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I Viceré
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GDL Febbraio: I viceré di Federico De Roberto
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@Saturn, stessa sensazione dopo aver letto il primo capitolo. Sono estenuata: un sacco di nomi, un sacco di titoli nobiliari... aiutoooo. Ditemi che poi la matassa si sbroglia oppure avrò bisogno del bigino dei personaggi 😝

Grazie a quel perfido di don Blasco, al capitolo 3 comincio a raccapezzarmi in mezzo ai mille mila figli, fratelli, parenti acquisiti della pessima principessa Teresa.
Don Blasco è una zecca al posteriore, però non vi posso negare che tutto il suo livore un po' mi fa anche ridere!
Don Blasco è una zecca al posteriore, però non vi posso negare che tutto il suo livore un po' mi fa anche ridere!

Quoto quello che ha scritto @LaCitty... Lo "scoglio" da superare sono i primi due capitoli dove ci sono venti personaggi sulla scena contemporaneamente....... Però dal terzo si comincia ad affrontarli uno alla volta e tutto diventa più agevole e chiaro ^^
Torno solo per una nota veloce: che famiglia gli Uzeda. Proprio "parenti serpenti" da manuale. Per trovarne due che vadano d'accordo bisogna cercare col lanternino 😅

Anche a me sta piacendo molto. E' decisamente "parenti serpenti".
Sono curiosa soprattutto di capire cosa combinerà il principe Giacomo con l'eredità materna. Il ragazzo sta giocano sporco!!!
Sono curiosa soprattutto di capire cosa combinerà il principe Giacomo con l'eredità materna. Il ragazzo sta giocano sporco!!!

Saturn wrote: "Volevo anche aggiungere che in questi primi capitoli in cui si è parlato molto di un'epidemia e della guerra in Crimea mi sono squillati un po' di campanelli... XD"
Già, non si è mai sentito parlare di questi argomenti di recente 😅
Già, non si è mai sentito parlare di questi argomenti di recente 😅

Scorrendo le pagine sento un'aria di familiarità, non so spiegar bene la sensazione, ma insomma mi sento molto immersa nel racconto. Mi sta piacendo molto, sia per come è scritto sia per i guizzi con cui accenna al periodo storico; la Storia non è mai invadente rispetto al racconto dei personaggi, questi nostri strambi Uzeda, (tranne che per il capitolo 8 ma era inevitabile). Comunque sempre coinvolgente, sia nella leggerezza con cui racconta la famiglia sia nello sguardo sulla Sicilia e la nascente Italia del tempo.

Io sono un po' più avanti e sono arrivata al capitolo 7 della seconda parte.
Rispetto all'aria "famigliare" della storia, per quanto mi riguarda credo dipenda da Il Gattopardo: i due libri raccontano lo stesso periodo storico in Sicilia con dinamiche di fronte al nuovo assetto politico assolutamente paragonabili. Non a caso il famoso aforisma "tutto deve cambiare perché nulla cambi" si adatta molto bene anche a I Viceré. Credo che la differenza più grande fra i due romanzi sia che quello di De Roberto ha un respiro più ampio in termini di lunghezza e quantità di personaggi e vicende raccontate, ma in entrambi ci sono i nobili arraffoni, quelli che approfittano del nuovi assetto, le storie d'amore e di corna (vogliamo parlare della povera Matilde?!).
Un riflessione invece sullo stile: questo è un romanzo scritto a fine '800, ma, a parte qualche arcaismo qua e là, è leggibile con estrema facilità e scorrevolezza.
Rispetto all'aria "famigliare" della storia, per quanto mi riguarda credo dipenda da Il Gattopardo: i due libri raccontano lo stesso periodo storico in Sicilia con dinamiche di fronte al nuovo assetto politico assolutamente paragonabili. Non a caso il famoso aforisma "tutto deve cambiare perché nulla cambi" si adatta molto bene anche a I Viceré. Credo che la differenza più grande fra i due romanzi sia che quello di De Roberto ha un respiro più ampio in termini di lunghezza e quantità di personaggi e vicende raccontate, ma in entrambi ci sono i nobili arraffoni, quelli che approfittano del nuovi assetto, le storie d'amore e di corna (vogliamo parlare della povera Matilde?!).
Un riflessione invece sullo stile: questo è un romanzo scritto a fine '800, ma, a parte qualche arcaismo qua e là, è leggibile con estrema facilità e scorrevolezza.

