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GDL 2023- Ciclo Rougon- Macquart- 19) “La disfatta” – “La Débâcle”
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SINOSSI
Nell'agosto del 1870, sui campi di battaglia di Sedan si scontrano due civiltà: la Francia del Secondo Impero e la Prussia del nascente imperialismo tedesco. Le conseguenze della disfatta militare francese sono devastanti: la caduta di Napoleone III, l'esperienza rivoluzionaria della Comune di Parigi, la "settimana di sangue". È l'inizio drammatico di una modernità "scientifica" che esige la trasformazione dei deboli in forti, delle vittime in carnefici, delle società in caserme. Come un grande regista cinematografico, in una continua alternanza di narrazione epica e racconti, Zola restituisce la drammaticità e la complessità di un grandioso affresco storico. E dietro la superficie della realtà "vista" agisce l'inquietante profondità degli istinti primordiali degli uomini e delle pulsioni sotterranee della storia.
Incipit
« L'accampamento era a due chilometri da Mulhouse, verso il Reno, in mezzo alla fertile pianura. All'ultima luce di quella sera d'agosto, sotto il cielo plumbeo, attraversato da pesanti nuvoloni, erano state piantate le tende, e i fasci di armi luccicavano, allineati a intervalli regolari sulla linea del fronte. Con i fucili carichi, le sentinelle li sorvegliavano, immobili, fissando in lontananza, laggiù, le nebbie violacee dell'orizzonte, che salivano dal grande fiume.
Erano arrivati da Belfort verso le cinque. Suonavano le otto, e gli uomini avevano appena ricevuto le razioni di viveri. Ma probabilmente la legna si era smarrita, e non si era potuto effettuarne la distribuzione: impossibile quindi accendere il fuoco e cuocere la zuppa. I soldati avevano dovuto accontentarsi di mangiare le gallette, annaffiandole con grandi sorsate di acquavite, il che aveva finito col tagliar loro le gambe, già infiacchite dalla stanchezza.
Due soldati, dietro i fasci delle armi, vicino alla cucina da campo, cercavano di dar fuoco a un mucchietto di legna verde, giovani rami d'albero che avevano tagliato a colpi di baionetta, e che si ostinavano a non accendersi.
Un fitto fumo, nero e lento, saliva nell'aria della sera, di un'infinita tristezza.
Lì c'erano soltanto dodicimila uomini, tutti quelli che il generale Félix Douay aveva con sé del 7° corpo d'armata. La 1ª divisione, chiamata il giorno prima, era partita per Frœschwiller, la 3ª era ancora a Lione. Il generale aveva deciso di lasciare Belfort, e di avanzare con la 2ª divisione, l'artiglieria di riserva, e una divisione di cavalleria incompleta. A Lorrach erano stati scorti alcuni fuochi. Un dispaccio del viceprefetto di Schelestadt annunciava che i prussiani stavano per passare il Reno a Markolsheim. Il generale, sentendosi troppo isolato all'estrema destra degli altri corpi, senza nessuna comunicazione con loro, aveva accelerato il movimento verso la frontiera, tanto più che, il giorno prima, era arrivata la notizia della disastrosa sconfitta di Wissembourg. Anche se non avesse dovuto lui stesso respingere il nemico, rischiava, da un momento all'altro, di essere chiamato a sostenere il 1° corpo.
Quel giorno, 6 agosto, sabato, un'inquieta giornata di uragano, ci doveva essere stata battaglia, verso Frœschwiller: lo si poteva leggere nel cielo plumbeo e opprimente, sul quale passavano lunghi fremiti e brusche ventate, grevi d'angoscia. Da due giorni, la divisione credeva di marciare verso la battaglia, e i soldati si aspettavano di trovarsi i prussiani di fronte da un momento all'altro, alla fine di quella marcia forzata da Belfort a Mulhouse.”
"À deux kilomètres de Mulhouse, vers le Rhin, au milieu de la plaine fertile, le camp était dressé. Sous le jour finissant de cette soirée d'août, au ciel trouble, traversé de lourds nuages, les tentes-abris s'alignaient, les faisceaux luisaient, s'espaçaient régulièrement sur le front de bandière; tandis que, fusils chargés, les sentinelles les gardaient, immobiles, les yeux perdus, là-bas, dans les brumes violâtres du lointain horizon, qui montaient du grand fleuve.
On était arrivé de Belfort vers cinq heures. Il en était huit, et les hommes venaient seulement de toucher les vivres. Mais le bois devait s'être égaré, la distribution n'avait pu avoir lieu. Impossible d'allumer du feu et de faire la soupe. Il avait fallu se contenter de mâcher à froid le biscuit, qu'on arrosait de grands coups d'eau-de-vie, ce qui achevait de casser les jambes, déjà molles de fatigue. Deux soldats pourtant, en arrière des faisceaux, près de la cantine, s'entêtaient à vouloir enflammer un tas de bois vert, de jeunes troncs d'arbre qu'ils avaient coupés avec leurs sabres-baïonnettes, et qui refusaient obstinément de brûler. Une grosse fumée, noire et lente, montait dans l'air du soir, d'une infinie tristesse.
Il n'y avait là que douze mille hommes, tout ce que le général Félix Douay avait avec lui du 7e corps d'armée. La première division, appelée la veille, était partie pour Froeschwiller; la troisième se trouvait encore à Lyon; et il s'était décidé à quitter Belfort, à se porter ainsi en avant avec la deuxième division, l'artillerie de réserve et une division de cavalerie, incomplète. Des feux avaient été aperçus à Lorrach. Une dépêche du sous-préfet de Schelestadt annonçait que les Prussiens allaient passer le Rhin à Markolsheim. Le général, se sentant trop isolé à l'extrême droite des autres corps, sans communication avec eux, venait de hâter d'autant plus son mouvement vers la frontière, que, la veille, la nouvelle était arrivée de la surprise désastreuse de Wissembourg. D'une heure à l'autre, s'il n'avait pas lui-même l'ennemi à repousser, il pouvait craindre d'être appelé, pour soutenir le 1er corps. Ce jour-là, ce samedi d'inquiète journée d'orage, le 6 août, on devait s'être battu quelque part, du côté de Froeschwiller: cela était dans le ciel anxieux et accablant, de grands frissons passaient, de brusques souffles de vent, chargés d'angoisse. Et, depuis deux jours, la division croyait marcher au combat, les soldats s'attendaient à trouver les Prussiens devant eux, au bout de cette marche forcée de Belfort à Mulhouse.."

