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GdL gennaio - Vent'anni dopo di Alexandre Dumas
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by
Marina
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Jan 03, 2022 01:41AM

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E voi?




Per il resto scorre via che è piacere, hai ragione @Marina :-)

Sì hai ragione, un personaggio orribile Mazarino! Sono arrivata ormai a metà, qui si fa un po' meno avvincente con le avventure (view spoiler) , ma è un problema mio che come dicevo sono scarsa in storia. Mi ha fatto molto ridere l'episodio (view spoiler)
Invece, per quanto il visconte di Bragelonne mi stia simpaticissimo (e quindi non vedo l'ora di leggere il terzo libro), mi fa impressione e anche abbastanza ribrezzo (view spoiler)


Nota di merito per gli uomini che si commuovono e piangono (succede tantissimo nel libro), perfino i moschettieri. Oggi un uomo che piange è considerato uno sfigato, figuriamoci se a farlo è un soldato. Bravo Dumas, anche gli uomini e perfino i moschettieri sono umani!

Per ora sono ai capitoli connettivi con il libro precedente,

Ad esser sincero, almeno fino ad ora, sto preferendo il precedente "I tre moschettieri", forse principalmente per il personaggio, il mio preferito: Milady. Un'antagonista di codesto spessore, raramente ho trovato in altri romanzi. Ma comunque non sono nemmeno a metà di "Vent'anni dopo", quindi son fiducioso nel proseguo.
Nel complesso si sta rivelando, comunque, un ottimo romanzo storico, coinvolgente e scritto magnificamente.

Interessante la divisione politica perfettamente suddivisa: saranno ancora "tutti per uno e uno per tutti", benché schierati su fronti politici inconciliabili?

Finora ho letto 31 capitoli e come per il volume precedente sono molto coinvolta dalla scrittura di Dumas. È un autore straordinario secondo me! Mi piace molto come disegna i suoi personaggi, anche quelli secondari (fra questi spiccano i lacchè!). Sono d'accordo che Mazzarino è un pessimo antagonista, soprattutto se paragonato a Milady... La storia mi sta piacendo, però non riesco ancora a entrare in sintonia con questo D'Artagnan molto cambiato. Spero che con ciò che ho letto nell'ultimo capitolo siamo arrivati a una svolta riguardo questo aspetto...

Hai ragione Saturn, D'Artagnan non è simpaticissimo in questo romanzo, ma secondo me questo è stato ampiamente compensato dagli altri personaggi. E comunque devo dire che l'evoluzione dei quattro moschettieri mi è piaciuta molto e l'ho trovata verosimile: in vent'anni non è raro cambiare molto e perdere la spontaneità della gioventù.
Concordo ovviamente anche sul fatto che la scrittura di Dumas sia superba!


Vedrai che verso la fine diventa ancora più insopportabile ;)

Sono al capitolo XXX anche io. Che sofferenza vederli così divisi...e che patema per i cavalli nella scena di inseguimento e combattimento! :(
Concordo ovviamente sulla scrittura di Dumas, anche se a volte è proprio evidente il "tirarla per le lunghe" facendo ripetere a più persone le stesse frasi :P

La lettura scorre via che è piacere, la mole non la si sente per nulla, quando avevo visto un tomone da quasi 1000 pagine, non speravo di riuscire a leggerlo in un mese, ma la scrittura ed il coinvolgimento della storia sono tali da riuscire a leggere più di 100 pagine senza accorgemene.
I personaggi continuano sempre più a delinearsi:(view spoiler)

Magari è merito anche della nuova traduzione Feltrinelli...

Dall'altra c'è la maestria compositiva, l'arte di distribuire le vicende con un ritmo inappuntabile; ci sono le godibili descrizioni dei personaggi minori, alcuni siparietti impagabili: mestiere, forse, ma mestiere di livello superiore.
Insomma, un romanzo piacevole da leggere, magari interlocutorio tra lo splendore del primo volume (straordinario per vivacità, ideazione, stile) e la complessità del terzo (di cui molti anni fa avevo letto una parte, una sorta di romanzo nel romanzo, pubblicato anche a parte: La maschera di ferro).

Anch'io sento questa ambivalenza tra la qualità narrativa e il cambiamento dei personaggi, con le loro nuove disposizioni d'animo. Però le loro evoluzioni sono comunque coerenti, non sono più gli "eroi" che erano da giovani, tutt'altro. Sono a metà quindi non posso giudicare nel complesso... Ma leggo con interesse, anche se i protagonisti sono obbiettivamente meno accattivanti.




Son passati vent'anni, come si evince già dal titolo, dagli avvenimenti raccontati nel precedente romanzo "I tre moschettieri". I quattro amici sono ormai degli adulti ed ognuno ha trascorso i suddetti anni a proprio modo, ci sarà l'occasione per rincontrarsi e ritornare a ciò che fu?
Romanzo molto corposo, sia in quanto a storia narrata che a Storia della metà del Seicento europeo, nello specifico quella francese ed inglese. I personaggi sono come un caleidoscopio, tantissimi e s'intrecciano l'uno l'altro in modo eccezionale. Come ciliegina sulla torta, a fine testo vi è un dizionario con tutto i protagonisti e relativa descrizione, che aiuta alla comprensione dei più reconditi segreti e che riesce a snodare eventuali dubbi sopraggiunti durante la lettura.
La scrittura è quanto mai magnifica: un intreccio di descrizioni, narrazione esterna e dialoghi che difficilmente si riesce a trovare. La parte centrale è forse troppo lenta e mi aveva fatto quasi desistere dal continuare la lettura, ma alla fine mi son reso conto che è giusto così, penso che Dumas lo abbia fatto di proposito, come per dirci che gli anni passano, l'epoca giovanile deve passare il testimone ad un'età dove le riflessioni sulla vita si sostituiscono all'impeto puramente giovanile e dove lo sguardo sempre rivolto al futuro, cede il passo alla malinconia ed alla disillusione.

Sono passati vent'anni e non tutto è rimasto uguale. Anzi, si può dire che tutto è cambiato, o quasi. Abbiamo dei moschettieri invecchiati, spesso disillusi, con nuovi desideri, nuove inquietudini e nuove prospettive sulla vita. All'inizio sono quasi irriconoscibili tanto sono diversi dai giovanotti di vent'anni prima. Eppure tutto riaffiora quando, uniti, perseguono i loro obbiettivi. Allora eccoli, intrepidi, pieni d'ingegno, forti e inarrestabili: sono uomini di ferro che qualcuno ha lasciato andare e ritroverà suo malgrado. Anche gli altri attori sono cambiati, il cardinale e il re, e la regina che anche lei è oramai tutt'altra persona. A rimanere uguale, o forse persino a migliorare, è la penna di Dumas: capace di dipingere paesaggi, atmosfere e personaggi con rara maestria, formidabile nei dialoghi, ci mostra anche un pezzo di storia europea con precisione e passione. Nel complesso è un romanzo splendido.

Libro letto molti anni fa, di cui avevo un ricordo pressoché nullo, se non che rispetto al primo mi sembrava molto più "molle". Niente di più sbagliato, probabilmente l'avevo letto in un momento sbagliato, o non avevo ancora l'età giusta per apprezzare questi protagonisti più maturi, ma sempre avventurosi e scaltri, a 40 come a 20 anni. Dumas ci sa davvero fare, con le parole e con le storie, riuscendo a tenerti incollato alle pagine per ore senza stancarti. Già non vedo l'ora di proseguire con l'ultimo capitolo della saga, questo totalmente nuovo per me.
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