Manifesto del nuovo realismo Quotes
Manifesto del nuovo realismo
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Maurizio Ferraris147 ratings, 3.40 average rating, 19 reviews
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Manifesto del nuovo realismo Quotes
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“In concreto, il mondo colorato, rumoroso e soprattutto fasullo che ci sta intorno, è l’erede del sogno romantico di una rinascita del mito, del fatto che la ragione deve essere sostituita dal sogno. Piuttosto che razionalista, come spesso la si dipinge, la modernità, almeno dal romanticismo in avanti, è stata in buona parte mitologica e anti-illuminista, e l’esito del postmoderno si pone, in piena coerenza, in questa linea di sviluppo.”
― Manifesto del nuovo realismo
― Manifesto del nuovo realismo
“...Socrate, ossia colui che, morendo, ha sostenuto che c’è un nesso istitutivo tra sapere, virtù e felicità.”
― Manifesto del nuovo realismo
― Manifesto del nuovo realismo
“Se viceversa un filosofo dice che "la cosiddetta ‘verità’ è una questione di potere” perché fa il filosofo invece che il mago?”
― Manifesto del nuovo realismo
― Manifesto del nuovo realismo
“Dopotutto, non è inutile sapere se il fungo che ci accingiamo a mangiare sia velenoso, e questo non dipende dalle nostre pratiche discorsive o dalle nostre teorie sui funghi, ma dal fungo.”
― Manifesto del nuovo realismo
― Manifesto del nuovo realismo
“Ben lungi dall’essere fluida, la modernità è l’epoca in cui le parole sono pietre, e in cui si attua l’incubo del verba manent.”
― Manifesto del nuovo realismo
― Manifesto del nuovo realismo
“Per un castoro – possiamo averne una ragionevole certezza – i mutui e i divorzi non esistono, mentre le montagne e i laghi esistono eccome.”
― Manifesto del nuovo realismo
― Manifesto del nuovo realismo
“A mio avviso, la vera decostruzione deve impegnarsi a distinguere tra regioni d’essere che sono socialmente costruite e altre che non lo sono; a stabilire per ogni regione d’essere delle modalità specifiche di esistenza; e infine ad ascrivere i singoli oggetti a una di queste regioni d’essere, procedendo caso per caso. Per rispondere a questa esigenza, altrove ho proposto di distinguere gli oggetti in tre classi: gli oggetti naturali, che esistono nello spazio e nel tempo indipendentemente da soggetti; gli oggetti sociali, che esistono nello spazio e nel tempo dipendentemente da soggetti; e gli oggetti ideali, che esistono fuori dello spazio e del tempo indipendentemente da soggetti.”
― Manifesto del nuovo realismo
― Manifesto del nuovo realismo
“Il realismo, per come lo propongo, è una dottrina critica in due sensi. Nel senso kantiano del giudicare che cosa è reale e che cosa non lo è, e in quello marxiano del trasformare ciò che non è giusto.”
― Manifesto del nuovo realismo
― Manifesto del nuovo realismo
“A un certo punto c’è qualcosa che ci resiste. È quello che chiamo “inemendabilità”, il carattere saliente del reale.”
― Manifesto del nuovo realismo
― Manifesto del nuovo realismo
“Il postmoderno ritiene che basti sostenere che tutto è socialmente costruito per immunizzarsi dall’attrito del reale.”
― Manifesto del nuovo realismo
― Manifesto del nuovo realismo
“Posso sapere (o ignorare) tutto quello che voglio, il mondo resta quello che è.”
― Manifesto del nuovo realismo
― Manifesto del nuovo realismo
“Si consideri per esempio l’argomento in apparenza iper-relativista del “Che male c’è?”, in cui è spesso consistita la risposta standard alle critiche nei confronti degli intrecci tra sesso e potere. Ora, nel "Che male c’è?" interviene un dispositivo che colpisce al cuore una categoria fondamentale dell’Illuminismo, l’opinione pubblica, la quale nasce proprio come spazio in cui la critica del potere vale come istanza di controllo e di garanzia dei diritti degli individui. (...)
Il "Che male c’è?" definisce un terzo stadio, e cioè il fatto che ogni sopravvivenza di opinione pubblica critica viene svuotata a priori attraverso la categoria di “moralismo”. Così, il “Che male c’è?” si presenta come un efficacissimo strumento di repressione del dissenso, e raggiunge la sua perfezione quando la critica è declassata a pettegolezzo.”
― Manifesto del nuovo realismo
Il "Che male c’è?" definisce un terzo stadio, e cioè il fatto che ogni sopravvivenza di opinione pubblica critica viene svuotata a priori attraverso la categoria di “moralismo”. Così, il “Che male c’è?” si presenta come un efficacissimo strumento di repressione del dissenso, e raggiunge la sua perfezione quando la critica è declassata a pettegolezzo.”
― Manifesto del nuovo realismo
