Ma più strani di tutto sono gli avvenimenti che si svolgono sulla Prospettiva Nevskij. Oh, non credete alla Prospettiva Nevskij! Quando l'attraverso, sempre io m'avvolgo quanto più posso nel mio mantello e cerco di non guardare affatto gli oggetti che mi cadon sotto gli occhi. Tutto è inganno, tutto è sogno, nulla è ciò che sembra! Credete che quel signore che passeggia con quell'abito di ottima fattura sia molto ricco? Neanche per sogno: tutti i suoi averi consistono in quel soprabito. Vi immaginate che quei due grassoni che si sono fermati davanti a quella chiesa in costruzione stiano ragionando della sua architettura? Nient'affatto: parlano di quelle due cornacchie che si sono posate in modo così curioso una di fronte all'altra. Credete che quel tipo agitato che muove le braccia stia parlando di come sua moglie ha buttato dalla finestra una pallina su un ufficiale che lui non conosce affatto? Neanche per sogno: sta dimostrando in che cosa consistesse il principale errore di Lafayette. Credete che quelle signore... no, alle signore credeteci meno che a ogni altro. Guardate le vetrine dei negozi: i ninnoli che vi sono esposti sono magnifici, ma puzzano d'una terribile quantità d biglietti di banca. E Dio vi guardi dallo sbirciare sotto i cappellini delle signore! Sventoli pure in lontananza il mantello d'una bella donna; a nessun costo io la seguirò per curiosare. Lontano, per amor di Dio, lontano dal lampione! E, se ci passate vicino, fatelo in fretta, più in fretta possibile. E' già una fortuna se non lascerà sgocciolare del grasso maleodorante sul vostro elegante soprabito. Ma, lampioni a parte, tutto alita inganno. Essa mente a ogni ora, questa Prospettiva Nevskij, ma più che mai quando la notte cala sopra di essa come una massa densa e fa spiccare i muri bianchi e giallastri delle case, quando l'intera città si trasforma in un solo tuono e lampo, miriadi di carrozze rotolano giù dai ponti, i postiglioni gridano e sobbalzano sui cavalli, e un demone in persona accende le lampade solo per mostrare ogni cosa sotto un aspetto che non è il suo.
Ma la cosa più strana, più incomprensibile di tutte è che gli scrittori possano dedicarsi a simili argomenti. Lo riconosco, questo è davvero inconcepibile, è davvero... no, no, non posso proprio capire. In primo luogo, non ne viene decisamente alcun vantaggio per la patria; in secondo luogo... ma anche in secondo luogo non ne viene alcun vantaggio. Semplicemente non so che mai significhi tutto questo... E tuttavia, malgrado ciò, si può anche ammettere e l'una e l'altra cosa, e anche una terza... già, perché dov'è che non si verificano delle cose inverosimili? E a rifletterci bene, in tutto questo, davvero qualcosa c'è. Si può dir quello che si vuole , ma simili avvenimenti al mondo accadono, di rado ma accadono.
Per lui non v'è soggetto spregevole nella natura. Nell'insignificante l'artista creatore è grande come nell'eccelso; la cosa più bassa per lui non è bassa, perché invisibilmente trapela in essa l'anima meravigliosa di chi crea, e la cosa bassa viene così sublimamente espressa, perché passa attraverso il purgatorio della sua anima.
Chi racchiude in sè del talento deve aver l'anima più pura di ogni altro. A un altro molto si perdona, ma a lui non si perdonerà. A chi è uscito di casa con un chiaro abito festivo basta una sola macchia di fango schizzata da una ruota perché tutta la gente lo circondi e lo segni a dito e parli della sua sporcizia, mentre la stessa gente non nota le molte macchie sui molti passanti vestiti di abiti quotidiani. Perché sugli abiti di tutti i giorni non si notano le macchie.
Portarono via Akàkij Akakièvi e lo seppellirono. E Pietroburgo rimase senza Akàkij Akakièvi, come se mai fosse esistito. Scomparve e si dileguò un essere che nessuno aveva difeso, che a nessuno era stato caro, per nessuno interessante, che non aveva attirato su di sè nemmeno l'attenzione del naturalista, il quale pure non disdegna d'infilare su uno spillo una comunissima mosca e di osservarla al microscopio, un essere che aveva sopportato docilmente tutte le irrisioni del suo ufficio ed era sceso nella tomba senza aver concluso alcuna straordinaria impresa; però, verso la fine della vita, a questo essere era apparso un ospite luminoso sotto forma d'un cappotto, un cappotto che per un istante aveva ravvivato la sua povera esistenza, ma sul quale poi s'era abbattuta implacabile la sciagura, così come si abbatte sugli imperatori e i sovrani del mondo...
Unos días después de su muerte un ujier del departamento se presentó en su casa para ordenarle que se reincorporara inmediatamente a su puesto de trabajo , pues así lo exigía el jefe. Pero no pudo cumplir su misión y a la vuelta declaró que Akaki Akákievich no aparecería más por allí. «¿Por qué?», le preguntaron. «Porque ha muerto —respondió—. Hace cuatro días que lo enterraron.»
Soltanto, se lo scherzo diventava insopportabile, quando gli urtavano il braccio impedendogli di lavorare, diceva: – Lasciatemi in pace! Perché mi offendete? – E qualcosa di strano era contenuto in quelle parole e nella voce con cui erano pronunciate. Vi risuonava qualcosa di tanto pietoso, che un giovane di recente entrato in servizio, il quale, sull’esempio degli altri, s’era fatto lecito di beffarlo, si fermò a un tratto, come se tutto fosse cambiato ai suoi occhi o si mostrasse sotto altro aspetto: una forza soprannaturale lo staccò dai colleghi che aveva presi per gente ammodo. E a lungo di poi, nel bel mezzo delle sue ore più allegre, gli si ripresentò l’immagine del piccolo impiegato dalla fronte calva, colle sue parole penetranti: «Lasciatemi in pace! Perché m’offendete?», e in queste parole penetranti risuonavano altre parole: «Io sono tuo fratello». E si copriva la faccia colle mani, il povero giovane, e molte volte, in seguito, durante la sua vita, tremò vedendo quanta inumanità“sia nelle creature umane, quanta feroce volgarità si nasconda nella mondanità raffinata e illuminata, e, Dio mio! persino negli uomini che il mondo tiene per nobili e onesti.