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Riflessioni sul nostro genere preferito
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Ciao Federico, grazie dello spunto di riflessione. Al momento l'ho spostato nella sezione Libri, poi ricostruirò lo spazio per le chiacchiere e il confronto.
Come ti avevo già scritto noi leggiamo autori italiani.
Tu quali autori italiani leggi?
Ancora non ho visto voti nel censimento da parte tua, quindi non so quali siano i tuoi punti di riferimento e gli autori cui ti riferisci.
Quali autori hai apprezzato che abbiano pubblicato negli ultimi cinque anni? O almeno negli anni 2000
Tu quali autori italiani leggi?
Ancora non ho visto voti nel censimento da parte tua, quindi non so quali siano i tuoi punti di riferimento e gli autori cui ti riferisci.
Quali autori hai apprezzato che abbiano pubblicato negli ultimi cinque anni? O almeno negli anni 2000

Le persone che leggono fantasy sono molte, ma forse sono nascoste bene ^__^
Se cerchi nei vari gruppi troverai molti lettori "forti", ma soprattutto "onnivori" che non disdegnano questo o altro genere.
Anzi, già parlare di fantasy è troppo generale. A cosa ti riferisci? Al fantasy classico o qualche altro sottogenere?
Sicuramente la gente legge poco, ma la gente, si sa, è un'entità astratta che non fa mai niente. Anche questo termine per me è generale.
Quello che io personalmente vado cercando, sono i lettori affini a me, che mi possano consigliare qualcosa in linea con i miei gusti e che possano darmi una critica costruttiva sul libro che stanno leggendo (da qui vedi i molteplici Gruppi di Lettura che vengono proposti ogni giorno nelle pagine di GR).
Autori italiani ne conosciamo tantissimi, anzi, grazie a Fantasy Italia e alla Fratellanza ho scoperto e acquistato molti titoli di persone che non conoscevo, solo perché amici me li hanno consigliati.
Se più persone ti hanno detto "quando passerai a qualcosa di serio?" le cose sono due: o non leggono fantasy serio e pensano che il genere sia leggero oppure i temi che tratti vengono visti dal lettore come temi leggeri; perché ti posso assicurare che ci sono molte opere italiane e non che sono serissime, affrontando argomenti molto profondi.
Quali sono i tuoi autori preferiti italiani? Cosa leggi?
Ma soprattutto, chi ti ha mosso queste accuse che cosa legge?
Sicuramente qui (che sia il gruppo Fantasy o altri gruppi di GR) non troverai nessuno che verrà a dirti che il fantasy non è serio, ma soprattutto troverai lettori che, diversamente da quanto si sente in giro, non fanno distinzione tra italiano e non.
Al massimo troverai lettori che ti dicono: questo libro non mi piace ;-)

Riflessione molto interessante.
Certo, come ti ha già detto la saggia Francesca, in un gruppo come questo non troverai mai nessuno che possa sostenere che il fantasy è un sottogenere leggero e di scarso valore, quasi indegno! 😜
E scoprirai anche che qui ognuno di noi, nella scelta delle letture, persegue una propria personalissima idea di fantasy, sempre diversa. C’è chi predilige le saghe e chi i romanzi autoconclusivi, chi cerca storie imponenti e solenni, chi apprezza maggiormente l'introspezione e l’infinitamente piccolo, chi non transige sullo stile di scrittura scialbo, chi mal digerisce i personaggi monodimensionali e chi proprio non sopporta l'umorismo non-sense o le scene troppo cruente.
Per fortuna l'offerta è talmente vasta che ce n’è per accontentare tutti i palati!
Da lettore, posso portare solo la mia personale esperienza: considero il fantasy un genere letterario al pari della fantascienza, del romanzo gotico, del romanzo storico e di tutti gli altri generi letterari; ed esattamente come capita per gli altri generi, fra i romanzi fantasy si possono trovare grandi capolavori immortali della letteratura e grandi schifezze quasi indigeribili.
Io confesso di aver letto e di leggere pochissimo fantasy italiano perché, purtroppo, quando vent'anni fa, a seguito dell'uscita al cinema del Signore degli Anelli e della pubblicazione di Harry Potter, esplose il fenomeno a livello commerciale e tutte le case editrici nostrane iniziarono a sfornare una caterva di titoli fantasy di scrittori emergenti, incappai in due romanzi high fantasy italiani che definire mediocri sarebbe già un grande complimento.
