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Riforma dell'editoria
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E perchè una legge simile non la fanno per i saldi dei capi di abbigliamento?
Grazie Eleonora per aver sollevato l'argomento, sono sconvolto anch'io!

Io adorerei dei mercatini, peccato che qui non ce ne siano!
Per il resto, la cosa che mi sconvolge è che dicano che lo fanno per il bene delle piccole librerie che ci perdono -.- Su questo non ho dubbi, ma seriamente lo fanno per quello? Pft! Se fosse stato per quello, non avrebbero incluso anche i siti internet, dei quali hanno veramente paura.
Io penso che nessuno preferisca fare un ordine online e aspettare giorni prima che arrivi, usare la carta e tutto il resto, ma che tutti preferiscano andare in libreria, poter guardare un libro prima di comprarlo, o magari cambiare idea e comprarne pure un altro che cattura, poter assaporare quel buon odore della libreria, tornare a casa con la bustina piena di nuovi acquisti... Ma se per fare questo devo spendere 5 euro in più a libro, beh, ovviamente due conti in tasca me li faccio.
E mi dispiace perché questa riforma la capisco pure, perché è vero che danneggia le librerie eccetera, ma lo fa solo perché i prezzi sono incredibilmente alti.
Una domanda: secondo voi i siti saranno costretti a non abbassare i prezzi anche dei libri non in italiano e, quindi, non di case editrici italiane?

Quanto ci metteranno i rivenditori online ad applicare sconti in modo "camuffato"? Già lo fanno, con i famosi "5 euro di sconto ogni tot euro spesi", la disparità tra grandi catene e piccole librerie c'è e resterà, tale e quale. I lettori forti continueranno ad arrangiarsi come possono, e i lettori da bestseller continueranno a comprarli al supermercato piuttosto che nelle catene dei centri commerciali. Le piccole librerie dovrebbero trasformarsi, secondo me, tentare più la strada di organizzazione di eventi, incontri tematici eccetera, cosa che quelli online non possono fare.
Io poi mal sopporto questo tipo di leggi, spacciate per protezione di una categoria debole quando invece protegge solo interessi (e i rivenditori italiani da amazon). Come se qualcuno venisse a dirmi dove fare la spesa.
E come al solito, tentano di arginare il problema sempre alla fine del processo! Pensassero invece a regolamentare il prezzo di copertina del libro, o a rivedere i diritti di autore.
Personalmente, io ho sempre preferito gli acquisti online, per comodità e disponibilità immediata di catalogo (e perché mi fanno percepire meno la spesa e mi sento meno in colpa!). Non ho mai sentito il bisogno della tanto decantata figura del libraio che mi consiglia cosa leggere, men che meno dei vari dipendenti di feltrinelli e altri (che manco sanno come dividere i libri per argomenti, molto spesso). E spero fortemente che Amazon si spicci con il kindle store.


Però anche a me piacerebbe sapere che ricarico fanno le librerie sui libri, anzi che ricarico fa la casa editrice (visto che il libro arriva alla libreria con il prezzo al pubblico già stampato sul retro). Credo che, come tutti i beni di consumo, il prezzo lo faccia la quantità ordinata, se no non si spiegherebbe come mai i supermercati possano fare il 15% di sconto fisso su tutti i libri, che siano novità o edizioni datate.













Tra l'altro oggi mi sono fatta un giro su un paio di siti di libri e tutti sono pieni di sconti fino al 30 agosto.



Mia mamma dice di essere contenta di questa riforma per l'editoria: abbiamo più di 200 gialli a casa che io, odiando il genere fino a un annetto fa, non avevo mai toccato, e ora dice che perlomeno smetterò di comprarne nuovi e leggerò i vecchi... Tzé, mi priverò dei pan di stelle, piuttosto.

@eleonora - non si vive di solo pan di stelle ma è bello sapere di averne una scatola nella credenza...In effetti mi è venuta fame; vado a mangiarmi pane e nutella ;)

E urlo anche io il mio NO al monolite fessurato :D.
Ma i libri dentro li si vedevano?

O, magari, se ne fregheranno altamente dei libri italiani, dal momento che vendono di tutto in tutto il mondo xD
A prescindere, non ho capito: i supermercati potranno comunque continuare a scontarli? ò_ò
@Gianluca: mi hai fatto venir fame e ho assaggiato philadelphia al cioccolato milka. Una cosa terribile, peggio di un rilegato dalla traduzione pessima a 20 euro.

@eleonora - vabbè, ma che schifooo! philadelphia al cioccolato milka !?! non solo peggio della pessima traduzione, ma peggio di tutto! ...curiosità: l'hai inventato te o esiste davvero in commercio? Se gradisci le sperimentazioni prova tipo... il cocomero col tonno.... oppure le fragole ai funghi porcini etc etc.. ;)

