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Muri e Femminilità

My rating: 4 of 5 stars
Rivisitare la propria biblioteca cartacea per trasferirla online può essere una piacevole operazione da diversi punti di vista. Può infatti significare non solo procedere a sistemare i libri, riorganizzare gli scaffali, rivedere gli elenchi e il catalogo, rileggere schede, appunti e recensioni per poi passare a digitare il tutto in rete sulla piattaforma, in maniera dinamica e leggibile per chiunque visita il tuo spazio.
Apri un libro e puoi trovarci dentro una cartolina, un appunto, una critica, una ricevuta, una nota ed anche un fiore. In un grosso volume di linguistica ho ritrovato questo testo formato da soltanto una quarantina di pagine. Rivestito di una copertina in profondo colore rosso, il libretto Intitolato “Femminilità” porta la firma della prof.ssa Gaetana Mazza. Trenta anni è un più che ragionevole lasso di tempo per giustificare la dimenticanza che il tempo stesso provoca. Ed io, lo confesso con vergogna, della Gaetana Mazza poetessa, me ne ero del tutto dimenticato.
Ho riletto la presentazione del libro che porta la firma di un caro amico scomparso, il prof. Giovanni Ciociano, e ho cercato di “rivedere” quei giorni, riavvolgendo il film dei ricordi. Gaetana Mazza, apprezzata studiosa di storia locale, e valente docente, nonchè autrice di importanti libri di cui in varie occasioni mi sono occupato, abitava a poca distanza da dove chi scrive ancora vive. Pochi metri, direi, ma ci divideva un “muro”. In tempi da trapassato remoto ero stato compagno di classe di Mariano, il suo amato compagno di una vita, scomparso immaturamente. Ci eravamo poi ritrovati insieme ad altri amici e non in uno spazio del tutto nuovo ed inaspettato, forse anche improprio, che mal si confaceva alla nostra estrazione sociale, umana e culturale.
Lo avevamo conquistato in un periodo della nostra storia locale e nazionale quanto mai turbolento e perciò difficile da vivere e convivere. Avevamo bisogno di una casa, per questa ragione avevamo formato una cooperativa edilizia. A distanza di quaranta anni d’allora, posso dire che quella fu un’esperienza irripetibile, unica ed anche travagliata. Negli anni settanta e ottanta il nostro Paese attraversò momenti difficili che devono essere ancora metabolizzati. Il nome che venne dato, e che ancora porta la realizzazione di questo bisogno, conferma quello che dico.
Il bisogno di una casa divenne una idea pseudo rivoluzionaria. Ancora oggi reca un nome che ha un sapore chiaramente obsoleto. L’ho ritenuto sempre ridicolo ogni qualvolta lo cito nel mio indirizzo postale. Ricordo ancora quando qualcuno lo lesse la prima volta e mi chiese perchè quella parola fosse femminile invece che maschile: “il comune-la comune”. Non è facile spiegare su due piedi i sogni e le utopie delle rivoluzioni della storia. Quaranta anni fa, anche nel Paese degli antichi Sarrasti si sognava la rivoluzione …
Mi accorgo di avere “sforato”, esagerato forse, nel ricordare tutte queste cose, ma i libri fanno anche di questi scherzi. Ho voluto ricostruire il contesto umano e sociale che fa da sfondo a questo libretto per segnalare la distanza ideologica che ci separava nonostante la vicinanza fisica. Con gli anni questa differenza, dopo il trasferimento, con il tempo ed anche con le varie, sofferte vicissitudini che ognuno di noi ha dovuto affrontare in questi decenni, sono stati superati. Quel “muro” a cui ho accennato innanzi è scomparso. Meno male che i muri, dopo che gli uomini li hanno costruiti, il tempo provvede ad abbatterli. La realtà digitale ha creato nuove e diverse occasioni per discussioni e confronti, senza dubbio molto più significativi.
Ritrovare questo libretto di Gaetana Mazza ha significato poter rivolgere un pensiero oltre che al compianto ed indimenticabile prof. Giovanni Ciociano autore della presentazione e curatore della collana che portava il nome di Edizioni dell’Ippogrifo, anche a chi ne fu stampatore: Gaetano Amato, titolare della Grafica Sarnese e grande comune amico. Grazie a Gaetana Mazza per le sue magiche poesie che hanno concorso col tempo ad abbattere quel “muro” di cui parla lei stessa, guarda caso, in una sua breve poesia nel libro che porta questo titolo. Un “muro” che il tempo ha provveduto ad abbattere.
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Published on February 21, 2017 00:39
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Tags:
femminilità, gaetana-mazza, muri
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Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.
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