte esattezze, di una vaga reticenza, insomma Panofsky ci prende in giro, ci descrive la realtà del suo vissuto da diversi punti di vista sempre più incredibili.
Sembra proprio che ci voglia dire questo: che la realtà supera la fantasia a condizione che la fantasia la sappia raccontare ...
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Published on February 19, 2017 13:47
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MEDIUM
Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.
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