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I "tic" del bibliomane digitale



Libri e tag su GoodReads











Questo è un post un pò strano specialmente per chi non è abituato a navigare nelle biblioteche digitali.Chi ha avuto a che fare con i database, (archivi di informazioni) invece, avrà certamente sentito parlare di “metadati” (dati che descrivono i dati), ovvero di informazioni supplementari che consentono di classificare meglio gli elementi di conoscenza in nostro possesso.
Non sapere, o anche non essere consapevoli, di ciò che si possiede, equivale praticamente a non possedere nulla.In termini informatici potremmo dire che i dati non valgono niente se non esiste uno strumento per classificarli e quindi organizzarli nel modo di più opportuno
Apporre una parola o una serie di etichette/tag ad un oggetto o un argomento, significa associargli un elenco di attributi che ne descrivono svariati aspetti, così da poter più facilmente reperire ciò che ci occorre.
Ad esempio, la lunga lista che vedete qui accanto ai miei libri nella immagine riguarda le etichette/tag che ho usato per catalogare i miei libri sulla piattaforma di GoodReads. Ad ogni libro, quando lo inserisco, ne scrivo o ne faccio una recensione, assegno una parola-chiave, tag/etichetta, per classificare la sua identità.
Questo permetterà di trovare più facilmente tutti i libri di un certo tipo (di un dato genere, di un dato autore ecc.) Nel suo famoso best-seller “La magia del riordino” la scrittrice giapponese Marie Kondo ha conquistato l’attenzione e l’interesse dei disordinati di tutto il mondo, così come quelli di coloro che amano organizzare il loro spazio personale.
Il suo libro ha offerto preziosi consigli che possono essere applicati non solo al processo di ordinare gli oggetti di casa, ma anche ad altri settori della vita quotidiana. Con i libri si costruisce quella che io definisco la biblioteca digitale. Il collezionista di libri, quella persona che in passato amava raccogliere su scaffali di legno i propri libri.
Li sistemava per colore della copertina, per soggetto, per autore, per grandezza o per qualsiasi altro sistema.Formava così la sua biblioteca personale di amatore, collezionista e lettore di libri. Per la legge dell’evoluzionismo, solo qualche anno fa, si è trasformato in qualcosa d’’altro una volta diventato digitale. Man mano che i libri aumentavano, questo antico lettore avrebbe fatto un passaggio di grado, da semplice collezionista sarebbe diventato un bibliofilo.
Quando poi, col passare del tempo, con il cambiamento degli interessi e l’allargamento delle conoscenze, la sua passione sarebbe diventata una mania, si sarebbe trasformato in un bibliomane. Al tempo, cartaceo. come era mio Padre. Ma Lui non era soltanto un accanito lettore. Apparteneva anche ad una famiglia di tipografi. Ma questa è un’altra storia che ho già raccontato.
Mi preme qui continuare il racconto con l’avvento della IT, la Informazione Tecnologica. Questo lettore cartaceo non sapeva che avrebbe avuto la possibilità di trasformare i suoi “testi”, i tradizionali libri, in “ipertesti” scritti in “bits & bytes”, in scrittura digitale. Il cartaceo sarebbe stato trasformato in digitale. Alla vecchia libreria/biblioteca si sarebbe affiancata quella digitale, attraverso il computer e i suoi derivati. Sarebbe così nato un nuovo modo di sistemare i libri, la conoscenza, i saperi.
Sarebbero arrivati i tag o le etichette, magiche parole-chiave per un modo nuovo e diverso di classificare il mondo. Cos’è un tag? E’ una parola che aggiunge ulteriori informazioni o descrive meglio un oggetto, un prodotto, un testo o un dato, attribuendogli una precisa caratteristica. Nel caso del libro si lega e inizia con la sua scheda identitaria. Quella che una volta compilava il bibliotecario e la tirava fuori dallo schedario quando cercavamo un libro in biblioteca.
Quando parliamo di dati di un libro ci riferiamo ad un record, una registrazione, intesa come “quantificazione di un insieme costituito da una serie di attributi”, il nome di ciascun attributo è un tag. Il record di un libro può essere costituito da diversi elementi: nome e cognome dell’autore e di altri collaboratori al libro con le proprie qualità, editore, edizioni del libro, collana e via specificando.
Più sono gli elementi di conoscenza che abbiamo a disposizione, più il record è completo. Tutti dati propri del libro al quale il lettore dovrà assegnare la sua valutazione, che sarà personale e verrà data in forma di “review” (recensione) e di “tag” (etichetta) di sua scelta. In questo caso l’etichetta diventa un valore aggiunto al libro, in positivo o in negativo. La lista può essere lunga, come nel caso che riguarda le mie, nell’immagine che vi ho proposto con il lungo elenco.
I tag si facilitano i compiti di molte attività per chi si occupa di vendita e di marketing. Si può migliorare la qualità della comunicazione sia interna che esterna di un qualsiasi luogo, ovvero tra l’impresa ed i clienti sia reali che potenziali.
Nel caso dei libri, dell’editoria e di tutto quanto riguarda il mondo della comunicazione. Grazie alle informazioni aggiuntive disponibili per ciascun partecipante interessato, scrittore, lettore, editore, bibliofilo o bibliomane che sia. Cartaceo o digitale. Tutti potranno lavorare in modo più accurato ed efficiente in tempo reale.
Si tratta di molti dati, tutti utili non solo a categorizzare il prodotto, nel nostro caso i libri, ciascun utente, ma anche a dare un profilo di chi di usa la biblioteca per far vivere i suoi libri, ma anche per lanciare un messaggio all’esterno al mondo ed ai mercati con i quali gli uomini interagiscono. Non a caso GoodReads appartiene al colosso delle vendite online che va sotto il nome di Amazon.
Non intendo ulteriormente estendere questa mia analisi dei “tag”, o dei “tic” di un bibliomane, nato cartaceo diventato digitale per naturale evoluzione, per non annoiare chi legge. Desidero solamente dire che in una biblioteca digitale di questo tipo il bibliomane può anche inserire libri che non possiede o che non ha letto. Un pò come l’antibiblioteca di cui parlava tempo fa Umberto Eco.
Ne ho scritto anche io in un precedente post. Quante cose puoi fare in una biblioteca digitale! Puoi mettere anche libri che non solo non possiedi, nè in cartaceo nè in digitale. Puoi dire spiegare le ragioni per le quali ci metti un libro che non vorresti mai leggere spiegando le tue ragioni, ma non vuoi rinunciare a leggere di cosa parla e cosa dicono altri che quello stesso libro o scrittore hanno inserito, letto e recensito.
Altre cose, di non poco conto, che caratterizzano questa piattaforma sono gli spazi offerti a chi si iscrive, sempre in maniera gratuita e in lingua inglese, con Forum mirati di discussioni, scambi, ricerche, giochi altre mirabilie anche in lingua italiana, spazi dedicati alla scrittura, un blog personale, citazioni, riferimenti bibliografici. Queste sono le mie buone ragioni per definirmi un dinosauro bibliomane digitale.





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Published on June 16, 2020 10:47 Tags: biblioteca-digitale

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Antonio   Gallo
Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.
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