Saturn wrote: "Volevo anche aggiungere che in questi primi capitoli in cui si è parlato molto di un'epidemia e della guerra in Crimea mi sono squillati un po' di campanelli... XD"
Non solo! Ci sono pure le teorie complottiste di Giacomo che sostiene che il colera sia sparso dal governo e che non crede nelle quarantene e negli altri provvedimenti...!


Guarda, è molto scorrevole, quindi ce la puoi fare benissimo secondo me ^-^
Mi mancano poche pagine alla fine. Vi dico solo che mi è piaciuto molto. Lo trovo molto ricco di idee e spunti. Ma ne parliamo più in dettaglio quando avete finito anche voi 😁
A me viene da pensare che quello che vediamo oggi non sia altro che il retaggio di quanto accadeva allora😓
Il malcostume politico non siamo proprio riusciti ad estirparlo
Il malcostume politico non siamo proprio riusciti ad estirparlo

I capitoli dedicati alla vita in monastero per me sono stati quelli più faticosi di tutto il libro. Non solo e non tanto per l'ipocrisia dei monaci (don Blasco è uno dei miei personaggi preferiti e mi fa ridere da morire pur nella sua perfidia), ma perché tutte le fazioni e faziosità dopo un po' mi annoiavano e mi sembravano un po' tirate per le lunghe.

Per me è un romanzo raggelante e cupissimo; bellissimo, ma veramente porta allo stremo il lettore, che arriva alla fine bisognoso di un po' di aria pura dopo un'atmosfera così soffocante.
@Moloch, quella che si "diverte" sono io. Tieni conto che il mio è un senso dell'umorismo in questo caso un po' "nero". Vedere don Blasco o donna Fernanda che si affannano a mettere zizzania, pur nella loro crudeltà e nella disistima dei loro familiari, un po' mi fa ridere... Lo so, sono una cinica inguaribile.
Per il resto, concordo con la tua analisi sui personaggi e sui loro destini. Ho sperato per Teresa per tantissimo tempo, ma poi... è andata com'è andata.
È un'analisi impietosa e realistica di una certa epoca e di una certa classe sociale che però forse non è così estinta come vorremmo.
Per il resto, concordo con la tua analisi sui personaggi e sui loro destini. Ho sperato per Teresa per tantissimo tempo, ma poi... è andata com'è andata.
È un'analisi impietosa e realistica di una certa epoca e di una certa classe sociale che però forse non è così estinta come vorremmo.

Solo che fra tutti gli aggettivi per descrivere questo libro "divertente" è quello che a me sarebbe venuto in mente per ultimo! :-D

Per es. rappresenta un modello di famiglia che oggi non esiste più (o almeno non è più predominante come un tempo): non perché non ci siano più tensioni e inimicizie tra parenti, anzi!, però non c'è più l'idea che far parte di una famiglia vuol dire essere un "ingranaggio" di un meccanismo che deve muoversi compatto, in cui hai un tuo ruolo e compiti ben precisi e se vieni meno e non rispondi alle aspettative devi pagare.
La famiglia per lo più oggi è anzi un "rifugio" dal mondo esterno in cui l'individuo deve e vuole farsi strada da solo.

L'ho finito, e mi è piaciuto moltissimo!!
Questo è uno di quei libri che ci racconta chi siamo, noi italiani come popolo. Ci sono un bel po' di cose ancora uguali sotto l'aspetto della politica e questa è una cosa tristissima... I personaggi sono tanti ma tutti memorabili, anche se alcuni sono costruiti meglio di altri: per esempio Don Blasco è scritto benissimo mentre di Ferdinando a certo punto si capiscono poco le motivazioni. Una cosa che li accomuna è che sono tutti personaggi negativi, non si salva nessuno secondo me. E lo dice anche Consalvo ripetutamente parlando della razza degli Uzeda. Sono tutti megalomani, anche se ognuno a modo suo. Pure Teresa, per esempio, non fa le cose per bontà ma perché sta in fissa con l'idea di santità che le hanno insegnato a perseguire; e infatti alla fine (view spoiler) .
Poi vogliamo parlare della scrittura? Premetto che io amo molto i romanzi dell'800, ma francamente questo è scritto con una freschezza invidiabile! Gli anni non gli pesano secondo me per nulla. Nonostante la complessità del momento storico che narra, ho trovato una scrittura leggera e anche molto divertente.
Moloch wrote: "Per me è un romanzo raggelante e cupissimo; bellissimo, ma veramente porta allo stremo il lettore, che arriva alla fine bisognoso di un po' di aria pura dopo un'atmosfera così soffocante."
Ecco, io invece di "soffocante" non ci ho visto nulla... ^^

