Il quinto passo è l'addio Quotes

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Il quinto passo è l'addio Il quinto passo è l'addio by Sergio Atzeni
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“Guarda i quartieri moderni fuori le mura scendere dai colli al mare oleoso e verde cupo, i bei palazzi e portici dei tempi di Baccaredda (scrittore e sindaco, amato e carogna) e il lascito architettonico di quest’epoca ai futuri: il cubo luttuoso e vitreo che nasconde i vicoli del porto e offende il municipio bianco e danzante cui si è affiancato con protervia da funzionario viceregio d’altri tempi (non è escluso che i futuri decidano di amarlo e cantarlo… o lo smonteranno vetrata per vetrata e lo sposteranno in campagna oltre Palli e invece delle nere geometrie che spengono la luce e l’allegria vedranno panchine, fontane, palme e jacarandas?).

Ruggero Gunale guarda la città che si allontana. Saluta torri pisane e campanili. Sillaba a se stesso: “La mitezza non incute rispetto né suscita vero compatimento. Anzi: godono a schiacciarti.”
(pag. 29)”
Sergio Atzeni, Il quinto passo è l'addio
“Ruggero parla a se stesso: “Fuggi. Dopo trentaquattro anni ti strappi alla terra dove hai amato, sofferto e fatto il buffone. Ogni angolo di strada testimonia una tua gioia, un dolore, una paura.
In cambio sarò libero. La maschera che mi cuciranno addosso, lo straniero, l’isolano, il mendicante, mi nasconderà, occulterà il nome, sarò uomo fra uomini… Chi è mite compatisce i persecutori, ne vede la fragilità, le ferite nascoste e non si lamenta del male che subisce.
Tu non sei mite. Ora soltanto hai percepito l’esistenza della mitezza. Perché vinto. Sei stato bestia, avida e feroce, finché avevi forza e te l’hanno permesso. Ora ti mascheri da esiliato, nascondendo il nome che per anni hai sventolato quasi fosse un merito.
Non ho mai colpito per cattiveria. Per noncuranza, magari, o per cecità.
Il nome sparisce, salva per un po’ la lapide in camposanto. E la vicenda presto è dimenticata, cancellata da nuove imprese di tonti e di campioni.”
(pagg. 30-31)”
Sergio Atzeni, Il quinto passo è l'addio
“Carcerati cantano dietro le bocche di lupo alte sul colle: “Voglio la libertà, il mio avvocato al corno della forca e Marianna questa notte stessa”.
(pag. 31)”
Sergio Atzeni, Il quinto passo è l'addio