Ho letto qualche tempo fa un articolo molto interessante a riguardo, se lo trovo lo posto sicuramente.
Riassumo, in breve, ciò che so di questa riforma: dal 1° settembre i libri non saranno più scontanti, se non per un massimo del 15% per 30 giorni. La cosa non riguarda solamente le librerie (e, quindi, le varie case editrici) ma anche gli acquisti online: dunque addio agli sconti succosi su amazon, bol e quant'altro.
Ecco l'articolo:
La proposta di legge
La prima versione della proposta di legge sulla riforma dell’editoria, “Nuova disciplina del settore dell’editoria e delega al Governo per l’emanazione di un testo unico delle disposizioni legislative in materia di editoria“, meglio conosciuta come proposta Levi, dal nome del deputato del PD Riccardo Levi che per primo l’ha firmata, è stata presentata nel 2007 dal Governo Prodi. Uno dei temi più delicati contenuti nella proposta è il prezzo dei libri e le relative nuove norme che abrogano l’art. 11 della legge 62/2001.
La legge è stata approvata in questi giorni dalla Commissione Cultura alla Camera e inviata al Senato per il quarto sì, quello definitivo. Il passaggio alla sede legislativa significa un’accelerazione dei tempi dell’iter, senza passare in Assemblea.
L’approvazione della Commissione Cultura
Ecco cosa prevedono, in sintesi, i 3 articoli della Proposta Levi, dopo il passaggio alla Commissione Cultura.
L’articolo 1 è rimasto identico: si prevede che la disciplina del prezzo dei libri “contribuisca allo sviluppo del settore librario, al sostegno della creatività letteraria, alla promozione del libro e della lettura, alla diffusione della cultura e alla tutela del pluralismo dell’informazione”.
L’articolo 2 affida all’editore o importatore la determinazione del prezzo da apporre su ciascuna copia e dispone che il prezzo effettivo di vendita al consumatore finale (compresa la vendita per corrispondenza e online) non contempli sconti superiori al 15% (tranne che per alcune categorie di libri) e al 20% per altre categorie:
- libri venduti in occasione di manifestazioni fieristiche
- libri venduti a biblioteche, archivi e musei pubblici, onlus, scuole, centri di formazione, università, istituzioni o centri scientifici e di ricerca.
Inoltre, è stabilita una disciplina specifica per le campagne promozionali.
L’articolo 3 fissa la data a decorrere dalla quale si applicheranno le nuove disposizioni: dal 1 settembre 2011. A distanza di 12 mesi, dovrà essere elaborata una relazione ministeriale sugli effetti delle nuove disposizioni sul settore del libro.
La discussione in atto
La legge divide in due il mondo della lettura: da un lato c’è chi si oppone al prezzo libero e invoca questa legge per salvaguardare il futuro delle piccole librerie, che non riescono a resistere alla concorrenza spietata delle grandi catene e degli store online.
Dall’altro lato, i fautori della liberalizzazione ritengono che si tratti di uno strumento protezionistico che va contro il sistema del libero mercato e che punta a fare solo gli interessi degli editori (molto), dei librai (abbastanza), mentre a pagarne le conseguenze sono i lettori. Che dovranno dimenticarsi le superpromozioni o gli acquisti massivi su Amazon, dai più considerato il vero mostro cattivo che spaventa la povera editoria italiana, la quale scappa a nascondersi dietro il gonnellone rassicurante dello stato. In un simile scenario, si potrà sperare solo nella diversificazione delle edizioni, da hardcover a tascabili, in modo che uno stesso testo possa avere diverse fasce di prezzo.
E gli eBook?
Cosa succederà nel caso degli eBook, sul cui prezzo al consumatore pesa ancora l’iva del 20% invece che quella del 4% dei libri? Arriveremo al paradosso che il libro digitale costerà di più di quello di carta?
Luca Codero di Montezemolo ha riproposto il tema nell’agenda pubblica, durante il convegno ”Cultura, orgoglio italiano”, in relazione al resto d’Europa.
In Francia, per esempio, lo scorso ottobre il Senato ha votato all’unanimità l’estensione della legge Lang, in vigore dagli anni ‘80, al mercato digitale: se c’è l’imposizione del prezzo unico, fissato dalle case editrici, per ciascun libro in tutte le librerie del Paese, questo deve estendersi anche agli eBook, anche a quelli venduti da eBookstore stranieri (compresi Amazon e iBooks di Apple), ad eccezione degli enhanced eBook, che sono trattati come prodotti multimediali.
Chissà se, in occasione del dibattito sulla riforma italiana sull’editoria, ci sarà spazio per dare all’eBook la dignità di libro, o almeno di prodotto di cultura più che di elettronica.
fonte.
Voi cosa ne pensate? Io sono sconvolta.
Mi chiedo solo come possono pensare che uno studente che tenta di sopravvivere con borse di studio e soldi sganciati continuamente dalla famiglia, possa anche lontanamente pensare di poter chiedere ai genitori 50 euro al mese per dei libri non scolastici. E, lo sappiamo benissimo tutti: soprattutto se si vive in dei paesini sperduti, le biblioteche sono aggiornata alla sola narrativa italiana del 1960.
Se si compra online è perché le case editrici italiane mettono ai loro libri dei prezzi esorbitanti, 19 euro per un libro in copertina rigida sono tantissimi. E poi, che guadagno se una volta messo in 'economica' viene a costare 10, 11 euro! Capisco che non possiamo paragonarci all'America dove l'economica viene, la maggior parte delle volte, 7,99 (dollari eh, mica euro! sarebbero circa 5,60 euro) visto che in Italia comunque ci sono le spese di traduzione eccetera. Ma dare quasi 5 euro a libro solo per le spese di traduzione... E' un furto.
Io un buon libro lo pago volentieri a prezzo pieno, se so che è un buon libro: ma se lo leggo solamente perché mi incuriosisce la copertina o il titolo, non conosco l'autore, non ne ho mai sentito parlare... Beh, mi sembra logico non volerci spendere 20 euro, visto che con 20 euro ci mangio per giorni.