Sto andando a rilento perché sto leggendo altro in contemporanea, ma finita La Lettera Scarlatta provo ad accelerare concentrandomi solo sui Vicerè ;)
Uh, La lettera scarlatta 😱😱😱
Ti sta piacendo? Io ne ho un ricordo di un pesoooo.
Tutto il contrario di I viceré che anche io, come Saturn, ho trovato molto scorrevole e con una scrittura inaspettatamente piacevole (brutti i pregiudizi, eh?!)
Un quesito per voi: che mi dite delle donne Uzeda (e acquisite)? Mi sembra che siano o vocate alla sofferenza (Matilde su tutte, ma quante ne sopporta dal contino???) oppure af una certa acidità/attitudine al comando come nel caso della principessa Teresa o di donna Fernanda.
E c'è chi passa dall'uno all'altro atteggiamento, ma vie di mezzo, mai!
Gli uomini Uzeda mi sembrano descritti in modo più variegato
Ti sta piacendo? Io ne ho un ricordo di un pesoooo.
Tutto il contrario di I viceré che anche io, come Saturn, ho trovato molto scorrevole e con una scrittura inaspettatamente piacevole (brutti i pregiudizi, eh?!)
Un quesito per voi: che mi dite delle donne Uzeda (e acquisite)? Mi sembra che siano o vocate alla sofferenza (Matilde su tutte, ma quante ne sopporta dal contino???) oppure af una certa acidità/attitudine al comando come nel caso della principessa Teresa o di donna Fernanda.
E c'è chi passa dall'uno all'altro atteggiamento, ma vie di mezzo, mai!
Gli uomini Uzeda mi sembrano descritti in modo più variegato

La figura femminile che ho digerito pochissimo è Matilde che vive in funzione del marito, una figura tragica in partenza... Così come Margherita, poverina... Comunque molte hanno la possibilità di scegliere e solo che fanno scelte che le portano a soffrire. Per esempio, proprio Matilde ha comunque l'appoggio del padre e potrebbe andarsene invece di (view spoiler) ; però è come se sia rimasta contagiata dalla maniacalità degli Uzeda per cui per lei Raimondo più che suo marito è una sua mania. Le altre sono combattive, come lo sono la maggior parte degli uomini Uzeda, cioè è proprio una caratteristica di famiglia. Solo Ferdinando è il Babbeo. In generale non mi è sembrato che i personaggi femminili venissero trattati in modo diseguale rispetto a quelli maschili, intendo a livello narrativo.
Uuh, già anche la storia di Margherita e Graziella, eggià, chesstoria!!! Una parte di me, quella cattiva e gossippara, ha adorato quel rapporto malato a tre😝
Più che trattate in modo diverso mi sembra che De Roberto condanni le sue donne ad essere infelici. Certo anche molti personaggi maschili lo sono, ma mi sembra che il destino si accanisca in modo particolare con le signore Uzeda. Magari è solo una mia impressione, eh 😁
Più che trattate in modo diverso mi sembra che De Roberto condanni le sue donne ad essere infelici. Certo anche molti personaggi maschili lo sono, ma mi sembra che il destino si accanisca in modo particolare con le signore Uzeda. Magari è solo una mia impressione, eh 😁

Ti sta piacendo? Io ne ho un ricordo di un pesoooo.
Tutto il contrario di I viceré che anche io, come Saturn, ho trovato molto scorrevole e con una scrit..."
All'inizio mi piaceva, Hawthorne ha una prosa davvero splendida a mio avviso, ma tutta quella continua insistenza su peccato, redenzione e compagnia bella sì, è pesaaaaaante. Una capacità di introspezione davvero notevole, ma pesante, senza dubbio.
De Roberto invece no, fa introspezione ma con una prosa e delle modalità decisamente più fresche!
Sulle diversità di trattamento uomo/donna la penso come Saturn, però non avendo finito non ho letto i commenti spoiler e non posso ancora esprimermi del tutto, vi dirò poi!



https://upload.wikimedia.org/wikipedi...

Alla fine mi sono resa conto che, vista la lunghezza dei capitoli, leggendone a spezzoni in treno o nelle pause dal lavoro perdevo il filo, quindi mi sono tenuta il libro per le sessioni di lettura serali in cui sono io (o al massimo il sonno!) a decidere quando fermarmi :P
Più tardi ripasso per rileggere tutti i vostri commenti sotto spoiler e commentare a mia volta!