gufo_bufo wrote: ""Un ripassino"? Grazie del tuo tatto: la mia colossale ignoranza si è buttata a testa bassa sulle provvidenziali informazioni."
Pure io, siamo in due!!!
Pure io, siamo in due!!!
Partita questa mattina e letto il primo capitolo con la solita sfilata di nomi che non ricorderò mai😱😱😱😁😁😁
Ehm... ho dovuto andare a cercare cos'era il calepino 🤦♀️
Vedo a nascondermi dietro la lavagna 😝
Vedo a nascondermi dietro la lavagna 😝

Ma no, figurati 😁
Intanto sto procedendo. Posso dire che non capisco un cavolo di battaglie e spostamenti di truppe da qui a là, se non che è un disastro per la Francia?
È un quadretto sconfortante: i soldati e il popolo che sono sicuri di vincere e le forze tedesche che sono in netta superiorità numerica e, da quel che capisco, anche di armamenti e che li schiacciano come mosche😪
Sono incuriosita dal rapporto tra Jean e Maurice. Mi chiedo se evolverà in termini di stima e amicizia o al contrario.
Intanto sto procedendo. Posso dire che non capisco un cavolo di battaglie e spostamenti di truppe da qui a là, se non che è un disastro per la Francia?
È un quadretto sconfortante: i soldati e il popolo che sono sicuri di vincere e le forze tedesche che sono in netta superiorità numerica e, da quel che capisco, anche di armamenti e che li schiacciano come mosche😪
Sono incuriosita dal rapporto tra Jean e Maurice. Mi chiedo se evolverà in termini di stima e amicizia o al contrario.

Confesso di non amare per niente i romanzi (o i film) di guerra quindi anch'i non mi sono mai applicata.
Sono alla fine del secondo capitolo e credo che la questione dell'umore durante la ritirata sia fondamentale.
Vedremo.. mi riservo di commentare meglio quando avrò letto un po' di più :-))

Vedo a nascondermi dietro la lavagna 😝"
ma cos'è??? anch'io devo cercarlo!!


Sto iniziando il quinto capitolo.
Arranco e resisto per puro amore ma veramente non è il mio piatto.
Butto giù pagine come bocconi sgraditi. La mia mente si rifiuta di memorizzare posizioni e tattiche militari.
Questa marea di gente mobilitata per andare ad uccidere altri simili mi inorridisce qui come nella realtà che viviamo.
Insomma, grande fatica 😨😫
Voi come siete messe?