Perciò, ammetto di essere rimasto segnato da quell'esperienza, un po’ come Silente con le caramelle-tutti-i-gusti-più-uno; e da allora preferisco tenermi alla larga dal fantasy italiano contemporaneo ed orientarmi maggiormente verso i titoli più classici, quelli che hanno superato la prova del tempo, ed ormai mi comporto così per i romanzi in generale, non solo per gli autori italiani, ma anche stranieri.
Ovviamente mi concedo ancora ogni tanto qualche lettura di autori fantasy italiani contemporanei, ma quasi sempre il tentativo finisce con me che esclamo: -Ahimè…cerume!-.
Sono davvero pochissimi gli autori viventi stranieri e italiani (fantasy e non) che seguo con interesse; per gli italiani ho trovato finora soddisfazione solo con romanzi appartenenti al filone più ampio della letteratura fantastica, lì ho scoperto più facilmente scrittori nelle mie corde, come Vanni Santoni o Michele Mari.
Per cui, mi sentirei di dire che, se i tuoi lettori non hanno considerato i tuoi romanzi abbastanza seri, forse sono semplicemente i lettori sbagliati per il tuo genere di scritti, e ti auguro che i tuoi romanzi possano quanto prima trovare persone che ne possano apprezzare e riconoscere il vero valore. :-)

Tu quali autori italiani leggi?
Ancora non ho visto voti nel censimento da parte tua, quindi non so quali siano i tuoi punti di riferimento..."
Ti confesso che la cosa della votazione per me è parecchio macchinosa, non per la votazione in sé ma per la dichiarazione dei cicli... comunque tra gli italiani mi piace molto Licia Troisi, di cui ho divorato e apprezzato la saga del mondo emerso...
Per l'estero non posso non citare Tolkien.
Per quanto riguarda i commenti cui mi riferivo, mi sono arrivati da amici e conoscenti che - sicuramente in buona fede - pensavano di farmi un complimento, esortandomi a mettermi alla prova con un'opera "meno da ragazzini"...

Le persone che leggono fantasy sono molte, ma forse sono nascoste be..."
Come detto a Debora, le persone che hanno commentato erano amici e conoscenti... non saprei cosa leggano...
Devo citare però anche il lato positivo della medaglia: sono più di uno quelli che mi hanno commentato positivamente, pur non avendo mai provato a leggere fantasy o evitandolo per una "repulsione a pelle"
Per il fantasy, parlavo in generale...

Riflessione molto interessante.
Certo, come ti ha già detto la saggia Francesca, in un gruppo come questo non troverai mai nessuno che possa sostenere che il fantasy è un sottogenere..."
è proprio quello il punto: tu giustamente consideri il fantasy un genere come gli altri. Per molti non lo è ma è qualcosa di paragonabile a un fumetto o a un cartone animato, cioè roba da bambini...
è questa equazione che a me fa venire il sangue alla testa perché nel guerriero che lotta fino alla morte per permettere ai compagni di lasciare il dungeon sani e salvi ci vedo la trasposizione di un atto eroico cui potremmo assistere nella realtà.
Come potrei anche vederci la metafora di una ragazza madre che si sacrifica fino allo sfinimento per far crescere da sola il suo bambino...
E nella figura del mago che immola il suo tempo e la sua vita alla ricerca della conoscenza io ci posso vedere la figura dello scienziato, del ricercatore, che si chiudono in un laboratorio, in un osservatorio astronomico per cercare la risposta a uno dei mille quesiti che restano insoluti.
Grazie mille per gli auguri! ;)
Federico wrote: "
Ti confesso che la cosa della votazione per me è parecchio macchinosa, non per la votazione in sé ma per la dichiarazione dei cicli...
Non capisco
Puoi votare e non dichiarare un ciclo, sono due passaggi diversi. Votando ti fai conoscere da noi per gusti ed esperienza intanto. Se vorrai partecipare alla Fratellenza sarà una tua scelta futura. C'è chi non lo fa.
Per quanto riguarda Licia Troisi l'ultima storia del Mondo Emerso è uscita nel 2014.
Conosci altri autori italiani? che apprezzi? Essendo il tuo genere è più che sano e naturale che tu conosca e legga i tuoi colleghi, secondo me.
I lettori di fantasy sono una nicchia forte, ne è testimonianza il grande investimento che sta facendo Mondadori Oscar Vault comprando i diritti di Sandeson e Hobb fra gli altri.
