L'affaire Moro Quotes
L'affaire Moro
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Leonardo Sciascia1,563 ratings, 4.03 average rating, 173 reviews
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L'affaire Moro Quotes
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“E infine, ecco, c'è la parola che per la prima volta scrive nella sua atroce nudità; la parola che finalmente gli si è rivelata nel suo vero, profondo e putrido significato: la parola "potere". "Io non desidero intorno a me, lo ripeto, gli uomini del potere". Ma nella precedente lettera aveva parlato di "autorità dello Stato" e "uomini del partito": è soltanto ora che è arrivato alla denominazione giusta.
Per il potere e del potere era vissuto fino alle nove del mattino di quel 16 marzo. Ha sperato di averne ancora: forse per tornare ad assumerlo pienamente, certamente per evitare di affrontare quella morte. Ma ora sa che l'hanno gli altri: ne riconosce negli altri il volto laido, stupido, feroce. Negli "amici", nei "fedelissimi delle ore liete': delle macabre, oscene ore liete del potere.”
― L'affaire Moro
Per il potere e del potere era vissuto fino alle nove del mattino di quel 16 marzo. Ha sperato di averne ancora: forse per tornare ad assumerlo pienamente, certamente per evitare di affrontare quella morte. Ma ora sa che l'hanno gli altri: ne riconosce negli altri il volto laido, stupido, feroce. Negli "amici", nei "fedelissimi delle ore liete': delle macabre, oscene ore liete del potere.”
― L'affaire Moro
“È come se un moribondo si alzasse dal letto, balzasse ad attaccarsi al lampadario come Tarzan alle liane, si lanciasse alla finestra saltando, sano e guizzante, sulla strada. Lo Stato italiano è resuscitato. Lo Stato italiano è vivo, forte, sicuro e duro. Da un secolo, da più che un secolo, convive con la mafia siciliana, con la camorra napoletana, col banditismo sardo. Da trent'anni coltiva la corruzione e l'incompetenza, disperde il denaro pubblico in fiumi e rivoli di impunite malversazioni e frodi. Da dieci tranquillamente accetta quella che De Gaulle chiamò- al momento di farla finire - "la ricreazione": scuole occupate e devastate, violenza dei giovani tra loro e verso gli insegnanti. Ma ora, di fronte a Moro prigioniero delle Brigate rosse, lo Stato italiano si leva forte e solenne. Chi osa dubitare della sua forza, della sua solennità? Nessuno deve aver dubbio: e tanto meno Moro, nella "prigione del popolo".”
― L'affaire Moro
― L'affaire Moro
“Bayle credeva che una repubblica di buoni cristiani non potesse durare. Montesquieu correggeva: "una repubblica di buoni cristiani non può esistere". Ma una repubblica di buoni cattolici italiani può esistere e durare. Così.”
― L'affaire Moro
― L'affaire Moro
“Né Moro né il partito da lui presieduto avevamo mai avuto il "senso dello Stato". L'idea dello Stato quale alcuni esponenti del Partito Comunista Italiano avevano cominciato ricattatoriamente ad agitare nel maggio dell'anno prima - idea che sembrava discendere e forse, per ragioni che qui ed ora non è il caso di esaminare, discendeva più dal lato destro che dal lato sinistro di Hegel - probabilmente aveva attraversato la mente di Aldo Moro soltanto negli anni giovanili, nell'agguerrirsi a quei ludi culturali che il regime fascista organizzava (i "littoriali": e "littori" erano proclamati coloro che li vincevano): ma senza lasciar traccia nei suoi pensieri - o nel suo pensiero, se si vuole per lui rivendicare o ammettere una concezione ben definita ed articolata del fatto politico e del far politica. E figuriamoci nelle menti sicuramente meno ammobiliate - direbbe Savinio - di pensiero, e probabilmente di pensieri, di gran parte di coloro cui Moro era guida ed esempio. E del resto il richiamo e la congenialità per cui almeno un terzo dell'elettorato italiano si riconosceva e si riconosce nel partito della Democrazia Cristiana appunto risiedono nell'assenza, in questo partito, di un'idea dello Stato: assenza rassicurante, e si potrebbe anche dire energetica.”
― L'affaire Moro
― L'affaire Moro