Anche per me è impossibile memorizzare le informazioni tecniche, si tratti di gradi o di tattiche; ma ho imparato a leggere certe parti sorvolando rapidamente, e credo che l'importante stia altrove.
Arrivando verso la fine del ciclo, ho avvertito una forte impressione di unità, fondata però non tanto sulle eredità marce della famiglia Rougon-Macquart, quanto sull'affresco del Secondo Impero. Ogni libro ha illustrato un diverso strato sociale, una diversa situazione umana, economica, artistica o architettonica - e nessuna felice. In ogni romanzo, il Secondo Impero appare come l'incarnazione del Male, e adesso, tramite un processo estremamente doloroso di guerra e sconfitta, arriviamo a liberarcene. Il dolore della guerra un po' come le doglie del parto.
Solo un'altra annotazione: Jean Macquart, solido, concreto, onesto, fedele, non alcolizzato né pazzo né divorato dall'ambizione, è uno dei pochissimi personaggi positivi della sua famiglia. Con lui, si salvano Silvère - che per altro è morto giovanissimo nel primo volume - e forse il dottor Pascal: che con i suoi entusiasmi e la sua ingenuità ha provocato il dramma della "Colpa dell'abate Mouret", ma che resta per me una speranza di umana redenzione nel prossimo, ultimo capitolo della saga. Confido sempre nelle "magnifiche sorti e progressive".
Ci sono, ho letto i vostri commenti qualche giorno fa, ma in quel momento non avevo tempo di rispondere e poi mi sono persa via🤦♀️😁
Ho terminato la prima parte e, come voi, mi sono persa tra spostamenti di truppe di qua e di là, avanti e indietro per non andare da nessuna parte. Le mie cognizioni geografiche sono mediocri in generale, figuriamoci quanto mi ci posso raccapezzare in un'area della Francia che, ohimè, non conosco per nulla. Ad un certo punto mi sono messa l'animo in pace. Le truppe vanno e vengono e io non saprò esattamente dove sono sulla cartina, ma tanto non è quello l'obiettivo (anche se, conoscendo zio Emile, non ho dubbi che ci sia un fedele riscontro nella realtà 😁). Cmq, se voleva trasmettere la sensazione di un estenuante spostamento senza senso e direzione, ci è riuscito benissimo!!!
Ho iniziato anche la seconda parte in cui mi sembra si stia entrando nel vivo della battaglia di Sedan con le prime scaramucce.
Non vi nascondo che sono un tantino preoccupata. Questo è un libro di 500 pagine. Tolte le prime... 100 (a occhio, perché lo sto leggendo in digitale), la battaglia prenderà tutto il resto del libro?!??! O comunque una buona parte???? Aiutoooo
Sono reduce da I miserabili e dalla battaglia di Waterloo. Ho pauraaaaa😝😝😝
Alla fine di queste letture sarò ferratissima in battaglie nell'Europa centrale nell'800😱🙈😁
Ho terminato la prima parte e, come voi, mi sono persa tra spostamenti di truppe di qua e di là, avanti e indietro per non andare da nessuna parte. Le mie cognizioni geografiche sono mediocri in generale, figuriamoci quanto mi ci posso raccapezzare in un'area della Francia che, ohimè, non conosco per nulla. Ad un certo punto mi sono messa l'animo in pace. Le truppe vanno e vengono e io non saprò esattamente dove sono sulla cartina, ma tanto non è quello l'obiettivo (anche se, conoscendo zio Emile, non ho dubbi che ci sia un fedele riscontro nella realtà 😁). Cmq, se voleva trasmettere la sensazione di un estenuante spostamento senza senso e direzione, ci è riuscito benissimo!!!
Ho iniziato anche la seconda parte in cui mi sembra si stia entrando nel vivo della battaglia di Sedan con le prime scaramucce.
Non vi nascondo che sono un tantino preoccupata. Questo è un libro di 500 pagine. Tolte le prime... 100 (a occhio, perché lo sto leggendo in digitale), la battaglia prenderà tutto il resto del libro?!??! O comunque una buona parte???? Aiutoooo
Sono reduce da I miserabili e dalla battaglia di Waterloo. Ho pauraaaaa😝😝😝
Alla fine di queste letture sarò ferratissima in battaglie nell'Europa centrale nell'800😱🙈😁
Mamma mia, i capitoli ambientati nell'ospedale di campo sono belli pesantucci.
Zio Emile per gli ultimi capitoli della sua saga ci è andato giù duro con le tematiche e le descrizioni 🙄
Zio Emile per gli ultimi capitoli della sua saga ci è andato giù duro con le tematiche e le descrizioni 🙄


l'eBook che ti ho mandato non andava bene?

