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Un sacchetto di biglie
La Sfida dei desideri
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GdL febbraio: Un sacchetto di biglie
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message 1:
by
Simona
(last edited Feb 04, 2022 09:23AM)
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rated it 5 stars
Feb 04, 2022 09:22AM

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Io sono quasi a metà, non ti dico ancora nulla, ma mi sta piacendo molto, per quanto possa "piacere" un libro su un argomento simile. Mi fa sempre impressione leggere esperienze dirette di queste cose.
Per quanto riguarda lo stile, è molto scorrevole, anche se patisco un po' i capitoli lunghi (ma quello è un problema mio :P)



Io sono al capitolo 7.
Comunque, non so come la pensi tu in proposito, ma leggendo questo libro mi viene davvero da chiedermi come si possa fare certi paragoni fra quel periodo e quelle leggi e ciò che stiamo vivendo ora...

Certo ché, come ha scritto l'autore nel capitolo 9, l'accanimento dimostrato dalla burocrazia nazista nei confronti di due bambini, con la guerra ormai nella sua fase conclusiva è davvero inspiegabile.
Inizio il capitolo 10.

Da una parte, probabilmente l'eccesso di pignoleria tedesca è stato, in questo caso, un vantaggio. Dall'altra, forse per fortuna sul percorso burocratico c'è stato qualche elemento meno accanito, come il dottore o altre figure che hanno già fatto la loro comparsa nel libro, che hanno in qualche modo cercato se non altro di rallentare le cose.
E' una narrazione stupenda, comunque, rende alla perfezione le sensazioni e le emozioni, le incongruenze, che sono evidenti persino agli occhi "innocenti" di un bambino. Tra virgolette perché per la vita che ha dovuto affrontare, l'innocenza penso sia sparita fin troppo presto.
E' affascinante, anche, come in mezzo all'orrore ci siano comunque momenti più spensierati, quasi felici, con uno sprazzo di normalità. Come il protagonista cerchi di aggrapparsi a questi momenti e di viverli al massimo, sapendo che possono finire da un momento all'altro.
Sto iniziando il capitolo 10 anche io, siamo a pari ^_^


Sto leggendo l'ultimo capitolo, entro sera lo finisco e torno a commentare :)

Da leggere e far leggere, soprattutto in tempi bui come questi. L'epilogo mi ha lasciato, nonostante tutto, con l'amaro in bocca, al pensiero di quante situazioni così ci siano ancora nel mondo.

Ho realizzato solo ora che questa lettura è capitata casualmente molto vicina alla Giornata della memoria. Che coincidenza.
Incollo qui il mio commento finale:
L'autore racconta l'esperienza vissuta quando nel 1943, all'età di dieci anni, è stato costretto a lasciare Parigi insieme a suo fratello dodicenne Maurice, per sfuggire ai rastrellamenti nazisti.
Con l'esperienza trasmessa dagli antenati ebrei russi, papà Joffo decide che per scappare da Parigi è meglio muoversi in piccoli gruppi. E così prima partono i due figli maggiori, poi Joseph e Maurice e infine i genitori. Prima tappa Nizza e poi due anni di peregrinazioni fra calde località della Costa Azzurra e gelidi paesini di montagna. Tutti insieme per qualche settimana, ma più spesso soli, i due ragazzini sono costretti ad affrontare la vita in un mondo in guerra. Con sguardo ingenuo, all'inizio, ma ben presto disincantato e lucido.
"Forse ho creduto, fino ad ora, di uscire indenne da questa guerra, ed è forse questo l'errore. Non mi hanno preso la vita, forse hanno fatto di peggio, mi hanno rubato la mia infanzia, hanno ucciso in me il bambino che potevo essere..."

Eh, sulla speranza sì, concordo, ma letta alla luce del presente mi intristisce un po'. La speranza c'è sempre, ma c'è anche un po' la consapevolezza che certe dinamiche non spariranno mai del tutto. Cambieranno, si modificheranno a seconda dei tempi, ma non ce ne libereremo mai del tutto. Mamma che cinismo che mi sta uscendo oggi! :P Giuro, non sono così disillusa, solitamente!
Sì, anche io ho notato la vicinanza con il giorno della memoria (e a fine dicembre ho anche letto Il bambino con il pigiama a righe, che non avevo mai né letto né visto finora...forse è il momento di passare a qualcosa di più leggero! XD