I lettori italiani però sono anche molto esterofili, vero. Questo perché per anni il fantasy è stato relegato a genere minore e poco serio, concordo, portando gli intellettuali e gli scrittori a trattarlo come un gioco. Il pubblico è andato a cercare altrove gli autori di riferimento.
L'esperienza di Savasandir è molto significativa di un fatto di cui finalmente si comincia a parlare anche su youtube e social.
La responsabilità è anche degli autori italiani che in generale copiavano gli anglosassoni, non erano preparati né stilisticamente né in ambito narratologico. Molti non leggevano i colleghi né facevano riferimento gli uni sugli altri e poi si trovavano a doversi misurare con gente formata da scrittori anche in ambito universitario.
Non dico che tutti i romanzi esteri siano di qualità, anzi.
Ma perché il lettore X dovrebbe fidarsi dell'autore italiano XX quando a parità di spunti può andare a leggere Abercrombie o Jemisin o Sanderson?
Sono gli autori che devono guadagnarsi la fiducia di questa nicchia forte.
Le cose stanno cambiando. L'anno scorso uno dei premi Calvino è stato vinto da un racconto fantasy.
Leggo molti italiani, seguo case editrici italiane che pubblicano italiani e curano la qualità dei testi (Acheron Books e Mosca Bianca per citarne due ottime), conosco di persona autori preparati che hanno studiato la narratologia (perché chi vuole crescere e innovare deve sapere da dove si parte), che hanno lavorato sul proprio stile e che piuttosto che copiare i classici inglesi o i contemporanei americani cominciano ad attingere al nostro patrimonio culturale e artistico creando opere originali.
Da lettrice forte, insegnante di italiano e appassionata di narratologia, che macina corsi e manuali, io pretendo la qualità dagli italiani altrimenti il cambiamento non vincerà sul vecchio sentire.
Ti confesso che la cosa della votazione per me è parecchio macchinosa, non per la votazione in sé ma per la dichiarazione dei cicli...
Non capisco
Puoi votare e non dichiarare un ciclo, sono due passaggi diversi. Votando ti fai conoscere da noi per gusti ed esperienza intanto. Se vorrai partecipare alla Fratellenza sarà una tua scelta futura. C'è chi non lo fa.
Per quanto riguarda Licia Troisi l'ultima storia del Mondo Emerso è uscita nel 2014.
Conosci altri autori italiani? che apprezzi? Essendo il tuo genere è più che sano e naturale che tu conosca e legga i tuoi colleghi, secondo me.
I lettori di fantasy sono una nicchia forte, ne è testimonianza il grande investimento che sta facendo Mondadori Oscar Vault comprando i diritti di Sandeson e Hobb fra gli altri.
I lettori italiani però sono anche molto esterofili, vero. Questo perché per anni il fantasy è stato relegato a genere minore e poco serio, concordo, portando gli intellettuali e gli scrittori a trattarlo come un gioco. Il pubblico è andato a cercare altrove gli autori di riferimento.
L'esperienza di Savasandir è molto significativa di un fatto di cui finalmente si comincia a parlare anche su youtube e social.
La responsabilità è anche degli autori italiani che in generale copiavano gli anglosassoni, non erano preparati né stilisticamente né in ambito narratologico. Molti non leggevano i colleghi né facevano riferimento gli uni sugli altri e poi si trovavano a doversi misurare con gente formata da scrittori anche in ambito universitario.
Non dico che tutti i romanzi esteri siano di qualità, anzi.
Ma perché il lettore X dovrebbe fidarsi dell'autore italiano XX quando a parità di spunti può andare a leggere Abercrombie o Jemisin o Sanderson?
Sono gli autori che devono guadagnarsi la fiducia di questa nicchia forte.
Le cose stanno cambiando. L'anno scorso uno dei premi Calvino è stato vinto da un racconto fantasy.
Leggo molti italiani, seguo case editrici italiane che pubblicano italiani e curano la qualità dei testi (Acheron Books e Mosca Bianca per citarne due ottime), conosco di persona autori preparati che hanno studiato la narratologia (perché chi vuole crescere e innovare deve sapere da dove si parte), che hanno lavorato sul proprio stile e che piuttosto che copiare i classici inglesi o i contemporanei americani cominciano ad attingere al nostro patrimonio culturale e artistico creando opere originali.