Io te l'ho inviato sull'altro indirizzo che mi hai dato quello su gmail.
Inviato il 29 gennaio 🙄

Io sono ametà capitolo IV della terza parte.
Ho tantissimi pensieri che sto cercando di nonfarmi sfuggire dato che, contrariamente ad altre volte, non ho annotato quasi nulla
😲😲😲😲
Come dicevo, però, sento il bisogno in questa lettura di avere una visione più globale..un po' come guardare la regione di Sedan dall'alto magari con un drone (ah se lo avessero avuto, allora!!) e rendermi conto dell'accerchiamento prussiano 😮
A presto 😘

Ricordo che quando ho letto "Guerra e pace" ho apprezzato moltissimo la narrazione storica, e meno le vicende dei personaggi romanzeschi. Qui mi sta capitando esattamente il contrario: una volta recepito il messaggio dell'impreparazione, della disorganizzazione, dell'incompetenza ecc., ben sapendo quale è stato l'esito della battaglia, accetto con profonda gratitudine i "siparietti" con le vicende private (l'amicizia di Maurice e Jean, l'ennesima coppia fratello-sorella dove Henriette rappresenta l'elemento forte e positivo, la storia d'amore di Honoré e Silvine).
Insomma, di guerra non ne posso già più, e non sono neanche a metà.
Io sono quasi alla fine.
Lancio solo uno spunto rispetto alle figure di Henriette e Silvine alla fine della II parte (o all'inizio della terza... abbiate pazienza, ma non ricordo) che mi hanno fatto venire in mente Antigone entrambe.
Mi riaggancio al discorso che faceva prima @Gufo sui personaggi positivi e negativi in Zola. Anche loro due, secondo me rientrano tra i personaggi positivi. In generale, in questo libro, forse a compensare le brutture della guerra mi sembra che i protagonisti sia per lo più "buoni"
Lancio solo uno spunto rispetto alle figure di Henriette e Silvine alla fine della II parte (o all'inizio della terza... abbiate pazienza, ma non ricordo) che mi hanno fatto venire in mente Antigone entrambe.
Mi riaggancio al discorso che faceva prima @Gufo sui personaggi positivi e negativi in Zola. Anche loro due, secondo me rientrano tra i personaggi positivi. In generale, in questo libro, forse a compensare le brutture della guerra mi sembra che i protagonisti sia per lo più "buoni"

Non voglio frenare i vostri commenti: cerco di sbrigarmi a terminare la lettura, ma voi scrivete tutto quello che volete, non sbircerò prima del tempo.

Confesso che inizialmente avevo parecchie resistenze e, probabilmente, se non ci fosse stato il gruppo di lettura avrei abbandonato.
Anch'io come gufo ho atteso con ansia le storie dei personaggi aggrappandomi pur di non tornare a girovagare sui campi di battaglia vagando senza coordinate.
Ormai conosciamo questa penna eppure rimango sempre un po' sfasata quando affonda quasi con masochismo nelle descrizioni più truci. Sangue, purulenze varie di uomni ed animali, nulla ci è risparmiata ma dire che, in questo contesto, non poteva sottrarsi.
Rifletto sulle donne di questo romanzo perchè assieme al nazionalismo, alla tremenda visione della bruttalità dell'uomo contro uomo, corrono parallele storie di sacrifici compiuti nel nome dell'amore. Henriette soprattutto..
Al netto, insomma, il romanzo mi è piaciuto andando oltre le aspettative iniziali.
Condivido il tuo parere @Dagio. La disfatta è un bel libro, ma è stato un libro che ho fatto molta fatica a leggere viste le tematiche trattate e le descrizioni letteralmente chirurgiche di Zola (disarticolare una spalla... pensavo fosse tutt'altro e invece...) Secondo me, fa bene il paio con La terra. Entrambi romanzi durissimi per tematiche trattate sebbene diversissimi tra loro. Accomunati dalla presenza dello stesso protagonista, il povero Jean, che, come faceva notare una di voi, appare come uno dei pochi uomini buoni tra i personaggi di questa saga, entrambe le storie sembrano scagliarsi contro di lui. Al punto da farmi quasi pensare che Jean sia il corrispettivo nei Rougon-Maquart del Giobbe biblico!!!
E non vi nascondo che (view spoiler)
E non vi nascondo che (view spoiler)


