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Internet dopo 18 anni

The Internet for writers The Internet for writers by Nick Daws

My rating: 4 of 5 stars


Comprai questo volume nel lontano 28 marzo dell'anno del Signore 2000. Sul frontespizio interno scrissi una citazione riferita ad un giocatore di baseball americano Vernon Law: "L'esperienza è una maestra terribile perchè ti mette prima alla prova e poi ti fa la lezione" (Experience is a hard teacher because she gives the test first, the lesson afterwards). Il vecchio, antico dilemma, prima la pratica e poi la teoria, o viceversa?

Personalmente, la mia esperienza, all'età in cui mi ritrovo, mi dice chiaramente che "practice makes perfect". Fui un cattivo studente nella scuola italiana perchè rifiutavo le teorie, le regole, le imposizioni, gli schemi precostituiti, i dogmi, le pedisseque, monotone ripetizioni. Mi è costata cara questa "esperienza", maestra difficile e anche cattiva, ha ragione Vernon. Ma non me ne pento. Tutto questo "cappello" per dire che Internet, a distanza di circa venti anni, dalla data di stesura di questo libro, è stata e continua ad essere inarrestabile "esperienza" di vita ancora incompiuta.

Non solo per chi vuole essere uno scrittore, nel senso stretto e tradizionale della parola, ma per tutti quelli che, prima o poi, in un modo od un altro, sono costretti e lo saranno sempre di più ad usare Internet per scrivere. Questo è, appunto, il nocciolo del problema: oggi siamo tutti destinati ad essere "scrittori". Ho avuto già modo di dirlo e qui lo ripeto: io non sono uno scrittore o un autore, sono soltanto "uno che scrive", che ha scritto tutta la vita e continua farlo.

Tu che vuoi diventare uno "scrittore" devi prima imparare a scrivere la tua vita ogni giorno, ogni momento e con ogni mezzo. Prima, però, devi imparare a "vedere" , "osservare" quindi "pensare". Puoi anche scrivere senza fare questo, senza "pensare", allora vuol dire che sei un vero scrittore. Io, quando scrivo, non so mai cosa scriverò. In effetti scrivo soltanto per capire quello che penso. Non so se mi sono spiegato. Forse no, perchè la scrittura è una cosa davvero misteriosa ... ecco, prova a scrivere del "mistero" ... chi siamo, da dove veniamo, cosa ci facciamo qui, dove andiamo ... se riesci a rispondere a questi interrogativi, allora vuol dire che puoi essere uno scrittore, ma sarai sempre e solo ... uno che scrive ...

In Rete si può fare di tutto: ricercare, comunicare, copiare, incollare, conversare, commerciare, filosofare, di tutto, con tutti e su tutto. Insomma "scrivere". Dalla data di uscita di questo volume molte cose sono cambiate, ancora cambieranno e molte altre emergeranno, si intrecceranno in una rete sempre più permeabile ed allo stesso tempo impenetrabile, incomprensibile. Chi saprà dominare questa sua "esperienza" potrà dire di essere stato alunno e maestro di se stesso.



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The Internet for writers by Nick Daws
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Published on February 24, 2017 04:51 Tags: internet, scrivere

How will the internet change the way we think?

Our families, our communities and our culture make us what we are. Once we are what we are, we are still unthinkable outside our groups with whom we live. On a desert island we’ll form an association with a ball if we can find one. So if a new infrastructure comes along that allows us to connect with everyone else on the planet and to invent new types of connections, this is big news indeed! This is the case with Internet. It gives us an opportunity to rethink many of our presuppositions about our nature and our world’s nature. Our social connections until now have been constrained by geography and atoms: the real world. The Web is an unnatural world, one we have been built for ourselves. The facts of nature drop out of the Web. We can see reflected in the Web just how much of our sociality is due not to the nature of the real world but to the nature of ourselves. The Web confronts us with the brute fact that we are creatures who cares about ourselves and the world we share with others. We live within a context of meaning: the world is richer with meaning than we can imagine.
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Published on March 05, 2017 06:09 Tags: aeon-conversations, internet

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Antonio   Gallo
Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.
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