Da lettrice forte, insegnante di italiano e appassionata di narratologia, che macina corsi e manuali, io pretendo la qualità dagli italiani altrimenti il cambiamento non vincerà sul vecchio sentire.

Poi, purtroppo, anch'io ho ceduto al fascino dell'esotico, idolatrando Tolkien e apprezzando Pratchett, Bardugo, Nicholls ecc.
La tua riflessione, che si allaccia al precedente commento di Savasandir, è ineccepibile.
Nel mio piccolo e nei miei grandissimi limiti da autore part-time (ahimé il mio lavoro vero e proprio è in tutt'altro campo) e privo di formazione universitaria ho cercato di migliorarmi costantemente. Con la mia esperienza da lettore, in primis e non solo di fantasy; poiché ritengo che scrittura e lettura (meglio se vasta e varia) siano le due facce della stessa medaglia.
Con un'attività costante sul defunto Writer's dream, in seconda battuta, grazie alla quale ho sgrezzato molto la mia scrittura (non ringrazierò mai abbastanza Marcello, uno dei Mod e autore a sua volta.)
E infine, grazie al confronto - all'epoca pressoché quotidiano - con il mio editor presso la casa editrice (Argento Vivo Edizioni) cui sono venuti i capelli bianchi anzitempo, per colpa mia... :)
Quanto all'influenza del fantasy anglosassone nei miei testi, al di là di una base che immagino sia al limite dell'inevitabile, ho cercato di immettere tematiche, sviluppi e soluzioni originali e - spero - non banali.
Anzi, a dirla tutta, ho pescato a piene mani dalle mie reminescenze classiche, visto che il pantheon su cui poggia il "mio mondo" strizza l'occhio a quello omerico.
Per concludere, se posso integrare la tua chiusura con una mia ulteriore riflessione, oltre agli aspetti da te citati e che sono indispensabili per raggiungere un livello qualitativo adeguato, io aggiungerei anche la forza dell'idea.
Perché a un qualcosa di freddamente impeccabile dal punto di vista tecnico ma povero dal punto di vista del contenuto, io preferisco qualcosa di meno impeccabile ma più ricco.

Riflessione molto interessante.
Certo, come ti ha già detto la saggia Francesca, in un gruppo come questo non troverai mai nessuno che possa sostenere che il fanta..."
Ciao Federico, ti rispondo da lettrice di fantasy:
1. È vero, ci sono molti pregiudizi sul genere, ma da questa tua risposta vedo che anche tu ne hai su fumetti e cartoni animati che, invece, possono avere contenuti molto maturi. (Es. Sandman di Gaiman e Una tomba per le lucciole). ^^' Dalla mia esperienza ti posso dire che semplicemente alcune persone non vogliono staccarsi dalla realtà. Alcuni si rifiutano proprio di approcciarsi ad opere di fantasia. Che dire? De gustibus! Però ti posso anche dire che molte persone cambiano idea se si presenta loro il libro giusto. Io sono molto orgogliosa di aver fatto passare "al di qua della barricata" mia sorella e mia mamma. Ricordo ancora divertita di quando mia sorella comprò Le parole segrete di Joanne Harris, perché le era piaciuto Chocolat, e me lo sbolognò dopo le prime pagine perché "c'era un goblin". Ora legge e recensisce libri anche fantasy per un blog locale. :)
2. Io per molto tempo, in effetti, non ho letto autori italiani (solo la Troisi, pensandoci). Come già detto qui da altri, i motivi sono due: le grandi case editrici buttano fuori in pompa magna tanti stranieri; ho trovato libri di italiani molto poco curati che mi hanno fatto passare la voglia. Per quanto riguarda le case editrici, adesso ho un po' più consapevolezza della piccola editoria, per cui seguo case editrici più piccole ma ben curate (ho scoperto Acheron e Plesio, ad esempio). Cerco di non leggere gli auto-pubblicati, perché davvero non riesco a sopportare l'incuria delle edizioni. Ho trovato libri auto-pubblicati che erano chiaramente stati scritti in Word A4 e stampati in A5. Mi dispiace ma no. E per i contenuti, stessa cosa. Mi fido della scrematura fatta dalle case editrici. Ora, quindi, leggo sempre un libro di un autore italiano e devo dire che sto trovando belle sorprese.