@Gufo, stessa speranza, uguale uguale 😝😝😝
Per l'inizio, quando volete. Mi sembra che @Dagio proponesse di fare sempre a marzo. Se così fosse, magari da metà mese.
Per l'inizio, quando volete. Mi sembra che @Dagio proponesse di fare sempre a marzo. Se così fosse, magari da metà mese.
Books mentioned in this topic
La disfatta (other topics)La terra (other topics)
Abbiamo iniziato questa avventura il 19 gennaio 2020, quindi tanti auguri a noi che siamo riuscite a portare avanti questo progetto! 🥂🥂🥂
Quando
L’azione si svolge dal 1867 al 1870.
Dove
La vicenda si svolge tra il 6 agosto 1870 e il maggio 1871.
I luoghi sono prevalentemente attorno a Sedan.
L’ultimo episodio ci riporterà a Parigi.
Soggetto
Il romanzo è diviso in tre parti e il tema centrale è militare.
Per la prima volta in tutto il ciclo (seguendo il percorso indicato da Zola) ritroviamo lo stesso protagonista appena lasciato nel romanzo precedente.
Jean Macquart, infatti, è rimasto senza niente dopo gli eventi raccontati ne “La terra”.
Parte per quello che, a suo dire, è la vera cosa che sa fare: la guerra!
Gli episodi storici che muovono i fili di questa storia segnano la fine di Napoleone III e il Secondo Impero.
Mi pare necessario inserire “un ripassino” .😁
Semplificherò i passaggi giusto per darci un quadro della situazione.
La guerra franco- prussiana (in poche parole)
- Alla fine del 1868 nascono i primi dissidi tra Francia e Prussia a seguito della controversa successione al trono di Spagna dopo la caduta della dinastia Borbone;
- Il Casus bellis è il dispaccio di Ems (https://it.wikipedia.org/wiki/Dispacc...). SE leggete come andarono i fatti è evidente che si stava solo cercando una scusa per dichiarare guerra. In gioco c’è l’egemonia in Europa.
- Il 19 luglio 1870 la Francia dichiara guerra alla Prussia: Bismarck, principale artefice dell'intrigo diplomatico, era riuscito nell'intento di provocare la reazione francese e far apparire la Prussia come aggredita e la Francia come principale responsabile del conflitto.
- Il conflitto si concluderà il 10 maggio 1871 con la débâcle , la disfatta della Francia.
- La sconfitta significò per la Francia la nascita della Terza Repubblica mentre sul lato opposto si conforma l’Impero Tedesco
https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_...
La battaglia di Sedan (in poche parole)
- Ebbe luogo ta il 31 agosto ed il 2 settembre 1870 e si concluse con il totale accerchiamento e la resa dell'armata francese
- Napoleone III fu catturato. Rimasti senza governo centrale i Repubblicani si organizzarono prendendo il comando e continuando il conflitto
- L'enormità della sconfitta francese di Sedan ebbe una influenza decisiva sugli eventi successivi del conflitto e segnò le sorti delle nazioni coinvolte e le dinamiche della storia europea fino al 1918, provocando il momentaneo declino della Francia e trasformando la nuova Germania riunificata nella potenza politica e militare più importante del continente. Essa rappresentò un'interprete fondamentale nella diplomazia europea e nella politica delle alleanze tra le Grandi Potenze per oltre 40 anni.
- Dal punto di vista della strategia militare, la battaglia di Sedan rimane un esempio classico di perfetta battaglia di annientamento, conclusa con il totale accerchiamento e la distruzione dell'esercito nemico.
https://it.wikipedia.org/wiki/Battagl...
Per quanto riguarda la Comune di Parigi
- E’ una forma di autogoverno libertario che s’insatura a Parigi a segito della sconfitte subite dal governo Repubblicano e della sua intenzione di restaurare il regime monarchico
- L’esperienza durò due mesi: dal 18 marzo al 28 maggio 1871 data in cui Mac- Mahon entrò in città con l’esercito massacrando in una settimana almeno 20 000 parigini compromessi con la rivolta durante la cosiddetta semaine sanglante, settimana sanguinosa
https://it.wikipedia.org/wiki/Comune_...