L'impressione complessiva che mi ha lasciato il romanzo è simile a quella lasciata in Moloch. Come avevo già scritto, non lo trovo proprio "soffocante", ma mi ha lasciato addosso un immenso scoramento. E' davvero un romanzo pieno di brutture e di ipocrisie, non ce n'è uno che si salvi in questa famiglia, e più in generale... quanto poco è cambiato negli ultimi 150 anni? La constatazione di questa verità è davvero, davvero sconfortante.
Resta però un romanzo bellissimo, perché riesce ad immergerti completamente in questa realtà, in questa famiglia: anche se non si salva nessuno, anche se non si può non vedere le brutture di ciascun personaggio, riesce comunque a farti sentire parte degli Uzeda e a empatizzare con loro; in certi momenti mi veniva anche da schierarmi per l'uno o per l'altro, salvo poi, a libro chiuso, riflettere sulla disfunzionalità assoluta dei rapporti familiari a cui assistiamo (salvo solo quello fratello-sorella di Consalvo e Teresa) e sul fatto che, alla fin fine, non ha ragione proprio nessuno di loro, è tutto sbagliato a monte. E questo credo sia anche merito di una scrittura che - concordo - è davvero incredibilmente scorrevole per essere un testo della fine dell'800: privo dei preziosismi e della "levigatezza" di altri romanzi italiani del periodo, è dotato di una naturale limpidezza... insomma, è una scrittura bella pur non essendo (e forse proprio per questo) per nulla artefatta. C'è della maestria nell'ottenere un risultato del genere.
Rispondo ad alcune delle vostre osservazioni:
Saturn wrote: "Questo è uno di quei libri che ci racconta chi siamo, noi italiani come popolo. Ci sono un bel po' di cose ancora uguali sotto l'aspetto della politica e questa è una cosa tristissima..."
Come già scritto, concordo in tutto e per tutto su questo aspetto.
Credo che il capitolo finale (semplicemente magistrale!) sia il riassunto perfetto dell'intero romanzo, la sua chiave interpretativa; ed è proprio questo il concetto che esprime.
Cito Consalvo: «La storia è una monotona ripetizione; gli uomini sono stati, sono e saranno sempre gli stessi. Le condizioni esteriori mutano; certo, tra la Sicilia di prima del Sessanta, ancora quasi feudale, e questa d'oggi pare ci sia un abisso; ma la differenza è tutta esteriore».
E se fa impressione pensarlo limitatamente ai circa 50 anni in cui si svolge il romanzo... quanta più impressione fa aggiungendoci altri 100 anni ancora??
LaCitty wrote: "Gli uomini Uzeda mi sembrano descritti in modo più variegato"
Saturn wrote: "Forse, e dico forse, gli uomini hanno un raggio d'azione più ampio per cui riescono a esprimersi in modo un po' più variegato."
Anche in questo caso concordo con Saturn. Non credo ci sia una differenza di trattamento tra gli Uzeda uomini e donne: a me sembrano davvero tutti uguali, tutti con le stesse tare, gli stessi difetti, lo stesso brutto carattere, ma soprattutto (cito di nuovo Consalvo): "troppo volubili e troppo cocciuti a un tempo", "monomaniaci".
Però, come dice Saturn, gli uomini hanno più possibilità di azione, più aree in cui muoversi e di conseguenza più modi di manifestare le loro (mono)manie. Non vedo grande differenza tra (view spoiler) , e non dimentichiamoci l'intraprendenza di cui si mostra capace donna Ferdinanda, che mostra come la volontà ferrea, la forza di carattere, lo spirito di iniziativa (che poi, alla fin fine, sempre "cocciutaggine" è) ce l'abbiano anche le donne. Non ne sono dimostrazione (diversa) anche (view spoiler) ...? E' chiaro che sono cose molto diverse dalle conquiste politiche o economiche che riescono a ottenere gli uomini, ma volendo ridurre tutto all'osso, la pasta di cui sono fatti secondo me è la stessa. D'altra parte, hanno grosse debolezze anche gli uomini, e De Roberto non si mostra tenero neanche con alcuni di loro: (view spoiler) . Ancora una volta, il terreno d'azione, la tipologia e l'entità dei problemi sono diversi... ma se si riduce tutto all'osso non ci vedo più questa enorme differenza.
Comunque, in sintesi: un gran bel romanzo, monumentale in molti sensi.
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Si comincia domani. Buona lettura a tutte/i 😁