Antonio Gallo's Blog: MEDIUM - Posts Tagged "vito-mancuso"
Dieci anni su GoodReads
Oggi fanno esattamente dieci anni che sono iscritto a goodreads. Non sono molti, ma non sono pochi se pensiamo in tempi digitali. Non cercherò ancora una volta di trovare la definizione giusta del tempo. Mi basta ricordare l'idea che ne aveva Sant'Agostino: «Se nessuno me lo chiede, lo so; se cerco di spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so». Se rivedo tutto quello che ho pensato, letto e scritto annego ...
Così ho scritto in un "status update" qui GR che ha un limitato numero di battute. Per questa ragione continuo a scrivere qui in questo spazio del mio blog. Dopo dieci anni scopro che continuo a leggere, collezionare libri, sia in cartaceo che in digitale. Ogni giorno ne scopro di nuovi, ritrovo di vecchi, in un alternarsi di nomi, date, luoghi, emozioni, ricordi, sensazioni e illusioni.
Ecco, questa mi sembra la parola finale che ben riassume quello che penso in questo momento e che sto cercando di trascrivere senza fermarmi in questo spazio. L'illusione di capire quello che faccio leggendo. Non importa se sullo schermo o sulla carta.
Lo spunto me lo offre anche un recente libro, l'ultimo in ordine di tempo, qualche minuto fa, che sono stato costretto a scaricare in Kindle. E' un libro del filosofo Vito Mancuso e ha un titolo ed un inizio quanto mai provocanti: "Il bisogno di pensare".
Qui sta il problema: il pensiero, il bisogno di pensare. Un bisogno che è una trappola, quella del tempo. Già, perchè il tempo è proprio una "trappola". Non l'ha detto Agostino, ma lo dico io, più modestamente. Questi dieci anni su GoodReads non sono stati altro che un continuo intrappolamento nel pensiero, nei pensieri di tutti, di ciascuno di noi che pensiamo, leggiamo, scriviamo.
Io non sono uno scrittore, non mi considero tale, pur avendo letto e scritto tutta la vita. Oggi con gli anni che ho vissuto li leggo a decine, tanti decenni da potermi considerare un "dinosauro" che ha imparato a leggere e scrivere mettendo in fila i caratteri di piombo nella piccola tipografia paterna, oggi che conto a migliaia i libri che ho raccolto qui in digitale, e li ritrovo in cartaceo dove mi accade di vivere, l'illusione di capire, oggi, scopro che rimane una mera illusione.
Me lo conferma l'inizio di quanto scrive Vito Mancuso nel suo libro: "Quanti anni avete? Diciassette, ventuno, cinquantacinque, ormai quasi sessanta, o forse sono già ottanta? Qualunque età abbiate, io vi chiedo qual è il vostro punto di orientamento in questa vita che scorre, che viene da una bianca sorgente che non conosciamo e va verso un mare nero che conosciamo ancora meno. Io, alla mia età, ancora mi chiedo a cosa affidarmi ..."
Lui, alla sua età, il 1962 ... Io, allora, quando lui nacque, ne avevo 23 ed ero a nord di Londra a lavorare in un ospedale mentale come studente infermiere per "guadagnarmi" la lingua. Ora comincio a leggere il suo libro che mi conferma l'illusione del pensiero.
Avendo finora scritto di getto, mi rendo conto che se non mi controllo non so dove questi pensieri mi porteranno. Non so nemmeno dove mi porterà la lettura di questo ennesimo libro che cerca di dare una risposta ai miei classici "chi-cosa-quando-dove-perchè" sui quali ho costruito non solo la mia vita di docente, cercando di trovare risposte utili per i miei studenti nella loro ricerca di un "mestiere" per vivere.
Spero davvero in una risposta di Mancuso. Spero di non finire ancora una volta in quella "nebbia" che Qoelet chiamò "hebel" e che qualcuno ha chiamato "vanità".
Il bisogno di pensare
Così ho scritto in un "status update" qui GR che ha un limitato numero di battute. Per questa ragione continuo a scrivere qui in questo spazio del mio blog. Dopo dieci anni scopro che continuo a leggere, collezionare libri, sia in cartaceo che in digitale. Ogni giorno ne scopro di nuovi, ritrovo di vecchi, in un alternarsi di nomi, date, luoghi, emozioni, ricordi, sensazioni e illusioni.
Ecco, questa mi sembra la parola finale che ben riassume quello che penso in questo momento e che sto cercando di trascrivere senza fermarmi in questo spazio. L'illusione di capire quello che faccio leggendo. Non importa se sullo schermo o sulla carta.
Lo spunto me lo offre anche un recente libro, l'ultimo in ordine di tempo, qualche minuto fa, che sono stato costretto a scaricare in Kindle. E' un libro del filosofo Vito Mancuso e ha un titolo ed un inizio quanto mai provocanti: "Il bisogno di pensare".
Qui sta il problema: il pensiero, il bisogno di pensare. Un bisogno che è una trappola, quella del tempo. Già, perchè il tempo è proprio una "trappola". Non l'ha detto Agostino, ma lo dico io, più modestamente. Questi dieci anni su GoodReads non sono stati altro che un continuo intrappolamento nel pensiero, nei pensieri di tutti, di ciascuno di noi che pensiamo, leggiamo, scriviamo.
Io non sono uno scrittore, non mi considero tale, pur avendo letto e scritto tutta la vita. Oggi con gli anni che ho vissuto li leggo a decine, tanti decenni da potermi considerare un "dinosauro" che ha imparato a leggere e scrivere mettendo in fila i caratteri di piombo nella piccola tipografia paterna, oggi che conto a migliaia i libri che ho raccolto qui in digitale, e li ritrovo in cartaceo dove mi accade di vivere, l'illusione di capire, oggi, scopro che rimane una mera illusione.
Me lo conferma l'inizio di quanto scrive Vito Mancuso nel suo libro: "Quanti anni avete? Diciassette, ventuno, cinquantacinque, ormai quasi sessanta, o forse sono già ottanta? Qualunque età abbiate, io vi chiedo qual è il vostro punto di orientamento in questa vita che scorre, che viene da una bianca sorgente che non conosciamo e va verso un mare nero che conosciamo ancora meno. Io, alla mia età, ancora mi chiedo a cosa affidarmi ..."
Lui, alla sua età, il 1962 ... Io, allora, quando lui nacque, ne avevo 23 ed ero a nord di Londra a lavorare in un ospedale mentale come studente infermiere per "guadagnarmi" la lingua. Ora comincio a leggere il suo libro che mi conferma l'illusione del pensiero.
Avendo finora scritto di getto, mi rendo conto che se non mi controllo non so dove questi pensieri mi porteranno. Non so nemmeno dove mi porterà la lettura di questo ennesimo libro che cerca di dare una risposta ai miei classici "chi-cosa-quando-dove-perchè" sui quali ho costruito non solo la mia vita di docente, cercando di trovare risposte utili per i miei studenti nella loro ricerca di un "mestiere" per vivere.
Spero davvero in una risposta di Mancuso. Spero di non finire ancora una volta in quella "nebbia" che Qoelet chiamò "hebel" e che qualcuno ha chiamato "vanità".

Published on August 28, 2018 07:16
•
Tags:
pensiero, qoelet, vito-mancuso
MEDIUM
Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.
- Antonio Gallo's profile
- 52 followers
