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Pensare il pensiero nella nebbia

My rating: 3 of 5 stars
L'ho scritto su in un post prima di leggere questo libro. Pensare per me significa dare una risposta quanto più esauriente possibile alle classiche, canoniche domande "chi-cosa-quando-dove-perchè". Le devi rivolgere prima a te stesso e poi al mondo che ti circonda. Ho scritto alla fine di quel post: "Spero davvero in una risposta di Mancuso. Spero di non finire ancora una volta in quella "nebbia" che Qoelet chiamò "hebel" e che qualcuno ha chiamato "vanità"."
Mi ripromettevo di parlarne a lettura del libro ultimata. Eccomi qui a scriverne. Date una occhiata ai tag che ho scelto per classificare il libro. Molta carne a cuocere, come si suol dire. Il filosofo, il professore, il credente Mancuso ha cercato di spiegare a modo suo, e in maniera eccellente, quanto poteva dire su questo elementare, naturale, quanto mai umano "bisogno" di pensare.
E' riuscito a dare una risposta? Anzi, è riuscito a rispondere alle cinque domande canoniche? Temo di no, e non per sua incapacità, intesa come scienza, coscienza e conoscenza. Lui ha ovviamente tutti gli strumenti per studiare, conoscere, pensare. Ma rimane il fatto che la parola alla quale lui non è riuscito a rispondere è quella di sempre: "mistero". Svelare il nostro mistero dell'essere. Perchè la chiave di tutto, a mio parere, sta proprio qua: decantare, svelare, squarciare, sfondare il "muro" di quello che per rimane il mistero dell'essere.
Perchè "siamo" quello che diciamo/pensiamo di essere, con tutti i nostri pensieri e bisogni? In un universo quale quello che affermiamo oggi di conoscere, un universo non più "unico" ma "multi-verso", il nostro "universo" interno si è ulteriormente allargato, espanso oltre il nostro tradizione "essere". E allora, questo significa che rimane impossibile sfondare quel "muro" che continua ad essere impenetrabile.
Una quanto mai insostenibile "leggerezza" che ci opprime dentro e fuori. Possiamo, forse, dare una risposta ai primi quattro interrogativi, ma quello finale è destinato a rimanere oscuro. Il bisogno di pensare sarà quanto mai vano perchè noi non sapremo/potremo mai dare una risposta. La "nebbia" di Qoelet continua ad avvolgerci e così sarà fino alla fine. Amen!
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Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.
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