Quindi io ti direi di non demordere. Lascia correre quando ti dicono che il fantasy non è serio e fai quello che ti piace.
...e buona fortuna!

penso ti riferisca a questo mio passaggio:
"Per molti non lo è ma è qualcosa di paragonabile a un fumetto o a un cartone animato, cioè roba da bambini..."
Mi sono spiegato male... in realtà intendevo dire che chi snobba il fantasy spesso lo riduce al rango secondario di roba da bambini come (sempre secondo costoro) fumetti e cartoni animati.
Io, a dirla tutta, guardo anime e leggo manga, di cui ho una vasta collezione, adoro la Pixar e quasi tutto quello che ha prodotto.
E non ti nascondo che in qualche modo anche ciò che ci arriva dall'Oriente ha avuto un grande impatto su di me e sulla mia attività.
Ne è una prima dimostrazione il fatto che una delle ambientazioni del romanzo finale della trilogia non è altro che una rivisitazione della Città Proibita.
In secondo luogo ho cercato di evitare nei miei romanzi quella che è una tendenza comune di alcuni anime e manga: l'incremento infinito di potere dei protagonisti per far fronte alla comparsa di nemici sempre più forti.
Sebbene questo stilema in parte funzioni nell'ambito di certe produzioni nipponiche (cito Dragonball su tutti, poiché credo che rappresenti la quintessenza di questo aspetto) ritengo che in un romanzo sia deleterio.
Quindi i miei personaggi, pur avendo delle abilità di tutto rispetto, non vincono mai i loro scontri grazie a una forza preponderante, ma tramite vie traverse e inaspettate (quest'ultimo giudizio non è mio, V. recensione sul sito "Universofantasy".)
Questo, perdonatemi se lo affermo con una punta di orgoglio, credo sia un bel punto a favore della mia trilogia.
Terminato lo spunto promozionale, :) e chiarito che sono un grande estimatore di animazione e fumetti, condivido in pieno con te la preferenza per gli autori che emergono da una selezione eseguita dalle varie case editrici.
Sebbene, non posso negarlo, la diversa opinione su un punto a mio parere focale come quello degli ebook (osteggiati dalla mia CE) mi stiano facendo vagliare la possibilità di utilizzare KDP per il mio prossimo lavoro.
Grazie per il tuo intervento e il tuo augurio! :)
Volevo sottoporre una riflessione alla vostra attenzione.
Mi rivolgo sia agli altri autori, sia ai lettori.
Nei quattro anni dalla pubblicazione del mio primo romanzo, ho toccato con mano una problematica estremamente fastidiosa.
La prima è la percezione - estremamente errata e tipicamente nostrana - per cui il fantasy è una sorta di sottogenere, un qualcosa meritevole della sola attenzione di ragazzini e poco altro.
Più volte ho ricevuto questo tipo di commenti da alcuni dei miei lettori: "Scrivi molto bene, ma quando passerai a qualcosa di serio?" - "I tuoi libri sono davvero belli, dovresti cimentarti in un lavoro più maturo" e altre affermazioni di tenore similare.
La cosa mi ha francamente avvilto. Perché i complimenti ricevuti inizialmente vengono del tutto cancellati, nell'affermazione successiva che sottintende la necessità di mettersi alla prova con qualcosa di maggiormente "elevato".
Mi viene da pensare che chi mi ha fatto tali commenti abbia letto i miei testi con molta superficialità, soffermandosi sulla "cornice" (il genere) senza valutare ciò che è espresso sulla "tela" (i temi affrontati dal testo, oltre al semplice canovaccio.)
Perché al di là delle vicende avventurose calate in un mondo immaginario e permeato dalla magia, i miei personaggi si trovano ad affrontare situazioni legate a temi importanti quali ecologia, razzismo, fede.
Ho anche una seconda questione, questa meramente legata alla sfera commerciale: sappiamo che i lettori in Italia non sono molti, in rapporto alla popolazione.
Fatta questa premessa è doloroso constatare che tra questi pochi lettori gli estimatori del genere fantasy sono davvero una nicchia.
E infine in me si è fatta in strada la sensazione che ben pochi di questi fan siano immuni dall'esterofilia e che quindi la forza di penetrazione di un autore fantasy italiano nel mercato nostrano sia davvero ridottissima.
Qualcuno tra gli autori ha riscontrato le stesse problematiche?
Per quanto riguarda i lettori, siete disponibili a dare chance al fantasy italico?